martedì 29 gennaio 2013

Test (non troppo serio) su: che rapporto hai con il tuo tempo?


Ieri mentre scuotevo i pochi neuroni rimasti nella mia teca cranica per cercare di capire i motivi per cui Windows 8 appena installato sul computer mi mostrasse un mosaico di riquadri colorati su uno sfondo verde a metà tra la griglia del sudoku posata su un tavolo da poker e le coperte patchwork fatte all'uncinetto con gli avanzi di lana dalle vecchie zie e dopo aver verificato come la maggior parte di questi riquadri una volta cliccati ti portasse ad informazioni del tutto inutili, ho iniziato a chiedermi sgomento “Ma perché mi fate questo? Che ti abbiamo fatto di male, Guglielmo Cancelli? Perché ci nascondi il pannello di controllo, le risorse del computer e il comando per spegnere? Come ca**o si fa a tornare indietro sulla pagina precedente e perché ora nove programmi su dieci non sono più compatibili, compreso i driver della stampante? “ . Così, mentre invocavo fulmini e maremoti su Redmond anche se è più sulla terraferma che sul mare mi sono improvvisamente domandato con un certo disagio come stessi impiegando il mio tempo e in che mondo del ca... volo stessi vivendo. 

In quello stesso momento mi ha chiamato al telefono per salutarmi un caro amico di lungo corso, uno psicologo torinese che ormai vive a Gubbio e a cui, anche se ci si vede poco, sono molto affezionato perché l’amicizia tra noi è nata in contemporanea allo scoccare della scintilla amorosa tra me e la mia elfa (lavoravamo tutti e tre sullo stesso progetto e durante le pause pranzavamo assieme in una piccola trattoria di Marghera divertendoci come matti, tra un litro di rosso e un baccalà con la polenta, a spettegolare a destra e a manca) ma anche perché Roberto (si chiama così) è uno spiritaccio con un bel senso dello humour e dalla battuta tagliente, come piace a me. Per questo, parlando di quanto mi stava succedendo abbiamo pensato di sfidarci a preparare un test (del tutto scherzoso, soprattutto nei profili che ne risultano) di autodiagnosi sull'adattabilità ai nostri tempi. Io gli mandato per mail una trentina di voci, lui ne ha aggiunte qualcuna di sua e ora ve lo propongo, casomai voleste cimentarvi. Il test non prevede domande giuste o sbagliate ma si svolge unicamente tenendo il conto delle voci in cui vi riconoscete. Le 40 voci da esaminare sono scritte al maschile, ma ovviamente consideratele unisex:.

1. talvolta batti la password del tuo bancomat sulla tastiera di comando del microonde.
2. sono anni che non giochi al solitario con carte vere.
3. sono anni che non usi la stilografica costosissima che ti avevano regalato e non riconosci nemmeno più la tua calligrafia.
4. la sera cerchi di vedere “Totò, Peppino e la malafemmina “ su Pirate Streaming ma il server ti dice che il file non esiste. 
5. mandi una mail a tuo figlio che è al computer nella stanza vicina alla tua
6. quando vai su Skype vieni subito salutato in serbo, lituano, svedese o finlandese dagli amici di tuo figlio che usa il tuo account per risparmiare e quando rispondi “Sorry, i’m his daddy” ti fanno lo smile triste. 
7. hai perso contatto con i tuoi amici o familiari perché non hanno un indirizzo e-mail o non sono su Facebook
8. tuo figlio è tuo amico su Facebook
10. il cane della ragazza di tuo figlio è tuo amico su Facebook
11. tua moglie ti rifiuta l'amicizia su Facebook 
12. ti sei offeso con un amico che ti ha taggato su Fabebook nella foto del veglione di capodanno in cui hai la bocca piena di panettone e sembri uno che si è appena fatto una canna.
13. acquisti e leggi un libro su Kindle quando lo hai già nella tua biblioteca e ti giustifichi dicendo che con i lettori e-book puoi ingrandire i caratteri e mettere il segnalibro
14. per pagare le tasse universitarie di tuo figlio ti hanno dato un MAV di 20 cifre e tu non sai cosa sia, ma ti  secca farlo capire.
15. hai più di sette telecomandi in casa e anche quello del frigorifero
16. nella lista dei primi 20 preferiti dei 1475 canali del digitale terrestre prima di Top Calcio 24 c'è Real Time 
17. ogni volta passi cinque minuti della tua vita a chiederti: ma Real Time chi l’ha messo tra i preferiti ? 
18. ogni volta che arriva il corriere al cancello e ti consegna un pacco pieno di BB cream per il viso, ombretti e gloss per le labbra, capisci chi ti ha messo Real Time tra i preferiti.
19. ogni volta che ricevi un pacco di cosmetici per tua moglie passi altri cinque minuti a chiederti come ca**o si fa a spostare un canale del digitale terrestre indietro di 1240 posizioni affinché tua moglie non lo trovi più? 
20. Ogni volta che finalmente al Tg 7 dicono: "ora la consueta panoramica sul campionato di calcio", tua moglie ti cambia canale per vedere “ Cucine da incubo U.S.A.” 
21. ogni volta che fai saltare una frittata nella padella per girarla e ti viene male inizi a pensare “per fortuna che non mi ha visto Gordon Ramsay” 
22. ogni volta che ti capita di guardare “Pazze per la spesa” su Real Time speri sempre che la cassiera del supermercato dica alla deficiente bineuronale che si presenta con una spesa da 2.000 dollari e 20 carrelli ricolmi come un TIR che da oggi non si accettano più i coupon ma solo contanti. 
23. ogni volta che la tipa con le mèches in stile Crudelia Demon di “Cerco casa disperatamente” chiede alla coppia di clienti con l’aria da borgatari truzzi quale sia il loro budget e quelli rispondono: “stiamo attorno agli 800.000 euro…” speri sempre nell'irruzione della Guardia di Finanza.
24. vai nel panico se esci da casa senza il cellulare e torni indietro a riprenderlo
25. ti alzi la mattina e la prima cosa che fai è accendere il PC e controllare la mail prima di bere un caffè
26. vai in vacanza nell'unico paese di montagna senza un bancomat e hai solo 10 euro in tasca (il bancomat più vicino è a 15 chilometri, ma sei in riserva da mezzora)
27. stai leggendo questo testo, sei d'accordo e sorridi
28. peggio ancora, sai già a chi mandarlo per e-mail perché rifletta sulla sua vita sfigata.
29. anzi, no, glielo metti direttamente in bacheca su Facebook, così anche i suoi 875 amici sapranno che razza di sfigato è. 
30. sei troppo occupato per accorgerti che non c'è il numero 9 in questa lista
31. subito guardi il test per vedere se c'è o no il numero 9 nella lista
32. ti domandi immediatamente come mai l'"Elenco numerato" di Word non abbia funzionato.
33. ti hanno appena detto che tenere il cellulare nel taschino della giacca può provocare l'infarto, mentre nelle tasche dei pantaloni la sterilità e ora stai provando a tenerlo tra i denti sperando che il dentista non dica nulla. 
34. sul tuo telefonino hai scaricato la app che ti dice il tempo che fa su Venezia (ma vivi a Venezia e ti basterebbe aprire la finestra). 
35. gli amici non ti telefonano più per dirti “Stasera pizzata?” ma “Stasera sushiamo?” 
36. quando ti parlano di Wasabi pensi ad un regista giapponese e dici “si.. ma l’ultimo film mi ha deluso” 
37. a tavola con gli amici ridacchi su quei sempliciotti che mettono come password “qwerty” o la data di nascita e vedi alcune persone che sbiancano in volto.
38. hai digitato per sbaglio il PIN della banca e poi quello della VISA al posto di quello del telefonino e ora ti tocca cercare il PUK che però non ricordi in quale cassetto lo avevi messo due anni fa. Quando finalmente trovi il PUK dopo due ore, scopri che era quello del vecchio telefonino di tuo figlio che è più ordinato di te.. 
39. Dopo aver deriso l’amico che è andato a Londra a fare la fila davanti al negozio Apple per acquistarlo hai comperato l’ultimo modello di I-Pad su E-bay e ti è arrivata una confezione con dentro un vecchio Game–boy con il gioco dei Pokemon. 
40. Ti rassegni, metti le pile nel Game-boy e inizi a giocare ai Pokemon, ma non vai oltre al secondo livello.

che malinconie a risentire questo pezzo...

Se ti identifichi in meno di 10 voci: Tendenza “Nostalgia canaglia” 

Fai parte di chi ha scelto un modello di vita minoritario, ma ricco di principi tradizionali ed orgoglioso del passato. I fermenti contestativi ed antindustriali della fine degli anni sessanta hanno trovato in te un terreno fertile e da allora questo solco non si è ancora colmato, tanto che il tuo atteggiamento verso i consumi è improntato al desiderio di comprimerli il più possibile e nutri profonda diffidenza verso le mode. Siccome non trovi più nelle profumerie il Patchouli, hai seguito un corso per farsi in proprio i profumi con le essenze e persino il sapone. A Natale infliggi a parenti ed amici le tue marmellate fatte in casa con l’erba limoncina e ti vanti di saper ancora fare il caffè con la napoletana. Lo comperi sfuso in chicchi e poi macini la tua miscela segreta con la macchinetta a manovella. Trovando fuori moda i tailleurini alla Rosy Bindi o i gessati alla Pippo Baudo tendi  piuttosto a vestirti come Anna Finocchiaro o Fabio Fazio. Leggi classici della letteratura come Stendhal e Proust che ti vanti di aver ritrovato sulle bancarelle dei mercatini rionali che frequenti assiduamente e tiri la sfoglia fatta in casa per fare le tagliatelle con 12 uova come la cuoca bolognese della Clerici. Il tuo atteggiamento di denuncia contro l’invadenza e l’eventuale capacità di sopraffazione delle nuove tecnologie è però meno severo che in passato, tanto che cedendo alle pressioni dei figli hai aperto l’account Facebook, ma con un nome falso e giusto per sbirciare cosa si dicono le tue amiche /amici. Però, nel dubbio di essere identificata/o ugualmente, hai indicato una data di nascita di 10 anni minore della tua. A garanzia dell’anonimato hai messo la foto del tuo cane come avatar. Ovviamente, hai scelto una foto di profilo perché nel riquadro di facebook c’è scritto “profilo”. In casa hai una collezione di vinili e di musicassette di Alan Sorrenti, dei Righeira e di Alberto Fortis che ascolti sempre di nascosto dai tuoi figli commuovendoti e hai ancora tutti i film delle vostre vacanze in cassetta VHS. Sei disperata/o perché non si trovano più le Kodacolor per le diapositive e nemmeno le pellicole istantanee per la Polaroid.

Attento che questo è un altro Vasco...

Se ti identifichi tra 10 e 20 di queste voci – Tendenza “e poi ci troveremo al Roxy bar”

Sei a metà del guado. Recisi faticosamente i legami con il passato ti sei inserito quasi per forza d’inerzia nella cultura post-industriale subendone in parte le tendenze alla massificazione dei consumi e alla etero-direzione. In questa posizione, così in equilibrio precario tra il vecchio e il nuovo, non ti mancano le contraddizioni, tanto che malgrado tu nutra e dichiari ancora una certa diffidenza nei confronti delle mode e delle nuove tecnologie in realtà sei tendenzialmente orientato a cedere al consumismo nella misura in cui secondo te ti può migliorare la vita. Hai un ADSL a 20 mega e un modem wi-fi ma non sai a cosa ti serva. I vicini che ti ciucciano il segnale e navigano gratis, invece lo sanno benissimo. Hai un profilo Facebook dove metti mi piace su tutto, così ora sei pieno di pubblicità e di giochini idioti e un blog, dove però fai solo copia e incolla di recensioni e articoli altrui. Hai anche un profilo twitter con ben 5 follower di cui sei molto orgoglioso, anche se uno è tuo figlio e un'altro la sua ragazza (tua moglie no). Hai lo smartphone ultimo modello, ma lo usi solo per telefonare e mandare i messaggini. Anche se hai una costosissima reflex digitale che però è troppo complicata, usi lo smartphone per fare le foto inclinate e scure delle tue vacanze che poi posterai su Facebook per la delizia dei tuoi amici. Anche tu ti vanti di fare la sfoglia in casa, ma con sei uova come la Parodi (che è più dietetica) e non ci fai le tagliatelle, che ti sembra di essere tua nonna, ma dei fagottini di gamberi e carciofi in crema di fontina di tua creazione che gli amici cercheranno di evitare con cura. Hai speso una cifra per trasferire la tua collezione di film in VHS su DVD e guardarli sul maxi televisore LCD a parete, ma nessuno dei tuoi amici ha più voglia di rivedere la trilogia classica di Guerre Stellari. Al massimo ti chiedono "la dottoressa del distretto militare" con Edwige Fenech. 
Anche se dici che per te la musica è finita con i Led Zeppelin e Jimi Hendrix e tutto il resto è fuffa, a parte i Nirvana e Freddy Mercury, ascolti su You Tube la cover di Little Wing delle Corrs ma solo perché la cantante ti ricorda il tuo primo amore. Canticchi anche Ligabue e Jovanotti ma di nascosto, solo quando ti fai la doccia. Per sentirti moderno, citi Vasco come esempio di cantautore trasgressivo e noti soddisfatto come gli amici di tuo figlio annuiscano, ma solo perché pensano che ti riferisca al Vasco Brondi delle "Luci della centrale elettrica".

Insomma... meglio i Korn o i Kasabian?

Se ti identifichi su oltre 20 voci - Tendenza "sei sicuro di star bene?"

Hai compiuto il passaggio da homo sapiens a homo technologicus e ora sei perfettamente integrato nel tuo tempo (e anche un po' nei guai). Dunque, vivi pienamente nel 2013 se vedi i film solo in streaming su internet ma in lingua originale con sottotitoli, che è molto più figo. Vedi anche le partite in streaming da Roja Directa sul computer ma con telecronaca in arabo o russo e lunghe pause di fermo immagine per il buffering proprio mentre la tua squadra attacca e sostieni di farlo per non dare altri soldi a Murdoch e Berlusconi. Hai quattro browser per navigare su internet perché Chrome per le immagini è meglio di Firefox che però è più stabile, mentre Opera ha pure i comandi vocali e Safari ti fa tanto sentire Mac. Posti su Facebook le foto delle tue vacanze, ma le hai ritoccate con Photoshop in modo da mettere la catena dell'Himalaya sullo sfondo e far ciccare gli amici, mentre invece eri a Forno di Zoldo. Hai lo smartphone con il GPS e guardi affascinato come prendendo il segnale del tuo Wi-fi la freccina sulla mappa ti segnali che ti stai spostando dal bagno verso la camera da letto.Partecipi attivamente al forum degli Androidiani italiani, dove ormai hai raggiunto lo status di member senior per aver postato oltre 1000 commenti e anche a quello della Gazzetta dello Sport che ormai leggi solo on line. Discuti su Skype con tuo figlio se i Korn siano meglio dei Kasabian e ci litighi  perché sostieni che i Muse siano ormai superati. Hai seguito un corso di cucina vietnamita e ormai cucini solo  verdure con la soia e riso al vapore e se proprio devi fare la carbonara la prepari con il Wok. Il tuo più grande orgoglio è quello di essere riuscito ad hackerare perfino il tuo antivirus. La tua più grande delusione è che nell'outlet più alla moda della città non hanno taglie XXL.

Ah.... naturalmente mi sono sottoposto a mia volta al test. Volete sapere il mio risultato? Ma nemmeno sotto tortura. ;)

venerdì 11 gennaio 2013

Io e l'anno nuovo (The Times They Are A-Changin' )

L’inizio di un nuovo anno, proprio perché mi allontana un passettino di più da quel 1948 che mi ha visto spalancare gli occhi sul mondo, è diventato talvolta l’occasione per alcune riflessioni retrospettive. Naturalmente, essendo ottimista e positivo per natura, non propongo nulla di malinconico e nessuna recherche du temps perdu, non avendo alcuna voglia di intristire chi mi legge, ma solo la semplice constatazione, piuttosto divertita, di come tutto quel che mi circonda stia cambiando maledettamente alla svelta, tanto che da un lato, pur essendo un discreto homo technologicus ormai mi tocca sempre rincorrere per rimanere aggiornato e, dall'altro, mi rende consapevole che le realtà che ho vissuto e gli stili di vita di allora tra pochi anni sembreranno stravaganti e insoliti a chi verrà al mondo, un po’ come quando mia nonna materna mi raccontava le vicende delle sue campagne del Monferrato e io non riuscivo a credere che non avesse mai letto un giornalino (figuriamoci il cinema) che non avesse il telefono in casa e che a Natale le regalassero solo delle arance . Ovviamente, solo per farla contenta, facevo finta di credere che lavasse i panni rimestandoli con un bastone in un pentolone bollente di acqua e cenere, che il suo dolce preferito fosse una pannocchia abbrustolita o che dopo aver cenato con una scodella di latte e pane biscottato andasse a dormire alle sette di sera perché sua madre la mandava di buon mattino a far legna o a prendere le rane infreddolite nei fossi per farci il risotto. 


I tempi stanno davvero cambiando alla svelta. 
Bob Dylan alla Casa Bianca non me lo sarei mai aspettato.

Che poi era la stessa incredulità che mi aveva preso da ventenne quando, guardando tra i libri di mio padre, mi era capitato tra le mani il manuale del galateo che veniva dato da studiare agli allievi dell’Accademia Navale di prima della guerra e che conteneva meticolose istruzioni di bon ton che andavano dall’accostamento di cravatta e calzini sino al modo di inviare un mazzo di rose e fare il baciamano ad una signora. Ad uno che allora andava in giro con eskimo, maglionaccio norvegese sui jeans sdruciti e capelli lunghi, sembrava un curioso revival dell’ottocento e invece erano passati “solo” vent’anni o poco più.

Oggi i figli preparano per gli amici il sushi,
mica due spaghi aglio, olio e peperoncino come ai miei tempi.

Quest’anno poi il giochino del confronto generazionale è partito spontaneamente. Stavo ammirando su Facebook le immagini del sushi e del pollo al curry con riso pilaf preparati da mio figlio per Katerina e i loro amici e pur apprezzando ancora una volta l’intraprendenza del mio erede (già durante l’Erasmus si faceva pagare dai suoi compagni di corso la spesa settimanale e gli ingressi in discoteca in cambio di lezioni di cucina italiana) e dopo aver preso atto di come tutto questo suo sfoggio di sapere culinario si manifesti solo all'estero (che a casa è già tanto se mette sul fuoco il bricco del latte per scaldarselo), riflettevo sul fatto che io, ai tempi dell’università, per gli ospiti del mio appartamento padovano bene che andasse avrei preparato una pasta e fagioli o una carbonara, che allora non c’era nemmeno l’idea degli involtini primavera e del riso cantonese per non parlar del sushi. 

Le mie riflessioni sulle nuove abitudini alimentari in tempi di globalizzazione si sono però interrotte appena ho avvertito salire dalle scale un delizioso profumo di cioccolata fondente. Così, sperando di riscaldarmi con un bel tazzone fumante mi sono diretto al piano terra, ma a metà delle scale ho avvertito la voce dell’elfa che intimava ad un uccellino di fare il suo dovere e subito dopo un grido di gioia a proposito di un certo maiale appena ucciso. Noncurante dei doppi sensi e curioso di natura ho guardato verso il divano del salotto e attraverso le spirali di fumo all’aroma di cacao della sua sigaretta elettronica vi ho scorto l’elfa che si  accaniva sbuffando sul tablet che le avevo appena regalato per Natale.
"Scusa, ma posso sapere che stai facendo?"
"Sto giocando... zitto, non mi deconcentrare che sto per fare il livello..."
"Ah... ma non dovevi leggerci gli e-book? E, comunque, che gioco sarebbe?"
"Angry birds..."
"Bene, ho capito che sono gli uccellini di cui parlavi... e che cosa devi fare?"
"Oh mio dio... vuoi dire che non conosci Angry birds? Lo hanno tutti sul telefonino. Comunque, Gianmarco mi ha spiegato via Skype come scaricare la app per Android dal Google store, che se aspettavo te...". 



Ecco, è stata proprio l' impensabile evoluzione hi-tec di una che fino a pochi mesi prima mi telefonava per chiedere come si chiudevano le finestre di Windows e ora smanetta su un tablet e chatta su Facebook con le sue amiche di tango che mi ha indotto a riflettere (e a ridacchiare di me) ancora una volta sul fatto che, mi piaccia o no, io ormai appartengo ad una generazione:
  • che la mamma mica ci ha visto con l'ecografia 
  • che siamo nati in casa con la levatrice, il catino di acqua calda e gli asciugamani puliti, come le mogli dei cowboy nei film western 
  • che quando faceva freddo andavamo a scuola con il giornale sotto il maglione, che quando ti piegavi scricchiolava e ti vergognavi. 
  • che se a scuola la maestra ci metteva una nota sul diario, il giorno dopo si tornava in classe a capo chino accompagnati dalla mamma. 
  • che quando a scuola c'era l'ora di ginnastica partivamo da casa in tuta, tutti felici e avevamo quella lucida acetata dell'Adidas che faceva fico, ma era pure l' unica in vendita. 
  • che la gita scolastica annuale si faceva alla domenica e al massimo ci portavano in pullman fino a Cividale o a Pomposa e c’era pure l'obbligo della santa messa con i professori che poi ci mettevano la nota se disturbavamo. 
  • che le ragazze portavano il grembiule nero anche al liceo ed entravano e uscivano ad orari diversi dai nostri (ma tanto poi ci si trovava nel campiello vicino) 
  • che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su internet e studiavamo sul Bignami, mica su Wikipedia 
  • che non andavamo mai al ristorante e neppure in pizzeria, ma i nonni la domenica ci portavano le paste e prendevamo la "fiamma" con la crema al marsala, che poi ci girava la testa. 
  • che la nonna cuoceva la polenta sulla cucina economica e nel paiolo di rame, che poi ci restavano delle croste croccanti che ci si litigava a tavola anche con i grandi.
  • che sedevamo a tavola con Topolino nascosto sotto al sedere per leggerlo furtivamente tra una portata a l'altra e nostro fratello ci faceva la spia con la mamma per leggerlo lui
  • che non avevamo Facebook ma avevamo tanti amici lo stesso, che poi con loro ci potevi giocare a calcio nei campielli mentre con quelli di Facebook no. 
  • che dopo la prima partita nel campiello sotto casa c'era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella. A meno che non arrivassero i vigili a sequestrare il pallone. 
  • che se ci sbucciavamo il ginocchio, la mamma ci metteva il mercurio cromo e più era rosso più eri fico 
  • che per cambiare canale alla TV dovevamo alzarci dalla sedia e i canali erano solo 2 (Rai e Capodistria, che chiudeva le trasmissioni con Bandiera rossa e mia nonna si faceva ogni volta il segno della croce)  
  • che quando finivano i programmi a mezzanotte poi c'era solo il monoscopio Rai con le nuvole. 
  • che i nostri pattini avevano 4 ruote, si agganciavano alle scarpe con due cinghie e si allungavano svitando il bullone quando il piede cresceva. 
  • che se il bullone si svitava per conto suo mentre correvi, erano problemi. 
  • che la domenica ci comperavano lo stecchino di uva caramellata in Piazza San Marco come premio per essere stati buoni durante la messa e dopo i quindici anni ci mandavano a prendere un gelato al Todaro e ci davano appuntamento all’uscita dalla chiesa. 
  • che quando prendevamo una cotta per una ragazzina di Milano conosciuta a Moena, poi trascorrevamo l’inverno a scriverle lettere e ad aspettare per giorni il postino. 
  • che quando la ragazzina di Milano conosciuta a Moena arrivava ad agosto anziché a luglio non andavamo più nemmeno a funghi e in gita perché il postino passava anche di pomeriggio e ogni volta che dalla finestra vedevamo passare una 1.100 bicolore targata Milano correvamo fin sotto casa sua per vedere se era arrivata. 
  • che ci mancavano sempre 4 figurine per finire l'album dei calciatori Panini (Pizzaballa, Amarildo, Haller e Tagnin) 
  • che bevevamo l’acqua dalla fontanella in campo ed un ghiacciolo al tamarindo da Rudatis costava 10 Lire. 
  • che la mamma d'estate ci preparava una caraffa di VALZ: vino (poco) acqua (tanta) succo di limone e zucchero e noi ci sentivamo come i grandi.
  • che alle feste ballavamo infilando i 45 giri in vinile nei mangiadischi e adesso se ne vediamo uno in un mercatino di modernariato nostro figlio ci chiede cos'è. 
  • che quando nei mercatini dell'antiquariato troviamo i giocattoli di quando eravamo piccoli poi sentiamo un nodo in gola 
  • che al cinema davano un cartone animato di Disney solo a Natale e vedevamo sempre gli stessi però almeno cambiavano il documentario sui castori 
  • che giocavamo con tappi di bottiglia, tacchi di scarpa, biglie e carte e i nostri soldatini erano di piombo. 
  • che le ragazze non venivano al cinema da sole, ma sempre con l’amica bruttina e non baciavano con la lingua perché avevano paura di restare incinte. 
  • che il 1° Novembre era 'Ognissanti', mica Halloween e si festeggiava San Martino andando per le calli suonando tamburi di latta
  • che l'unica merendina a scuola era il Buondì Motta e mangiavamo subito i chicchi di zucchero sopra la glassa prima che ce li fregassero gli altri 
  • che sul banco a scuola avevamo la penna, i pennini, l’inchiostro nel calamaio e poi dovevamo scrivere 100 volte "non devo fare le macchie sul quaderno
  • che suonavamo la chitarra Eko con le corde ruvide che ci sembrava di far scorrere le dita su una grattugia. 
  • che il calcio era: Sarti, Burgnich, Facchetti… 
  • che la penitenza era 'dire-fare-baciare-lettera-testamento' e le ragazzine sceglievano sempre baciare per metterci in imbarazzo 
  • che ci emozionavamo per un bacetto su una guancia. 
  • che la prima volta che abbiamo dato un bacio vero ad una ragazza nostra madre ce l’ha letto subito negli occhi. 
  • che abbiamo vissuto le lotte sociali e di classe del’68 e per le nostre idee le abbiamo prese di santa ragione (e siamo pure finiti in Questura con due denti spezzati) ma alla fine ci siamo trovati Berlusconi 
  • che i fasci ci aspettavano sotto casa nascosti nella calle... 
  • che siamo ancora qui a scrivere malgrado la nostra lunga cicatrice sul petto e certe cose non le abbiamo dimenticate ma oggi possiamo sorridere quando ce le ricordiamo 
Ma, in ogni caso, noi che siamo stati tutte queste cose ormai lontane e tanto altro ancora, anche se ne abbiamo viste di cotte e di crude in fondo non ce la siamo passata male (e avercene di anni così). Quindi ... forza e coraggio... entriamo a passo deciso in questo 2013 e vediamo come butta, che già, con le elezioni alle porte e "il Cipria" che torna in campo come se nulla fosse, ci vien da ridere. Ancora auguri di buon anno a tutti…

martedì 1 gennaio 2013