domenica 26 ottobre 2014

Vienna for beginners (piccolo manuale di consigli per godersi la città al meglio)


Gironzolando una settimana per Vienna dietro a mio figlio - che ci abita da due anni - e quel moto perpetuo di mia moglie, ho avuto modo di capire un po’ meglio della prima volta che l’avevo visitata questa stupenda città e chi ci abita, dunque mi permetto di fornire qualche piccolo suggerimento che spero sia utile a chi non la conosce ancora o vuole tornare a vederla meno di fretta. Sehen Sie in Wien…

1. L’austriaco è molto preciso, non proprio come un tedesco, ma quasi. Se sul sito dell’albergo c’è scritto che le stanze sono rese disponibili dalle 14.00 e voi arrivate alle 9 di mattina, strillate, agitatevi o fate quel che volete, ma non avete speranza che s’impietosiscano e ve ne diano una. C’è scritto 14.00 e 14.00 sarà… non un minuto prima. Cosa farete per far passare le 5 ore che vi separano da una doccia calda e il letto è affar vostro, non del portiere. Tenetelo in conto quando organizzate il viaggio. 

2. Parcheggiare l’auto a Vienna costa come affittare un miniappartamento in San Babila o in Via del Corso. Dunque, aereo o treno, anche perché i viennesi guidano come schegge e se non si conosce la città si va in cerca di guai. A me è capitato di fare per tre volte il giro del Ring incastrato tra quattro file serrate di auto di gente che usciva dagli uffici senza riuscire a spostarmi di corsia. Perché puoi mettere tutte le frecce che vuoi, ma se non lo fai per tempo, nessun austriaco ti lascerà un millimetro di spazio per infilarti, anzi, serrano apposta, così impari ad essere ordinato. Per un guidatore "creativo" come noi che consideriamo il codice della strada alla stregua di una serie di consigli optional è leggermente frustrante. Questo vale anche per le precedenze. Se un austriaco ne ha diritto se la prende, costi quel che costi dal carrozziere. Dunque, non provateci a fare i bulletti "perché tanto frena". Non frenerà.

3. Se proprio non volete liberarvi del piacere della guida, attenti che a Vienna con il giallo le macchine inchiodano in attesa del rosso. Se accelerate per liberare l’incrocio come vi hanno insegnato, la tamponata è garantita. E anche lì non la prendono bene.

4. La prima cosa furba da fare appena si arriva a Vienna è entrare in metro e comperare un abbonamento settimanale o da tre giorni. Il settimanale costa una quindicina di euro (contro i 2 euro di una singola corsa), ma scoprirete presto che potendo prendere qualsiasi tram, metro sotterranea o di superficie, li ammortizzate in un giorno o due, anche perché la rete dei trasporti urbani è capillare, le corse sono a pochi minuti di attesa una dall'altra e per girare la città la metro è indispensabile. I percorsi delle diverse linee sono chiarissimi, trovi cartelli dappertutto e  ogni fermata è annunciata per tempo. Se uno riesce a sbagliarsi è davvero un fenomeno...attenti solo a non confondere la fermata di Schottentor con quella seguente di Schottenring, altrimenti sono duecento metri a piedi.

5. Sulle scale mobili della metropolitana occorre disporsi ordinatamente sul lato destro. Questo perché l’austriaco che ha fretta di prendere il treno le percorre di corsa sia in salita che in discesa e ha bisogno di spazio per farlo. Se ingombrate la corsia di sinistra della scala mobile qualche legge imperiale che non conosco conferisce all'austriaco il diritto di farvi volare via con una spinta come i birilli del bowling e senza nemmeno un “bitte…”. Dovremmo farlo anche noi con le comitive a passo d’uomo nelle calli veneziane.

6. Volendo girare Vienna e avendo le gambe buone, la città dispone di una rete di piste ciclabili vastissima e, soprattutto, con una card prepagata apposita e facilmente acquistabile si possono utilizzare delle biciclette pubbliche che si trovano dappertutto. Il trucco è che la bici è gratis se viene riportata in un qualsiasi parcheggio di scambio entro un'ora. Dopo quindi minuti (il tempo di una birra) il sistema si resetta e si può nuovamente prelevare la bici per un’altra ora gratis. Quindi con una decina di birre si può girare in bici per tutto il giorno a sbafo. Se invece preferite rimanere pedoni, attenti quando passate sulle piste ciclabili. Il ciclista austriaco se siete in mezzo alla pista riterrà suo diritto travolgervi in quanto violatori dell’ordine costituito. Dunque, occhio….

7. Nessun autista di tram ti aprirà mai la porta perché non è compito suo. Dunque è inutile sia sbracciarsi per chiamare la fermata (si fermano a prescindere) sia tirare manate furibonde sulla fiancata del tram per farsi aprire e gridare “ma vaffa…” quando il tram riparte senza averti preso a bordo. La porta te la devi aprire tu schiacciando l’apposito pulsante. E' piccolino, ma c'è...

8. L’austriaco è profondamente diverso dal tedesco, non solo per temperamento, capacità di socializzazione e sense of humour ma anche come lingua parlata. I viennesi spesso parlano tra loro in uno slang incomprensibile anche a Goethe e questo vale anche per la pronuncia di alcune parole che vengono troncate quasi all’americana, per cui Master diventa "Masta" e dunque se il cameriere o il portiere dell’albergo ad una vostra richiesta rispondono “Supa!” non offendetevi: vuol dire “Super!” e non “Suca!”. Pertanto non è il caso di rispondergli “a sòreta…”

9. Conoscere un minimo di tedesco basic è consigliabile. L’austriaco, come il tedesco, parte dal principio che “sei tu che sei venuto a visitare noi, quindi se non capisci una mazza è affar tuo..” . Dunque rassegnatevi… dai menu dei ristoranti agli annunci in metropolitana, tutto è espresso rigorosamente in tedesco, a parte le macchinette per acquistare i biglietti della metro, che hanno la versione in italiano. Ma in questo caso è abbastanza inutile perché molti italiani, visto che apparentemente nessuno controlla, tendono a viaggiare a sbafo (ma quando ti beccano, e ti beccano anche fuori dal mezzo perché arrivano in incognito e ti mostrano il tesserino quando non puoi scendere in corsa, sono 150 euro di multa). La conoscenza di un minimo di tedesco vi eviterà anche di dire a dei vostri amici ancora in albergo, come ho sentito fare da due connazionali, di raggiungervi in via Haltestelle. Non vi troverete mai perché quel che avete appena letto sulla pensilina del tram significa “fermata” e non è il nome della strada.

10. Se proprio volete essere gentili e snocciolare un po’ di tedesco sappiate che per chiedere il conto si dice “zahlen, bitte…” e non come ho sentito dire “zahn bitte…” altrimenti il cameriere vi mostrerà la dentatura e se ne andrà lasciandovi basiti. Vi mostrerà la dentatura anche se non lasciate la mancia... ma questo è un altro discorso.

11. A Vienna si può mangiare tanto e a buon prezzo ovunque a qualsiasi ora del giorno. Basta prendere il Tages menu (a volte i ristoranti ne propongono due o tre con prezzo diverso) e si è sicuri di mangiare bene e non ci sono sorprese con il conto anche perché in Austria non esiste il coperto. Se si va di fretta e si preferisce lo street food, nelle stazioni della metro ci sono fior di rosticcerie, kebabbari, hamburgherie e soprattutto Nord See che è una catena di negozi specializzati nel pesce che offre anche panini deliziosi con tonno, aringhe e altro. Comunque, nei ristoranti evitate di scegliere cibi fuori dal menu giornaliero per non farvi maledire dal cuoco e soprattutto di prendere il vino che è mediamente caro. Questo vale anche per il Kaiserschmarrn che bisogna provare una volta nella vita, ma che per essere fatto a regola d’arte richiede almeno 25-30 minuti e diverse passate tra padella e forno, quindi vi conviene ordinarlo subito anche se è un dolce…

12. Inutile inorridire: la zuppa (di cavolo, zucca o vegetali di stagione) come primo piatto in Austria è inevitabile e la salsina di mirtilli servita con la schnitzel fa impressione, però alla fine è ottima. Come tutta la cucina austriaca. Provate… 

13. Fare colazione in albergo o in pasticceria a Vienna costa una cifra, anche se prima o poi una fetta di torta da Aida o da Sacher va provata. Molto meglio entrare nelle tante panetterie che sfornano pani, strudel e focacce a ciclo continuo e che trovate aperte anche nelle stazioni della metro ad ogni ora. Anche il caffè è discreto, un po’ lungo, ma discreto…

14. Va bene che siete colti, ma John Steinbeck non è mai stato a Vienna e comunque la catena affollatissima di caffetterie americane che pullula in città si chiama Starbucks e quindi se, come un'amica al nostro ritorno, ci domandate: "Siete stati da Steinbeck?" magari non capiremo. Ad ogni modo, se proprio volete sostare in uno Starbucks (nulla di speciale a parte il brivido di dire ci sono stato), conservate lo scontrino perché nel caso di un'emergenza idrica improvvisa, contiene il codice da digitare sulla pulsantiera elettronica che dà accesso al bagno del locale. Se l'avete perso, o ve la tenete o vi prendete un altro caffè. Non c'è alternativa.

15. Entrare in una birreria e ordinare una Nastro Azzurro non è una buona idea. Ogni birreria produce con orgoglio la propria birra. Sarebbe come entrare in una concessionaria Volkswagen e chiedere una FIAT. Non capirebbero.

16. E’ inutile che poi scriviate recensioni indignate su Trip Advisor perché la direzione dell’albergo non vi ha consentito di fare incetta di panini, salumi e formaggio e di portarveli in camera. "Frühstück" significa prima colazione e non “Preparo il pranzo al sacco per tutta la comitiva”. Comunque, nella frenesia di riempirvi piatti, bicchieri e tazzine di ogni ben di dio, visto che li avete pagati, state attenti a non mettere una mestolata di yogurt nel caffè scambiandolo per panna di latte. Succede più spesso di quanto non si creda. Ad ogni modo, come ho detto in precedenza, fare colazione in albergo costa una cifra (tra i 15 e i 20 euro a persona) e quindi conviene prendere la camera senza colazione e poi farla come tutti i viennesi nelle panetterie (in quasi tutti i locali ci si può sedere al tavolo e alcuni offrono perfino un apposito menù a prezzo fisso della Frühstück) dove hai di tutto e di più, caffè compreso, i dolci e le brioches sono appena sfornate e paghi la metà.

Ah… sempre a proposito delle colazioni, non barate per farvi vedere viaggiatori esigenti e raffinati… lo sappiamo tutti che la vostra colazione tipo è un caffettino ingurgitato al volo nel bar sottocasa assieme ad una gommosa brioscina confezionata. Dunque è inutile scrivere per ritorsione, come ho appena letto del nostro albergo a firma di un tale Alberto di Milano, che una colazione con quattro tipi di marmellate, muesli, yogurt, pane, burro, miele, cioccolata, macedonia, salumi, formaggi, strudel e perfino wurstel, cetrioli e uova sode è “ridicolmente scarsa per un albergo a quattro stelle”. Alberto, per dirtela in milanese, vadaviaiciàpp, va