giovedì 13 febbraio 2014

L'intermezzo dello scrittore dubbioso


Ho già in mente a grandi linee (molto grandi) il prossimo post e potrei anche mettermi alla tastiera e pubblicarlo alla svelta in quanto grazie al mestiere che ho fatto e che ancora mi diverto a fare per gli amici di questo blog ho imparato da tempo a scrivere velocemente, giacché questa per un comunicatore è la condizione primaria per la sopravvivenza in azienda. Non tanto per la faccenda del leone e della gazzella che si svegliano alla mattina e dopo aver pensato: "Ma che due palle, però..."sanno che dovranno correre fino a sera per sopravvivere, quanto perché quando il Grande Capo Megagalattico si affaccia alla porta del tuo ufficio alle quattro del pomeriggio e ti chiede se puoi scrivergli venti cartelle su un certo tema per la mattina dopo che deve intervenire a un convegno a Roma, di solito l'alternativa è procedere immediatamente ad una ricca spremuta di meningi sperando che la Dea del déjà vu e dell'ovvietà ti sia ancora amica o ringraziare chi ha inventato il "copia e incolla" (che tanto i precedenti discorsi mica se li ricorda e la zuppa è sempre quella...). Altrimenti, nel caso di horror vacui davanti allo schermo o al foglio ancora bianco per sindrome da carenza creativa o di un soprassalto di orgoglio che ti induca a rammentargli che il tuo ruolo non è necessariamente quello di scriba del faraone è bene prendere in considerazione la prospettiva di avviare in un breve lasso di tempo una nuova attività con un ampio ventaglio di prospettive che andranno dallo scrivere necrologi, oroscopi, i cinema in città, le previsioni meteo e le cronache di cresime e comunioni per i bollettini parrocchiali oppure fare concorrenza a quello che lava i vetri al semaforo (sempre che accetti le regole del libero mercato). Dunque, appurato che so scrivere velocemente (bene o male, questo lo sapete voi) immagino vi starete domandando perché non lo faccia ancora.

Sembra tutto in ordine a Vienna, ma l'elfa noterà subito
 la ciabatta spaiata sotto alla finestra. Sono cavoli tuoi, figliolo...

In realtà temporeggio in quanto sono indeciso sul da farsi, dato che da qualche giorno sono di fronte ad una novità interessante che potenzialmente può scombinare tutti i miei piani editoriali. Infatti, l'elfa M.D.C.(mia diletta consorte) con una mossa di blitzkrieg da fare impallidire Rommel ha deciso di effettuare in anticipo la minacciata Ispezione Generale di Primavera all'appartamentino di mio figlio nel suo ostello universitario viennese. Pertanto aspetto comprensibilmente le prime cronache danubiane che si preannunciano gustose e mi hanno già regalato l'espressione di mia moglie quando dopo aver affidato al giovanotto l'incarico via Skype di trovarle un albergo vicino, confortevole e a buon prezzo (che lei è notoriamente di braccino corto) a prenotazione avvenuta e pagata si è sentita chiedere: "Mamma, ti crea problemi se l'albergo è nel quartiere a luci rosse?". Per questo ho già scommesso una birra con i miei amici su Facebook che la prima cosa che mia moglie farà entrando nell'appartamentino di mio figlio sarà quella di passare il dito sul primo mobile che incontrerà e dire "Va bene studiare, ma un minutino per togliere la polvere proprio non lo si trova, vero?". Mi piace vincere facile. 

Quelle che quando vengono a vivere con te ribaltano la tua casa da single
 e per prima cosa iniziano a sequestrare tutti i liquori, che fanno ingrassare...

Anche perché ricordo come fosse oggi il giorno in cui l'elfa M.D.C. affascinandomi con le sue arti seduttive prese possesso manu militari della mia minuscola casetta da single con vista sui tetti dell'Arsenale che a me pareva tanto linda e ordinata, ma a lei no. Di conseguenza mi fu subito chiaro come il suo proposito di ribaltarmela da cima a fondo non fosse una boutade ma andasse preso alla lettera. E siccome la forza del tornado elfico dopo alcuni raid nella sua stanza qui a casa e nella sua lontana dimora di Casorate (quando era in stage) è nota anche a lui, già vedo il mio erede impegnato in queste ore a strofinare affannosamente il lavabo del bagno con il Viakal o sento il suo grido affranto "No! il forno no!" mentre si avvinghia allo sportello come le casalinghe nei migliori caroselli. Così, per amor paterno e perché mi diverto a tenerlo sulle spine, lunedì sera, appena l'Euronight per Vienna ha preso il largo dalla stazione di Mestre, ho contattato l'erede confermandogli: 
A) che la madre era partita (e ora erano cavoli suoi)
B) che era convocato tassativamente per le ore 08.10 in punto alla Westbanhof
Inoltre, gli ho domandato, visto che per uno che si sta specializzando in logistica dovrebbe essere una banalità, quale programma avesse redatto per le giornate viennesi di sua madre, magari visualizzandomelo in un file di Excel sotto forma di diagramma di Gantt. Quindi l'ho lasciato snocciolare tutta una serie di edificanti e ben congegnate visite a musei, palazzi imperiali e chiese varie, ivi comprese un paio di birrerie storiche, la degustazione della vera Sachertorte e una passeggiata per le vie dello shopping elegante (questa messa non a caso nella speranza che ci scappi il paio di jeans per lui). Tutto questo prima di annunciargli: "Scusa... ma tu lo sai che la mamma vuole ballare tango, vero?" di godermi il suo atteso: "Cooosa? Stai scherzando, spero..." e di replicargli "No, affatto... si è messa un paio di scarpe in valigia e anche un abito da sera. Vedi tu...". Purtroppo è stato un vero peccato che non fosse collegato con la webcam perché mi sono perso il suo pallore improvviso.


Così, nell'attesa di conoscere l'esito della visita ispettiva, i racconti delle parti in causa e di decidere se ne valga la pena di scriverci sopra, ho pensato di ripostare una mia intervista dello scorso anno su 7 Gold nella quale parlo dei miei gialli e che ormai non è più disponibile sul sito dell'emittente. Prendetela non tanto come una marchetta pubblicitaria (anche se ne ha tutta l'aria), ma come l'intermezzo dello scrittore in attesa. Buona visione...