lunedì 27 giugno 2016

Dell'arte veneziana di fare le settimane bianche in piena estate (parte prima).



Non capita tutti i giorni che uno scrittore (vabbè, fate finta di crederci..) sveli i suoi piccoli segreti ai lettori, però oggi mi andava di farlo e quindi, visto che su questo blog ne ho già parlato con tre o quattro storie sugli amori di barca e lagunari (altrimenti che veneziano sarei) oggi vi racconto un altro piccolo inedito della mia storia con Donatella, la ragazza che è stata il mio primo amore serio e con la quale sono stato assieme dall’ultimo anno di liceo sino alla fine dell’università. Di lei, ovviamente, parlo anche nel mio romanzo Ars Amandi Veneziana anche se, per esigenze di trama e anche per non renderla troppo identificabile (Venezia è una città pettegola), il suo personaggio è un mix di altre donne che hanno attraversato più o meno a lungo la mia vita dopo di lei, che invece impersona anche la ragazza di nome Maddalena che nella storia precede il nostro incontro. Se qualcuno ha letto il libro, saprà che per ovviare al distacco forzato delle vacanze estive (lei restava al Lido, io andavo in montagna), ero riuscito a convincere mia madre e i genitori di lei ad avere Maddalena (Donatella) ospite per una settimana nella nostra casa di Moena, ma al momento fatidico lei non era arrivata perché all'ultimo momento i suoi avevano cambiato idea e io c’ero rimasto malissimo. 

Questo accade nel racconto, ma in realtà non andò affatto così perché Donatella (c’eravamo messi assieme poche settimane prima ed eravamo stracotti l’uno dell’altra) arrivò davvero a Moena e ora vi racconto come andò realmente tra noi.

Aveva piovuto tutta la settimana, e il mio umore era cupo come il cielo sopra la cima del Sass da ciamp che vedevo spuntare tra le nubi dalla finestra di camera mia. Non potendo fare gite e nemmeno partitelle da calcio nel campetto ridotto ad acquitrino le giornate trascorrevano lentissime nell'attesa che venisse l’ora di andare giù in paese alle Poste dove c’erano le cabine del telefono per chiamare Venezia con adeguata scorta di gettoni. Poi, finalmente, il lunedì agognato arrivò e con lui anche il sole ad illuminare i boschi fradici di acqua e le montagne picchiettate di neve, evento che considerai di buon auspicio. Al momento di andare ad accoglierla mia madre mi ordinò di prendere una giacca a vento e anche se sul momento mi sembrava una bizzarria, quando vidi Donatella scendere dalla corriera con un abitino leggerissimo di cotone, capii che la sapeva lunga. Naturalmente, visto che non eravamo soli, il nostro saluto fu molto formale e durante la strada, io che portavo le valigie rimasi indietro rispetto a quelle due che dopo aver rotto il ghiaccio parlottavano come vecchie amiche.


Nuvole basse sulla Roda di Vael 


All'altezza del ponte sul torrente Avisio riuscii finalmente a prenderle una mano. Lei me la strinse affettuosa e questo mi mise di buonumore. Dopo una cenetta molto simpatica e quattro passi serali in paese riuscii a stare da solo due minuti con lei e a concordare il piano di battaglia per la nostra prima notte assieme, che era molto semplice. Siccome avevamo le stanze con la parete in comune avrei atteso che mio fratello finisse di leggere Topolino e si addormentasse (gli avevo nascosto sopra l’armadio quelli vecchi, casomai vedendoli volesse rileggerli) poi le avrei bussato leggermente due volte sul muro e se lei era pronta avrebbe risposto a sua volta con un colpetto. Così, dopo aver aperto con cautela la mia porta (che non cigolava... avevo fatto le prove tutto il giorno e avevo anche unto i cardini con l’olio Dante) sarei scivolato furtivo nella sua stanza e nel suo letto, come un novello Casanova. Purtroppo, Il generale cinese Sun Tzu nel suo trattato sull'Arte della guerra diceva che il presupposto per il successo è quello di conoscere il proprio nemico e io avevo sottovalutato mia madre, che invece mi conosceva perfettamente. Infatti, appena aperta la porta della stanza desideroso di cogliere l'agognato frutto dell'amore, mi giunse il latrato festoso di quel cretino di Whisky (il pastore tedesco che avevo allora e di cui il bretone ha preso il nome) il quale invece che sul pianerottolo d’ingresso quella notte era stato messo sapientemente a dormire sulla sua vecchia trapunta in quel punto strategico del corridoio dove si aprivano le nostre camere. Non solo, ma era stato collocato in modo tale da fargli percuotere la porta di mia madre scodinzolando per la gioia di vedermi. Così immediatamente arrivò dalla stanza materna il:“Carletto su... da bravo, torna nel tuo letto e non farmi arrabbiare.


All'epoca dei fatti, con l'aria di quello che ha la ragazza lontana

Anche il secondo e il terzo assalto nel giro di mezzora finirono allo stesso modo (I lupi hanno il sonno leggero) malgrado cercassi di bisbigliare a quel traditore di stare buono, che non avevo voglia di giocare con lui. Alla fine, visto che mia madre dal livello giallo del "Vai a dormire" era passata a quello arancione del “Guarda che vengo lì, ti chiudo dentro a chiave e ti riapro domani mattina” dovetti desistere, anche perché ormai, dopo che gli ultimi colpetti sul muro non avevano avuto risposta, avevo appoggiato l’orecchio sulla parete per sentire il russare profondo di Donatella vinta dal sonno.
Le mie incursioni notturne erano state respinte grazie a quel traditore collaborazionista di Whisky, con il pessimo risultato di farmi sgridare subito al mio ingresso in cucina per la colazione e di aumentare le misure di sorveglianza di mia madre, ma tuttavia, con una tenacia ammirevole decisi di riprovare per altra strada l’attacco (consenziente) alle virtù muliebri di Donatella. Così, appena quella dormigliona si ridestò e prese posto a tavola per il caffelatte e per divorare anche i miei crostini con il burro di malga e la marmellata di lamponi, approfittando del fatto che era ancora assonnata le proposi di andare a funghi e lei incautamente accettò. Ovviamente la mia intenzione era tutt'altra. Mia madre, che sempre per via del trattato sull'arte della guerra di Sun Tzu, mi conosceva bene e sapeva prevedere le mie mosse, arrivò subito dalla cucina con il fuoco di sbarramento.
Scusa Carluccio...” mi chiamava sempre così quando voleva farmi capire tra le righe le cose che non gradiva, perché invece quando dicevo una cretinata mi chiamava Carletto, proprio come oggi fa mia moglie. "tu hai visto che ore sono, vero?”
“Si mamma... sono le dieci e venti, se non hai spostato avanti l’orologio del salotto per farmi sentire in colpa” 
Lei non raccolse la provocazione.
Giusto... ma considerando che quando sarete nei boschi, tra una cosa e l’altra, saranno già le undici e mezza, quanti funghi pensi di trovare ancora dopo che dalle sette di mattina i villeggianti e i locali hanno cominciato i rastrellamenti a tappeto di qualsiasi cosa che assomigli vagamente a un porcino?”
“Qualche famigliola di finferli per un risotto la rimedio sempre”
“Speriamo di si, perché quando sono andata a prendere il pane ho dato un'occhiata, ma il fruttivendolo in piazza non li aveva e se non li ha lui...”

Notte di luna piena sul Sella innevato

Quella era una pessima notizia perché astuto come una faina intendevo proprio comperarne due etti al ritorno per farle credere che li avevamo trovati. O forse era un suo depistaggio intenzionale immaginando che lo avrei fatto. Comunque, avevo pronto il piano B.
“Casomai se non ci sono funghi andremo per mirtilli. Volevo far provare a Donatella, che non lo ha mai fatto, la soddisfazione di raccoglierli direttamente dal cespuglio e mangiarli freschi, magari troviamo anche delle fragoline...”
“Certo Carletto...è un'ottima idea. Presi dalla pianta i mirtilli hanno un altro sapore ed è giusto che, se non lo conosce, lo provi. Quindi non restate a pranzo? Peccato davvero, perché in onore di Donatella stavo mettendo su lo spezzatino con le patate che ti piace tanto e ieri sera avevo preparato i canederli da fare in brodo... pazienza, vorrà dire che li mangeremo io e tuo fratello...”

Detta così era un colpo duro e anche Donatella, a cui avevo magnificato la cucina materna, mi guardò malissimo per quello che le avrei fatto perdere. Questo non poteva sfuggire a mia mamma, che fece subito leva sull'incrinatura che si stava allargando nella nostra coppia. Infatti, appoggiò materna la mano sulla spalla della mia ragazza e con un sorriso soave le chiese: "Tesoro, tu non hai mai assaggiato i canederli, vero?" e appena lei ammise di no con l’espressione avvilita, continuò crudele “Ah! Guarda...non sai cosa ti perdi... io li preparo con lo speck e l’erba cipollina e li servo in brodo, oppure se ti piacciono di più, li posso fare asciutti con il burro fuso, la salvia e la ricotta affumicata di malga grattugiata sopra. Il mio Carluccio ne va matto... ”


Se una non ha mai assaggiato i canederli, le mamme vincono facile...


Tagliai corto prima che la facesse capitolare descrivendole lo spezzatino con l’ingrediente segreto delle bacche di ginepro e andai a preparare lo zainetto, poi appena Donatella ebbe finito con lentezza esasperante la colazione, uscimmo, ma mentre stavo per aprire il cancello mi sentii chiamare dalla finestra.“Scusa Carluccio...perchè hai messo il plaid di tuo fratello nel sacco da montagna?”
“Perchè ci facciamo preparare dei panini al bar Catinaccio e pensavamo di fare un picnic sull’erba...”
“E lo fai su un plaid? Che idea scema... vieni su dai, che ti do una tovaglietta...”
Mentre già immaginavo quanto fosse poco romantico far l’amore stesi su una tovaglia, aggiunse perfida “A proposito: mi dici da che parte vai a funghi? Te lo chiedo così, tanto per sapere dove mandare a cercarti, perché immagino che Donatella non conosca ancora il tuo senso di orientamento”
“Dai mamma, non fare l’apprensiva, conosco questa zona come le mie tasche...”
“Glielo hai raccontato a Donatella che l’anno scorso ti sei perso due volte?”
“No, perché non è successo qui. Pensavo di andare nei boschi sopra alla malga Roncac, che sono i più vicini”
“Allora mi sa che Donatella, poverina, quest'anno i funghi li vede solo in cartolina. Lì ormai a quest'ora non trovi nulla, neppure i mirtilli. Tra l'altro, visto che vuoi andare nel bosco, ma perché non porti Whisky con te? Così fai fare una bella sgambata anche a lui...”
“Dai mamma, lascialo stare, per amor di Dio...che poi vuole sempre giocare con le pigne, va a sguazzare nei pantani e abbaia come un idiota a qualsiasi animale che incontra. Ti ricordi l'altro giorno che si è fatto rincorrere da due mucche?”
Questa l'avevo schivata, ma mia madre sapeva giocare sporco e infatti puntò dritta sulle paure ancestrali della mia ragazza. “Beh...almeno portatevi i bastoni, che li è pieno di vipere, anzi, Donatella, mi raccomando, prima di allungare una mano nell’erba o tra i sassi per prendere un fungo o una fragola, batti bene il terreno attorno.”
“Perchè? Ci sono le vipere?” Donatella spalancò gli occhi per lo spavento.
“Ma no, figurati, non ci sono...io non ne ho mai vista una. E' mia madre che se le sogna di notte”
“E’ perchè Carletto non le sa vedere, ma nella zona dove andate ci sono delle pietraie e ce ne sono diverse, anche belle grossette.."
"Mica cerchiamo i funghi e i mirtilli tra le pietre...staremo sempre nel bosco e il problema è risolto."
"Guarda che non stanno mica tutto il giorno a scaldarsi sui sassi, sai? Si muovono anche loro. Tuo fratello ne ha viste tre l’ultima volta e una era in mezzo all'erba...non è vero Franco?”

Il tempo migliora, il mio umore meno...

Mio fratello, evidentemente corrotto a suon di Topolini nuovi, apparve alla finestra a confermare e aggiungendo di suo altri particolari ansiogeni sulla dimensione dei serpentelli che nel suo racconto sembravano crotali aggressivi pronti a spuntare sibilando da tutte le parti e principalmente tra fragole e mirtilli. Alla fine mia madre, sorridendole in modo carino tirò la bordata devastante che pose termine allo scontro.“Donatella, tu che sei più ragionevole di quello sciagurato di mio figlio, che ne dici? Perchè non andiamo a funghi domani tutti assieme, alzandoci per tempo e ora metto su i canederli e lo spezzatino per quattro?” Lei dopo avermi guardato come il mostro che stava portando l’agnellino ingenuo alla perdizione per i suoi loschi scopi risalì rapidamente le scale di casa offrendosi perfino di dare una mano in cucina. Ora io avevo sempre immaginato di poter essere tradito per un altro ragazzo, ma per un piatto di spezzatino no, e questo mi mise di pessimo umore. (segue...)

2 commenti:

  1. Strategie e tattiche materne a gogo!!! :-D :-D :-D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le madri sono da sempre delle astutissime volpi nelle faccende sentimentali dei figli. Non te lo fanno vedere, ma hanno tutto sotto controllo...

      Elimina