domenica 1 gennaio 2012

Manuale d'uso semiserio su come chiarirsi con il partner e (soprav)vivere felici e contenti.


Sarà il lungo periodo festivo da trascorrere assieme, sarà lo stress dei regali fatti e ricevuti, sarà il fatto di ritrovarsi improvvisamente in mutande dopo che ci avevano detto che la crisi era solo un’invenzione della sinistra, sarà l’anno bisestile che sta iniziando a produrre i suoi effetti o l’avvicinarsi della profezia dei Maya, fatto sta che nella cerchia dei nostri amici (ma anche tra quelli di mio figlio) è aumentato prodigiosamente lo stato di litigiosità di coppia e quindi si è fatto largo uso del temutissimo “Discorso di chiarimento tra noi”. L’ultimo esempio, di qualche sera fa, riguarda una coppia di nostri amici che adorano litigare tra loro con una costanza degna di ammirazione da quando li conosciamo, cioè circa 20 anni. Il motivo del contendere questa volta è stato il rifiuto del padre di concedere alla figlia diciassettenne di trascorrere il capodanno con altri amici di scuola in una malga dalle parti di Tarvisio. Rifiuto motivato con il pretesto che la giovincella avrebbe raggiunto il luogo a bordo della macchina guidata dal suo ragazzo, diciottenne neopatentato. 


In realtà, la vera preoccupazione del padre, gelosissimo della figlia, riguardava un altro aspetto intuibile, collegato alla presenza del ragazzo. Infatti, il suo intento era quello di preservare il candore ingenuo della figlia dagli ardori del giovanotto (mio figlio, che conosce bene la ragazza, quando l’ha saputo ha ridacchiato maligno e ha detto che ormai c’era ben poco da preservare…). Comunque fosse, nel giro di pochi attimi tra marito e moglie (pronta a sposare qualsiasi causa pur di fare la bastian contraria) si è arrivati all’atteso: “bisogna che io e te chiariamo il nostro rapporto perché così non si può più andare avanti” e il risultato finale è stato che il marito è andato furibondo a dormire da sua madre - che non si pensi che il “torno dalla mamma” sia prerogativa solo femminile - e la moglie è stata due ore al telefono a sfogarsi con la mia, che Dio solo sa perché ha tanta pazienza soltanto con le amiche…

Che poi sarebbe bastato attendere qualche ora e tutto si sarebbe risolto perché, poco dopo la litigata, il padre del ragazzo, timoroso che il figlio fresco di patente andasse in giro nottetempo per le stradine ghiacciate della montagna friulana con la sua Audi nuova di pallino (non si sa per quale dei due fosse più preoccupato), gli ha negato l'uso dell'auto e i così due piccioncini hanno trascorso un bel capodanno in famiglia tra genitori riappacificati a forza, nonni, zii e amici (vi lascio immaginare con quale umore). Dunque, un discorso di chiarimento sprecato e del tutto inutile se non ad accrescere l'uso delle 2 pastiglie di Maalox o delle 15 gocce di Lexotan tra le parti in conflitto.


Di solito, anche se comprendo perfettamente come a volte sia irresistibile la voglia di uno scatto d’orgoglio e di guardare l’altro/a nel bianco degli occhi per spiattellargli sul muso tutto quello che non va nel rapporto, io sconsiglio sempre agli amici di arrivare a quel punto, non tanto in nome di un remissivo quieto vivere, ma perché due mogli, un contesto lavorativo molto competitivo e un figlio fiero ed orgoglioso quanto basta per sconfinare nel testardo mi hanno insegnato da tempo che il “discorso di chiarimento” quando le relazioni e le parti in commedia sono sedimentate da tempo non solo non chiarisce una cippa ma di solito rende le parti ancora più lontane e conflittuali. Nella migliore delle ipotesi porta ad un armistizio instabile e rancoroso, tipo le due Coree. 

Addirittura, mia moglie, che ne sa a pacchi, quando sente che sto entrando in fibrillazione da discorso di chiarimento mi stoppa subito con un: “Se vuoi andare avanti fallo pure, ma sappi che vai incontro a un muso lungo di quelli bimestrali, altrimenti lascia perdere e porta a spasso il cane così ti rinfreschi le idee e ti passa” . Siccome so che a quel punto l'andare avanti nel discorso vorrebbe dire far la fine della cavalleria polacca che caricava i panzer tedeschi con le lance,  lascio perdere, vado per campi con il bretone e, in effetti, dopo mi passa.


Forse al posto della catarsi suicida dello scontro frontale sarebbe preferibile l'approccio filosofico low profile di mia suocera che tiene in cucina da diverso tempo un gratta e vinci da 10 euro che - mi ha detto - non gratterà mai, perché così avrà sempre in serbo una carta da giocare che facendole vincere 1 milione di euro le potrà cambiare la vita. Il giorno che lo grattasse e scoprisse di non aver vinto nulla oltre ai 10 euro avrebbe perso anche quel suo whisful thinking. Dunque quella sua possibilità teorica di cambiamento se la tiene stretta, come una potente fleet in being sempre all'ancora nel porto e al sicuro, ma che però un giorno potrebbe anche uscire in mare a combattere. 


Comunque, se proprio non riuscite a fare a meno di pensare a quanto sarebbe bello azzannare il vostro partner alla giugulare come foste un Pitbull o se fate parte di quella corrente di pensiero del “meglio una fine terribile che un terrore senza fine”, per avere un minimo di possibilità che il discorso di chiarimento funzioni, beh … almeno preparatevelo per bene. Che, come direbbe Bersani, "Non siamo mica qui a giocare a calcio con le infradito!"

Provo pertanto a suggerire qualche regola d’ingaggio che con i dovuti adattamenti può andare bene per i “discorsi di chiarimento” con mariti, mogli, amanti, figli, suoceri, parentame vario, badanti moldave e anche situazioni lavorative, riunioni condominiali e, insomma, ovunque ci venga l’impulso irresistibile di rovinarci la vita e rovinarla agli altri con una bella litigata. Diciamo che seguendo quello che sto per dire, potrete migliorare le vostre possibilità di uscirne bene. Dunque i comportamenti che potrebbe esser utile adottare sono: 



1- Non lasciate che a scegliere il quando e il come accadrà sia la casualità o l’irritazione per quella che vi sembra l’ennesima provocazione (tanto meno che il momento lo scelga la controparte). In tal caso probabilmente sareste in preda all’emozione o alla rabbia e quindi poco lucide/i. Quando si è “su di giri” di solito ci si dimentica di dire almeno la metà delle cose che volevamo ringhiargli addosso, oppure ci si lascia facilmente portare fuori strada finendo per litigare su questioni secondarie. Dovete scegliere con cura il momento e il luogo e soprattutto iniziare il discorso quando vi sentite sufficientemente calme/i e in grado di controllare le vostre emozioni. Se vi sentite in ansia o tese/i rinviate ad un altro momento. Tanto mica ve lo ha ordinato il medico, no? Così come non fatevi l’autogol di iniziare a discutere di una cosa tanto importante senza che l’altro/a possa dedicarvi tutto il tempo e l’attenzione che vi occorre. Iniziare a farlo appena sta crollando dal sonno e non vede l’ora di andare a letto, oppure quando tra dieci minuti trasmettono la partita di champions league o le desperate housewives è un ottimo modo per sentirsi dire “Ti dispiace se ne parliamo dopo? Tanto saranno le tue solite … mentali ” (segue litigata feroce, perché non lo erano). 


Anche parlare in tono pacato, se avete tanto self control da riuscire a farlo, aiuta ad avvalorare le proprie tesi e a renderle degne di attenzione. Se iniziate ad infervorarvi e ad alzare la voce, l’altro inizierà ad entrare in risonanza e la lite da comari sul pianerottolo è garantita. Come l’applauso finale dei vicini di casa o l’arrivo della volante del 113. 

2- Decidete con cura cosa volete ottenere, tenendo presente che l’altro/a ha i suoi territori da difendere e li difenderà. Giacché il muro contro muro non porta da nessuna parte e rientra nella categoria “tempo sprecato” probabilmente dovrete cedere a vostra volta qualcosa se volete arrivare ad un qualche risultato utile. Quando Cristoforo Colombo andò a discutere con la regina Isabella non le chiese una flotta e diecimila uomini (il massimo risultato possibile) perché sicuramente avrebbe conseguito un rifiuto totale (il peggior risultato possibile). Ottenne il miglior risultato possibile, cioè le tre caravelle, che gli consentì di raggiungere comunque il suo scopo. 



Pertanto, dal momento che non è possibile ottenere tutto, se volete aumentare le possibilità di raggiungere le coste della vostra America personale, prendete un bel foglio di quaderno, tracciateci una croce in mezzo e iniziate a pensare e a scrivere i punti di forza e di debolezza e le opportunità e le minacce insite in ogni possibile obiettivo che vi proponete di raggiungere. Questo è utile farlo perché catturando e mettendo nero su bianco e in ordine i mille pensieri che si affollano e subito svaniscono nella nostra mente quando poi li rileggiamo tutto ci apparirà più chiaro. In questo modo potrete identificare l’obiettivo che alla fine vi darà i maggiori vantaggi ad un costo sopportabile. Una volta scelto, quello sarà il vostro traguardo principale da raggiungere e dovrete cominciare a lavorarci sopra. Se poi nel corso della discussione otterrete in più qualcuno degli obiettivi secondari, buon per voi… 



3- Preparatevi una scaletta delle vostre argomentazioni e, nei limiti del possibile, cercate di essere assertive/i, cioè di proporre soluzioni praticabili, citare dati e ricordare situazioni certe e verificabili, dunque cose difficilmente confutabili e sulle quali l’altro/a dovrà necessariamente rispondere. Evitate come la peste di scendere sul terreno delle sensazioni e delle rivendicazioni generiche o, peggio, del vittimismo. Dire frasi del tipo “Mi pare che tu non sia più lo stesso/a” oppure “Mi trascuri da troppo tempo” significa prestare il fianco a dei contropiedi devastanti e comunque doverne spiegare il perché, finendo per incartarsi e sprofondare nel mare ampio del “Ma che c...o dici?” che è la madre di tutte le litigate ben riuscite. Una volta messa a punto la scaletta “delle dieci cosette che gli/le voglio proprio dire” cercate di memorizzarla in modo da non dimenticare nulla per strada, che sarebbe un peccato.

4- Bisogna sempre ricordare che l’altro/a, escludendo la malafede, ha spesso una visione del rapporto opposta alla vostra e sicuramente auto-assolutoria o molto benevola nei suoi confronti. Dunque avrà le sue controdeduzioni da proporvi e le sue rivendicazioni. Soprattutto se è da tempo che percepisce come qualcosa stia bollendo in pentola o se ha la coscienza non del tutto immacolata, è probabile che si sia preparato/a all’eventualità di dovervi affrontare. Quindi è necessario fare uno sforzo di fantasia e cominciare a prevedere cosa potrà dirvi, soprattutto dove cercherà di colpire duro (lo farà, non dubitate) e quali colpi di teatro potrebbe riservare, in modo da non essere spiazzate/i e impreparate/i. Diffidate sempre delle concessioni improvvise e spiazzanti, perché spesso sono avvelenate e nascondono la fregatura. Nel caso prendetene atto e dite che vi riservate del tempo per accettare. 


5- Arrivate subito al punto, non fate preamboli interminabili nel tentativo di ammorbidire la controparte che non servono a nulla se non a consentirgli di capire dove state andando a parare e ad organizzarsi la linea difensiva. Piuttosto, visto che è utile discutere con toni distesi, fate capire che (anche se non è vero) comprendete in qualche modo la posizione dell’altro/a. Questa mano tesa, generando una sorta di empatia, potrebbe indurre il vostro interlocutore a prendere in considerazione con minor tensione le vostre argomentazioni. 


In ogni caso, non fatevi fuorviare quando esponete le vostre tesi e non accettate di essere trascinati/e su un altro terreno di scontro a lui/lei più favorevole. Mia moglie, che è una combattente astuta, quando si sente alle strette prova a buttarla sulle tante cose che non faccio in casa, dove avrebbe vita facile, ma ormai conosco il trucco. Soprattutto non consentite di buttarla in caciara. In tal caso chiedete subito un break e se ne riparla quando si è più calmi. Se invece la controparte inizia a cedere e la discussione si sta avviando alla fine con alcune concessioni importanti per voi, è bene riassumere ogni tanto quello che si è detto, con frasi tipo: “quindi, sulla base di quello che hai affermato, tu accetti che…” oppure “dunque, riassumendo, tu mi dai atto che…”. Questo serve per mettere dei punti fermi ed impedire in seguito delle marce indietro o la storiella dei fraintendimenti (mi sono frainteso/a). 


Ecco, questo è tutto e se proprio, malgrado tutti questi accorgimenti, non riuscite ancora a chiarirvi per benino con la vostra controparte e poi state per mesi a tenervi il broncio, allora fate come mia suocera e quel vostro gratta e vinci non grattatelo...  sapere di averlo sempre a disposizione ci fa  vivere sereni lo stesso.
Ah! Non è affatto un caso se le belle immagini che illustrano il post sono tratte dal sito demotivazionale:  www.despair.com

30 commenti:

  1. Grande Carlo !! Un signor post di quelli che ci regali x viziarci :) .. peccato non averti conosciuto prima, avrei evitato un natale di qualche anno fa di dire, prendendo elegantemente un'ombrello, al mio ex compagno:
    "adesso o esci dalla porta o dalla finestra" il tutto brandendo minacciosamente l'ombrello .. una scena memorabile, che ha avuto lo scopo su citato .. è uscito dalla porta, perchè mi spiaceva sporcare il cortile :DD .. e comunque son zitella perchè son fumina, potrei avere anche una muta di cani da portar fuori, al ritorno lo strillone lo farei ugualmente ... sangue freddo? What is this ?

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  2. @Pat: Non sei sola. Effettivamente c'è in giro un buon numero di gente fumina (e insospettabile) che in queste faccende va subito al sodo. Per esempio una nostra amica timidissima, una studiosa sprofondata tra i suoi libri e molto tranquilla, quando ha saputo che il suo compagno aveva una giovane amante, senza strepitare più di tanto lo ha preso letteralmente a calci nel sedere finché lui le ha chiesto perdono. Non ci crederai, ma stanno ancora assieme...
    Forse il tuo metodo dell'ombrello non è mica male. Dipende dall'uso che volevi farne sul tuo ex compagno.
    Ciao

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  3. Caro Carlo i tuoi consigli presuppongono un self control che non ho mai avuto né avrò mai. Io sono del tipo "evito di litigare finché non è proprio necessario" che porta conseguenze nefaste solo a me. Perché covare rancore è la peggior forma di autodistruzione. Del resto, detesto gli urlacci, la mia famiglia di origine ne era specializzata, ho sentito urlare e rinfacciare di tutto, e piuttosto che ritrovarmici dentro ancora evito. Anche perché so che se anche io seguissi alla lettera il tuo decalogo, la controparte non lo farebbe di sicuro e tutto precipiterebbe nella cagnara.
    Ciao!

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  4. Detesto litigare e detesto i combattimenti. Provato ad evitare di litigare e va a finire che dopo il dito ti si prendono il braccio, e fanno sempre peggio.
    Vivere insieme mi sembra eroico.
    Tuttavia i tempi grami che ci attendono non lasciano scampo.
    Mi piace il post, ma è troppo lungo...per me, almeno.
    Invece il foglio con la partizione crociata credo sia un buon metodo!

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  5. Cioè...detestAVO litigare.
    Oggi mi è IMPOSSIBILE non alzare la voce, protestare e rompere, per imporre il mio punto di vista.
    Mi è molto difficile farmi rispettare.
    E questo succede poichè metto sempre bene in vista le mie debolezze, e agisco con estrema sincerità e lealtà. E proprio la sincerità mi ha fatto perdere dei bei punti. Perchè nella vita vince chi bleffa.

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  6. Ciao Carlo, sono capitata qua casualmente per il solito gioco di rimbalzo di link da un blog all'altro e la prima cosa che ho pensato è che "casualmente" non è "per caso": infatti questo post sembra scritto appositamente per me, che proprio in questo momento sto subendo le conseguenze di un "discorso di chiarimento", che io ancora dopo 20 e passa anni, mi ostino a fare...e sopratutto mi ostino a sperare che possa sortire davvero un qualche effetto.

    In realtà succede proprio come scrivi tu, ossia che "non chiarisce una cippa ma di solito rende le parti ancora più lontane e conflittuali. Nella migliore delle ipotesi porta ad un armistizio instabile e rancoroso, tipo le due Coree." Non avresti potuto esprimerlo meglio, bisogna che me lo segni su un foglietto da tenere a portata di mano da leggere all'occorrenza e all'emergenza ;-)

    Questo post è davvero geniale nella sua verità :-)

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  7. Strepitoso, veritiero e dettagliatissimo post.
    Complimenti!

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  8. @Maude Chardin: A quanto pare sono della tua stessa stirpe. Sono uno dei pochi che ancora provano fastidio sommo nell'andare in urto con le altre persone e litigare. Mi ostino ad essere comprensivo e tollerante fino ai limiti dell'accanimento terapeutico sulla mia pazienza. Però, all'ennesimo sgarbo oltre l'ampia linea di demarcazione della mia tolleranza, preferisco essere molto tranchant e chiudere radicalmente il rapporto senza troppe spiegazioni e quando chiudo la porta, di solito non la riapro più. Diciamo che l'esperienza mi ha insegnato che è meglio provare a ragionare fino all'estremo limite oltre il quale l'avvoltoio della stupidità inizia a posarsi sopra la tua spalla, ma se proprio uno insiste e se scontro dev'essere, meglio andarci preparati e non a mani nude (metaforicamente). Da qui, e dalla lettura di tanti post sull'orlo della crisi di nervi è nata l'idea di scrivere questo piccolo manuale tra lo scherzoso e il serio che riassume in piccolissima parte alcune delle cose che insegno quando affronto il tema della negoziazione all'interno del corso sulla Leadership. Naturalmente io mi limito a fornire a titolo di esempio dei modelli di comportamento e delle pratiche collaudate e funzionanti, poi ciascuno, se vuole, ne prende le parti che sente più adatte al proprio stile di rapportarsi con gli altri, oppure decide che non sa che farsene perché gli piace troppo buttarla sulla sceneggiata classica con i piatti che volano. Scelta, questa, del tutto lecita.
    Dunque, se la tua indole e la tua esperienza ti suggeriscono di non andare allo scontro perché il rapporto costi/benefici non sarebbe favorevole, fai benissimo, ci mancherebbe...
    Ciao, un abbraccio
    Carlo

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  9. @nellabrezza: mi dispiace che tu stia attraversando un periodo di tensione come dici nel tuo commento. Spero sia un momento passeggero, come può capitare a qualsiasi coppia nella vita. Sono d'accordo sul fatto che vivere insieme a volte (non sempre) richieda sfoggio di eroismo o comunque di una grande tolleranza e comprensione (possibilmente non a senso unico)un po' meno sul fatto che nella vita debba vincere sempre chi bleffa. Uno può magari aggiudicarsi con la furbizia qualche round, ma poi, siccome il tempo è galantuomo, la correttezza etica e la limpidezza nei comportamenti prevalgono a lungo andare perché la faccia la può perdere soltanto chi non è onesto con gli altri e si è costruito un personaggio senza attinenza con la sua realtà. Prima o poi quelli così, fanno qualche sbaglio e la faccia la perdono. Garantito.
    Ciao

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  10. @ellevibi: ciao, è un piacere conoscerti. Sono passato a guardare il tuo blog e mi sembra molto piacevole e interessante, tratti argomenti in cui mi riconosco e dunque lo seguirò volentieri. Ti ringrazio per i complimenti che mi fai e se il mio post ti è stato utile in qualche modo, beh, la cosa mi fa molto felice.
    Ciao, tantissimi auguri e a presto.
    Carlo

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  11. @Giorgio Giorgi: caro Giorgio, grazie per i tuoi complimenti che mi hanno fatto molto piacere e mi rendono particolarmente orgoglioso, visto che provengono da un professionista del settore.
    Tanti auguri per un grande 2012
    Ciao.
    Carlo

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  12. mi piacciono le immagini collegate ai consigli.
    il discorso di chiarimento mi è impossibile da mesi. io sono quella che si apre, butta fuori se stessa, con sincerità e attenzione, alla fine dall'altro arrivano solo silenzi. e non c'è soluzione se fai una domanda e come risposta hai un silenzio che dura giorni, e poi si passa sopra, oltre, con indifferenza, come se non sia importante la serenità delle persone che ti vivono vicino. ecco, io non posso mettere in pratica i tuoi consigli perchè in primis dovrei avere una persona disposta al confronto e non un rullo compressore senza sentimenti che passa sopra a tutto e a tutti.

    (scusa, ti ho invaso con le mie di lamentele, mi dispiace tanto!)

    comunque sia tu scrivi talmente bene e riesci a penetrare così in profondità l'animo umano che è sempre un arricchimento leggere i tuoi post (e i tuoi commenti) ;)

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  13. @Trilly: cara Trilly, capisco perfettamente il momento delicato che stai attraversando, ci sono passato anch'io molti anni fa e ti sono vicino, quindi scrivimi pure quando vuoi e tutto quello che vuoi, se ti aiuta a stare meglio e a vedere le tue cose con chiarezza. Il silenzio degli altri alle volte ci spiazza e ci fa paura perché non sappiamo come gestirlo, eppure il "non detto" è una forma importante di comunicazione. Bisogna solo capire come interpretarla correttamente. Ci sono tanti perché nel silenzio degli altri. Ci sono dei silenzi di pura arroganza perché ci si sente superiori, dei silenzi perché si sa di essere in colpa e non vogliamo essere costretti ad ammetterlo e dei silenzi perché non siamo più capaci di ascoltare gli altri. Magari il tuo compagno non ti risponde perché tu sbagli l'approccio e lui non desidera giungere ad un confronto che lo metterebbe a disagio e di fronte a delle scelte difficili. Sforzati di vedere le cose anche dal suo punto di vista. E' un buon sistema per aiutare la tua intelligenza e la tua sensibilità a trovare gli argomenti e l'approccio giusti per ripristinare un dialogo.
    Un abbraccio.
    Ciao

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  14. Ma i rapporti tra le persone debbono sempre frutto di elucubrazioni e ragionamenti e "tecniche" e negoziazioni per addivenire ad "accordi" ? Non ci dovrebbe essere unità di intenti nelle relazioni? C'è chi dice che se non si vogliono le stesse cose tanto vale non iniziare neppure... sarebbe più auspicabile guardare nella stessa direzione piuttosto che guardarsi solo dentro o negli occhi ? e che fine fa l'attrazione istintiva? e che fine fa l'amore a prima vista?...scusa le troppe domande. sono vecchia (quasi) ma ho molteplici dubbi, come gli adolescenti, quasi come se dovessi ri-vivere tutte le esperienze fin qui fatte...

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  15. e complimenti per il tuo blog, per suscitare così tanta attenzione e simpatico interesse...!

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  16. @nellabrezza: Poni delle domande importanti che mi sono spesso posto a mia volta. Se me le avessi fatte attorno ai 35 anni quando ero nel pieno delle mie movimentate avventure sentimentali ti avrei risposto diversamente da come ti rispondo ora che vivo tutto sommato felicemente con quella che da 27 anni è la (meravigliosa) compagna della mia vita. In questo periodo di tempo l'esperienza mi ha insegnato che nelle relazioni di lunga durata tra le persone l'amore, un po' come i nostri corpi e il desiderio, si evolve e cambia pelle, passando dalla passione a qualcosa di più radicato e profondo, che avverti di meno, tanto che a volte pensi non ci sia più e rimani delusa. Soprattutto cambiano il modo di rapportarsi nella relazione e le nostre esigenze che talvolta non sono più quelle dell'altro. Ma questo non vuol dire che ci si voglia meno bene, ma solo che lo si fa in modo diverso. E' fisiologico non essere più gli stessi e con gli identici slanci di quando si è iniziata la storia e dobbiamo accettarlo serenamente. Magari, quando proprio siamo in crisi, proviamo a mettere su un piatto della bilancia tutti gli anni e le cose belle vissute assieme (che quando siamo delusi da come vanno le cose tendiamo a dimenticare) e sull'altro mettiamo le fasi mediocri e litigiose degli ultimi tempi. Vedrai che difficilmente i piatti penderanno dalla parte sbagliata. Ed è proprio per il rispetto delle nostre storie e per il valore che ancora attribuiamo loro che vale la pena di parlarsi e di confrontarsi.
    Ciao

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  17. Il tuo manuale è stupendo,spiritoso, esauriente e competente, ma io non sarei mai capace di seguirne i saggissimi dettati!
    Auguri a tutte le coppie in perenne chiarimento! mg

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  18. meno male che vivo sola - con la mia gatta... così non mi devo leggere tuttò stò papiè...de roba!!!

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  19. Caspita! Oltre al post come dice Giorgio è tutto strpitoso, tu poi mi sembri un psicanalista che parla seduto vicino al lettino di un paziente.
    Non c'è che dire, sei molto, molto saggio.
    E' stato detto molto, tutto, io dico solo una mia banalità:- fate l'amore, non fate la guerra.-

    Avendo avuto modo di conoscere un pochino tua moglie devo dire che è una donna da prendere ad esempio, è ingambissima a dir poco, che sia stata lei ad instillarti tutte queste perle di saggezza? Scherzo Carlo, sono sempre dalla sua parte eh?
    Amici del blog, Carlo è un uomo bello , alto, imponente con un comportamento nobile, chiunque si zittirebbe, Morena riesce a tenerlo a bada e non si spaventa, forte!! Ciao Carlo.

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  20. @Redcats: Grazie MG, però puoi sempre provare a utilizzare i miei consigli nella tua dialettica quotidiana con Rasputin, no? Inizia a negoziare l'uso della poltrona o la quantità dei croccantini...
    Ciao

    @leggerevolare: Magari avrai qualche riunione di condominio o qualche collega particolarmente indigesto. Mica si litiga solo con i partner, non trovi?

    @Alessandra: essendo della generazione di Woodstock condivido entusiasticamente il fate l'amore non fate la guerra. Per il resto...wow! Cara Alessandra, se vai avanti ad incensarmi così, finisce che ti assumo come curatrice della mia immagine (ti ringrazia anche Morena).
    Ciao

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  21. Un post con un gran senso dell'umorismo e pieno di saggezza! Purtroppo, in amore, i chiarimenti sono quasi sempre di pancia, raramente di testa e dunque la saggezza va quasi sempre a farsi benedire. :)
    un saluto, Linda

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  22. Scusami, mi sembra tutto troppo faticoso. Sono Estenuata per motivi molto più... più... più estenuanti e se proprio devo discutere con l'uomo che mi dorme accanto inizio con il rompere qualcosa. Il fatto è che dopo 27 anni di matrimonio e 1000 gg dal terremoto, da rompere è rimasto poco. Terrò presente, comunque, i tuoi preziosi suggerimenti cercando di evitare il monotono "'fanculo te e la tua razzatranne i miei figli!" Ciao, vado a salvarti sennò mi dimnetico.

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  23. @Linda: Non c'è dubbio che a volte, pur con le migliori intenzioni, si razzoli male dopo aver predicato bene. Io non ne sono immune, tanto che dopo aver teorizzato da sempre la superiorità del convivere liberamente di fronte ai legami del matrimonio, poi mi sono sposato due volte (e fortuna che la seconda è andata bene). Diciamo che sapere come si dovrebbe fare per ottenere qualche risultato aiuta comunque. Metti che una volta riusciamo a fare la "litigata fredda" senza dare sfogo alle emozioni...
    Ciao e grazie per i complimenti.

    @elenamaria: capisco perfettamente quanto sia faticoso, non ti preoccupare. Immagino che il terremoto al quale ti riferisci sia quello dell'Aquila e dell'Abruzzo, dunque ne approfitto per un abbraccio affettuoso oltre che a te, ai tuoi concittadini e a tutti coloro che ancora oggi sopportano il disagio e le ferite di quei giorni.
    Ciao

    @stefania: grazie per il complimento e per essere passata a farmi visita.
    Ciao

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  24. Il tuo tono ha la leggerezza dell'ironia, bonaria, e le tue argomentazioni possono senz'altro portare qualcuno, forse molti/e, sulla via della saggezza nei rapporti interpersonali. Eppure mi pare che ci sia qua è là un pessimismo di fondo sulla possibilità di intendersi (parliamo di coppia, vero?) senza ricorrere a strategie intelligenti ma complesse e "strategiche". Non mi sfugge l'importanza vitale della pragmatica della comunicazione come ricerca dei mezzi migliori per una corretta comprensione, ma tu sembri, scherzosamente certo, evocare qualcosa di simile a un campo di battaglia. E in questo raffinato gioco intellettuale sta il fascino del tuo pezzo, magistralmente scritto, come sempre. Allora ti chiedo una spiegazione: perché nella mia vita reale non vorrei dover ricorrere al tuo manuale, per quanto saggio e prezioso? Non perché vorrei litigare furiosamente, ma perché avrei bisogno della semplicità iniziale, quella dell'amore nascente. E, per finire, applausi e "bravo" in abbondanza.

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  25. @harmonia: Cara Dora, la tua domanda è molto stimolante.Non credo di nutrire un pessimismo di fondo che ritenga prima o poi inevitabile uno showdown tra partner di lungo corso. Di solito tendo all'ottimismo ma essendo affascinato dalla cultura illuminista, tendo anche a considerare l'uomo e la donna secondo il modello del buon selvaggio di Rousseau pure in queste faccende di coppia. Insomma, ci si mette assieme buoni, puri ed entusiasti, poi la routine della vita coniugale ci indurisce e ci fa perdere di vista i motivi fondanti del nostro "contratto sociale" di coppia. Siccome l'emotività in eccesso non aiuta a ritrovare l'equilibrio e l'armonia originarie tra le parti in conflitto, ecco l'idea di tentare un approccio razionale alla faccenda, casomai si dovesse arrivare ai ferri corti. Diciamo che è una di quelle cose che ci si augura di non dover usare mai, ma che intanto ci danno sicurezza e serenità per il solo fatto di sapere che le abbiamo a disposizione in qualche cassetto della nostra mente. E' una sorta di "Si vis pacem para bellum..." non ti pare?
    Ciao
    Ciao e grazie per tutti gli apprezzamenti che mi riservi.

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  26. @Carlo
    Caro Carlo, ti ringrazio delle ricche spiegazioni che, però, mi spingono ad aggiungere qualcosa. La routine e mille altre cose, soprattutto le difficoltà molto gravi o lo sviluppo personale in direzioni diverse, possono corrodere il "contratto sociale" di coppia, come dici tu. I tuoi ragionamenti sono logici ed efficaci. Chi potrebbe non condividerli? Io, impressionata dall'exemplum iniziale della coppia litigiosa. Forse si divertono, forse c'è ancora un grande amore, sia pure trasformato dal vivere, forse non so che cosa. Per me è una condizione che mi fa lasciare il gioco, perché non ci vedo né divertimento né amore più o meno criptico.

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  27. mi garba un monte litigare....spacco tutto, tazze, piatti, strappo fogli. lui invece mette a posto tutto ciò che trova e che poi non ritroviamo più dopo la tempesta. nel peggiore dei casi sbacchia la porta e se ne va. io lo chiamo sul cellulare incessantemente poi mi accorgo che l'ha lasciato a casa.
    quando torna lui incacchiato marcio e io che scoppio dal ridere perchè non mi ricordo più il motivo del litigio.
    allora lo imbarazzo con le mie risate e dopo aver riacceso la discussione gli chiedo scusa.
    il finale è sempre pacifico...per adesso! :)

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  28. @harmonia: che la routine sia la ruggine inesorabile che corrode ogni rapporto di coppia non vi è dubbio. Soprattutto se non la si è messa in conto. Infatti, nello scegliersi vicendevolmente bisognerebbe porsi per tempo la domanda: ma io e lui/lei a parte il fatto che, ora come ora, siamo innamorati persi, ci desideriamo come assatanati e tutto quel che ne consegue, quanto abbiamo davvero in comune (interessi, sensibilità, cultura)per affrontare quella gara di lunga durata che è l'amore? Perché all'inizio di un rapporto di coppia tutte le emozioni e le scoperte sono ravvicinate, il desiderio prevale su tutto e non ci si rende conto che con il passare degli anni, quando questo collante si esaurirà, gli intervalli di tempo tra un momento "affettivo" e l'altro inizieranno ad allungarsi e allora bisognerà riempirli di dialoghi e interessi comuni. Se una è una raffinata lettrice di romanzi di nicchia, guarda film d'essai in lingua originale e ascolta Brahms e Debussy e poi, finita la sbornia del desiderio, realizza di colpo di vivere con un compagno che, sarà pure bello come un tronista, ma non va oltre la lettura della Gazzetta dello sport (che già i cruciverba lo mettono in difficoltà),guarda solo i cine-panettone e ha la discografia completa di Gigi D'Alessio, temo che tra i due ci sarà presto qualche problema.
    Ciao.

    @lauramentre: che quadretto divertente! Il tuo modo di litigare (così affettuoso, in fondo)è molto simile al nostro, con la differenza che mia moglie è sicuramente fumina come te, ma poi è anche quella che, dopo aver colto l'opportunità per rinnovare il servizio di piatti, se ne va ululando offesa e sbattendo il cancello (di solito ritorna dopo una decina di minuti). Questo perché io, che difficilmente alzo la voce, quando la vedo andare su di giri la punzecchio intenzionalmente d'ironie un po' come il torero che infila le banderillas nella schiena del toro e questo mio modo "freddo" di litigare la manda su tutte le furie. Anche nel nostro caso c'è sempre il lieto fine e ci si chiede ogni volta perché mai si fosse litigato.
    Ciao.

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  29. Esco subito e lo compro...il gratta e vinci! Immagino che ci siano anche qui a Sarkolandia e poi lo schiaffo sul frigo, moderno santino per tranquilla vita di coppia.Una suocera saggia...

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