mercoledì 20 giugno 2018

Manuale d'uso su come chiarirsi con il partner e altri soggetti (soprav)vivendo felici e contenti.

Sarà il primo caldo afoso con le zanzare, saranno le finestre aperte che ci appalesano forme di vita circostanti tanto strillanti quanto prima sconosciute, fatto sta che nella cerchia dei nostri vicini di casa è aumentato prodigiosamente lo stato di litigiosità di coppia. Ora, è bene sapere che il litigio o qualsivoglia confronto di chiarimento con una controparte in realtà è soltanto un modo diverso (e rumoroso) di aprire un negoziato avendo degli obiettivi da conseguire (per esempio: un maggiore contributo di lui nelle faccende domestiche, l'impegno di lei a non mettere in ordine il suo disordine creativo) . Pertanto, quando decidiamo di andare in battaglia con il classico "discorso di chiarimento tra noi" è bene seguire delle regole negoziali precise di cui ora parlerò, perché anche se comprendo perfettamente come a volte sia irresistibile la voglia di uno scatto d’orgoglio e di guardare l’altro/a nel bianco degli occhi per spiattellargli sul muso tutto quello che non va nel rapporto, io sconsiglio sempre agli amici di arrivare a quel punto, non tanto in nome di un remissivo quieto vivere, ma perché quando il negoziato non è ben preparato avendo le idee chiare su cosa ottenere e con quali metodi e argomentazioni, ma anche quali siano i punti di forza e le possibili contromosse del nemico, (soprattutto quando le relazioni e le parti in commedia sono sedimentate da tempo) non solo il “discorso di chiarimento tra noi” non chiarisce una cippa ma di solito rende le parti ancora più lontane e conflittuali. Nella migliore delle ipotesi, se non una carneficina, si ottiene una zuffa confusa tipo lo scontro imprevisto tra due pattuglie in esplorazione che porta ad un conflitto totale senza vincitori e poi ad un armistizio instabile e rancoroso, tipo le due Coree.


I chiarimenti occorre prepararli per bene.
Improvvisando c'è il rischio di lasciare la regina in presa

Comunque, se proprio non riuscite a fare a meno di pensare a quanto sarebbe bello azzannare il vostro partner alla giugulare come foste un Pitbull o se fate parte di quella corrente di pensiero del “meglio una fine terribile che un terrore senza fine”, per avere un minimo di possibilità che il vostro "discorso di chiarimento" funzioni, beh …provo a suggerirvi qualche regola d’ingaggio che con i dovuti adattamenti può andare bene con mariti, mogli, amanti, figli, suoceri, parentame vario, badanti moldave e anche situazioni lavorative, riunioni condominiali e, insomma, ovunque ci venga l’impulso irresistibile di rovinarci la vita e rovinarla agli altri con una bella litigata. Diciamo che seguendo quello che sto per dire, potrete migliorare le vostre possibilità di uscirne bene. Dunque i comportamenti che potrebbe esser utile adottare sono: 

1- Non lasciate che a scegliere il quando e il come accadrà sia la casualità o l’irritazione per quella che vi sembra l’ennesima provocazione (tanto meno che il momento lo scelga la controparte). In tal caso probabilmente sareste in preda all’emozione o alla rabbia e quindi poco lucide/i. Quando si è “su di giri” di solito ci si dimentica di dire almeno la metà delle cose che volevamo ringhiargli addosso, oppure ci si lascia facilmente portare fuori strada finendo per litigare su questioni secondarie. Dovete scegliere con cura il momento e il luogo e soprattutto iniziare il discorso quando vi sentite sufficientemente calme/i e in grado di controllare le vostre emozioni. Se vi sentite in ansia o tese/i rinviate ad un altro momento. Tanto mica ve lo ha ordinato il medico, no? Così come non fatevi l’autogol di iniziare a discutere di una cosa tanto importante senza che l’altro/a possa dedicarvi tutto il tempo e l’attenzione che vi occorre. Iniziare a farlo appena sta crollando dal sonno e non vede l’ora di andare a letto, oppure quando tra dieci minuti trasmettono la partita di champions league o le desperate housewives è un ottimo modo per sentirsi dire “Ti dispiace se ne parliamo dopo? Tanto saranno le tue solite seghe mentali ” (segue litigata feroce, perché non lo erano). 

Anche parlare in tono pacato, se avete tanto self control da riuscire a farlo, aiuta ad avvalorare le proprie tesi e a renderle degne di attenzione. Se iniziate ad infervorarvi e ad alzare la voce, l’altro inizierà ad entrare in risonanza e la lite da comari sul pianerottolo è garantita. Come l’applauso finale dei vicini di casa o l’arrivo della volante del 113. 

2- Decidete con cura cosa volete ottenere, tenendo presente che anche l’altro/a ha i suoi territori da difendere e li difenderà. Giacché il muro contro muro non porta da nessuna parte e rientra nella categoria “tempo sprecato” probabilmente dovrete cedere a vostra volta qualcosa se volete arrivare ad un qualche risultato utile. Quando Cristoforo Colombo andò a discutere con la regina Isabella non le chiese una flotta e diecimila uomini (il massimo risultato possibile) perché sicuramente avrebbe conseguito un rifiuto totale (il peggior risultato possibile). Ottenne il miglior risultato possibile, cioè le tre caravelle, che gli consentì di raggiungere comunque il suo scopo. 

Pertanto, dal momento che non è possibile ottenere tutto, se volete aumentare le possibilità di raggiungere le coste della vostra America personale, prendete un bel foglio di quaderno, tracciateci una croce in mezzo e iniziate a pensare e a scrivere i punti di forza e di debolezza e le opportunità e le minacce insite in ogni possibile obiettivo che vi proponete di raggiungere, attribuendo a ciascuna voce un peso da uno a dieci. Questo è utile farlo perché catturando e mettendo nero su bianco e in ordine i mille pensieri che si affollano e subito svaniscono nella nostra mente quando poi li rileggiamo tutto ci apparirà più chiaro. In questo modo potrete identificare l’obiettivo che alla fine vi darà i maggiori vantaggi ad un costo sopportabile. Una volta scelto, quello sarà il vostro traguardo principale da raggiungere e dovrete cominciare a lavorarci sopra. Se poi nel corso della discussione otterrete in più qualcuno degli obiettivi secondari, buon per voi… 

3- Preparatevi una scaletta delle vostre argomentazioni e, nei limiti del possibile, cercate di essere assertive/i, cioè di proporre soluzioni praticabili, citare dati e ricordare situazioni certe e verificabili, dunque cose difficilmente confutabili e sulle quali l’altro/a dovrà necessariamente rispondere. Evitate come la peste di scendere sul terreno delle sensazioni e delle rivendicazioni generiche o, peggio, del vittimismo. Dire frasi del tipo “Mi pare che tu non sia più lo stesso/a” oppure “Mi trascuri da troppo tempo” significa prestare il fianco a dei contropiedi devastanti e comunque doverne spiegare il perché, finendo per incartarsi e sprofondare nel mare ampio del “Ma che cazzo dici?” che è la madre di tutte le litigate ben riuscite. Una volta messa a punto la scaletta “delle dieci cosette che gli/le voglio proprio dire” cercate di memorizzarla in modo da non dimenticare nulla per strada, che sarebbe un peccato.

4- Bisogna sempre ricordare che l’altro/a, escludendo la malafede, ha spesso una visione del rapporto opposta alla vostra e sicuramente auto-assolutoria o molto benevola nei suoi confronti. Dunque avrà le sue controdeduzioni da proporvi e le sue rivendicazioni. Soprattutto se è da tempo che percepisce come qualcosa stia bollendo in pentola o se ha la coscienza non del tutto immacolata, è probabile che si sia preparato/a all’eventualità di dovervi affrontare. Quindi è necessario fare uno sforzo di fantasia e cominciare a prevedere cosa potrà dirvi, soprattutto dove cercherà di colpire duro (lo farà, non dubitate) e quali colpi di teatro potrebbe riservare, in modo da non essere spiazzate/i e impreparate/i. Diffidate sempre delle concessioni improvvise e spiazzanti, perché spesso sono avvelenate e nascondono la fregatura. Nel caso prendetene atto e dite che vi riservate del tempo per accettare. 

5- Arrivate subito al punto, non fate preamboli interminabili nel tentativo di ammorbidire la controparte che non servono a nulla se non a consentirgli di capire dove state andando a parare e ad organizzarsi la linea difensiva. Piuttosto, visto che è utile discutere con toni distesi, fate capire che (anche se non è vero) comprendete in qualche modo la posizione dell’altro/a. Questa mano tesa, generando una sorta di empatia, potrebbe indurre il vostro interlocutore a prendere in considerazione con minor tensione le vostre argomentazioni. 

In ogni caso, non fatevi fuorviare quando esponete le vostre tesi e non accettate di essere trascinati/e su un altro terreno di scontro a lui/lei più favorevole. Mia moglie, che è una combattente astuta, quando si sente alle strette prova a buttarla sulle tante cose che non faccio in casa, dove avrebbe vita facile, ma ormai conosco il trucco. Soprattutto non consentite di buttarla in caciara. In tal caso chiedete subito un break e se ne riparla quando si è più calmi. Se invece la controparte inizia a cedere e la discussione si sta avviando alla fine con alcune concessioni importanti per voi, è bene riassumere ogni tanto quello che si è detto, con frasi tipo: “quindi, sulla base di quello che hai affermato, tu accetti che…” oppure “dunque, riassumendo, tu mi dai atto che…”. Questo serve per mettere dei punti fermi ed impedire in seguito delle marce indietro o la storiella dei fraintendimenti (mi sono frainteso/a).

Bene, mi pare di avervi detto tutto quel che dovevate sapere... buona litigata e che la forza sia con voi.