mercoledì 16 marzo 2022

L'appartamento veneziano al Ponte Tetta (farsa teatrale in un atto per Carnevale - scena quinta e scena finale)

 

Scena quinta


Emanuele rientra a casa con un borsone (è stato via qualche giorno) e appena entrato dopo aver esclamato con soddisfazione “Eccoci tornati, casa dolce casa … e  ora… docciaaaa” inizia a spogliarsi direttamente in salotto. Appena è in mutande e canottiera, entra in scena Claudia in accappatoio, con i capelli avvolti nell’asciugamano e il phon in mano. (urlo di spavento reciproco e i due cercano di coprirsi le nudità a vicenda) 

Cla – (con la voce alterata) ma tu chi cazzo sei? che ci fai qui in casa mia?

EMA – (con la voce alterata)  Sono Emanuele e abito qui… ma piuttosto tu chi cazzo sei e che ci fai in casa nostra?

Cla –  Quale casa vostra? Io sono Claudia e abito qui

EMA– ( sorpreso, mentre si riveste) Come… come abiti qui? da quando?

Cla – ( tranquillizzata si siede sul letto ad asciugarsi i capelli)  Da questa mattina. Non ti ha detto niente il disgraziato che abita qui?

EMA –  Mi aveva raccontato che aveva trovato un nuovo inquilino per dividere le spese, ma mi aveva anche detto che si chiamava Claudio.

Cla (ride di gusto) – Bella questa! A me, per convincermi, aveva detto che avrei trovato come inquilina una ragazza di nome Emanuela. Però ora che ti vedo come ragazza non sembri un granché, non hai nemmeno le gambe depilate...

EMA    Tipico  di  quel  magliaro.  Ma  perché  lo  chiami  disgraziato?  Termine  che  peraltro condivido, anche se di mio lo definirei in altro modo… ma non vorrei darti l'impressione di essere un ragazzo volgare...

Cla – Perché per telefono mi aveva dato appuntamento per oggi qui alle dieci per darmi le chiavi e mostrarmi la casa, ma non si è fatto vedere e lo sto ancora aspettando…se lo vuoi insultare fai pure, non sono un'educanda.

EMA. –  Sì, dopo lo faccio, ma scusa... chi ti ha aperto allora?

Cla –  Ho avuto fortuna che ho trovato sul pianerottolo una signora che stava entrando e che mi ha aperto la porta…

EMA – (spaventato perché capisce che era la madre) Oh mio dio!… e che ti ha detto? 

Cla – Nulla, ha detto solo che visto che c’ero io sarebbe tornata un’altra volta… anzi, no… mi ha chiesto anche se ero lì per Roberto e le ho detto di sì. Ma chi era e perché aveva le chiavi?

EMA. –   (imbarazzatissimo) Ah… no…beh… era la signora delle pulizie, viene una volta a settimana.

Cla – (sospettosa) La vostra signora delle pulizie ha la borsetta di Gucci e il foulard di Hermès? 

EMA. –  Beh…sai… le diamo diecimila lire all’ora e comunque saranno quelle copie tarocche che si comprano dagli ambulanti.

Cla – A me sembravano originali, comunque sia… forse sarebbe stato meglio che fosse entrata anche lei perché qui dentro ho trovato un casino immondo. Sembrava fossero passati i ladri: una pila di piatti e pentole sporche nel lavello, il cartone del latte lasciato fuori e andato a male, la spazzatura ancora da portare via che puzzava e non ti dico il lavandino del bagno cosa era… ho impiegato più di un’ ora a mettere a posto. Ma chi ci abita qui? Una coppia di aborigeni?

EMA – No. l’aborigeno è uno solo, perché qui di solito la casa la tengo in ordine io, ma questa settimana sono stato a casa dai miei e l’ho lasciato da solo perché doveva preparare un esame.

Cla – (prende con aria ironica un libro spalancato sul tavolo) sarebbe l’esame di “porca troia” ?

EMA – (sconcertato) no… è storia della filosofia economica. E’ un esame complementare facile che ha scoperto che poteva fare anche lui. Infatti, quel libro è mio… 

Cla – Ah si? Beh…allora dovrai ricomprarlo. Questo è tutto pieno di scritte in pennarello rosso con variazioni sul tema del porca puttana e del porca troia. (glielo mostra) 

EMA – (sconcertato) francamente non capisco…

(in quel momento suona il telefono, Emanuele risponde e dall’altra parte del telefono c’è Roberto)

EMA. – Ah! Proprio te… ma che combini? …. Si certo che Claudio è arrivato, ma è una Claudia… perché mi dici “chi se ne frega il problema è un altro”? Ti sembra una cosa normale? Ma dove sei?perché sei così agitato? Oh cazzo!... Sei a casa tua a Verona? Come sarebbe a dire che non torni più? Tuo padre non ti paga più l’appartamento e ti prende a lavorare in studio con lui?… (sorpreso) ma che succede?… Come incinta? Chi è incinta? La Patty? Sì, va bene… ora la devo chiamare Putty… ma incinta quanto? Ah! Completa… (pausa) allora l’hai proprio impiombata! Bel colpo… eh!… ora l’ho capito che è un bel casino… come sarebbe che è colpa di mia madre? Cioè dici che quando vi ha sorpresi a letto, per lo spavento ti è partito il colpo e l’hai ingravidata? E vabbè, però anche tu potevi usare il preservativo, no? Se ti fidi dell’Ogino Knaus te le vai a cercare…  pronto? ….Prontoooo? (Roberto chiude la telefonata bruscamente) 

EMA. –   (guarda verso Claudia) ha riattaccato…che si sia offeso per la faccenda dell’ Ogino Knaus?

Cla–  (ridacchia) vedi tu… comunque, guarda che una o è tutta incinta o non lo è. Non è che lo si è un pochino… 

EMA. si, scusa… è che non me lo aspettavo…. Comunque mi pare che tu abbia compreso la situazione, quindi se vuoi andartene non c’è nessun problema. Ti posso ridare anche la caparra…

Cla–  No, senti… ho impiegato due mesi a cercare un appartamento per studenti qui a Venezia e il tuo amico Roberto, quando ci siamo sentiti lunedì scorso per prendere accordi ha voluto che gli bonificassi tre mensilità di quota d’affitto anticipate come caparra. Un po' da strozzino, lo so, ma alla fine ho accettato perché ero stanca di cercare. La casa una volta pulita sembra graziosa e poi è comoda per tante cose. Comunque, per rimanere qui, visto che la situazione si prospetta abbastanza promiscua finché non troveremo qualche altro coinquilino, devo sapere alcune cose da te…

EMA. – Dimmi…

Cla– Ti lavi i piedi, alzi la tavoletta, tiri l'acqua dopo che sei andato in bagno e pulisci la vasca da bagno, il lavello e i pavimenti? 

EMA – la risposta è sì su tutto… so anche cucinare e mi rifaccio il letto, faccio anche il bidet e mi rifaccio il letto.

Cla– (maliziosa) bene, ma non è finito… ti fai le pippe in bagno?

EMA – Ma per amor di Dio! Certo che no…

Cla – Ottimo…quindi i Playboy che ho buttato erano di quell’altro. Un’ ultima cosa fondamentale: devi giurare che non ci proverai per alcun motivo con me. Visto che le circostanze ci costringono a farlo, dovremo abitare assieme come un fratello e una sorella. Lo giuri su quello che hai di più sacro al mondo, che possa esplodere all’istante se ci provi con me?

 EMA – Lo giuro su mia madre…

Cla – Molto bene… e ora fila a cucinare che ho fame. Ma niente scatoletta di tonno... voglio avere garanzie anche sul lato della cucina.

EMA – Non c'è molto in dispensa, ma  va bene una pastasciuttina aglio, olio e peperoncino?

Cla– Sì, abbonda pure con l'aglio, tanto non ci dobbiamo baciare e comunque è una garanzia reciproca in più...

(la scena torna al buio)


Scena sesta

 

Passano diverse settimane. Si sente aprire la porta ed entra la madre di Emanuele. Si ferma a guardare sorpresa l’appartamento.

Madre di Emanuele –  Ma guarda che bravi! Questa volta è tutto talmente lustro e in ordine che sembra quasi ci sia passata una donna. (Passa il dito su un mobile) Non c’è un filo di polvere. Incredibile! (guarda anche sul tavolo) Perbacco! Ci sono anche i centrini… qui mi sa che è opera di quella ragazza di Roberto che avevo incontrato sul pianerottolo. Dev’essere proprio a modino quella lì: carina, tiene in ordine la casa, magari cucina anche bene... (sospira) Volesse il cielo che anche mio figlio ne trovasse una così! Beh.. qui sembra tutto a posto. Vediamo se almeno in camera da letto ho da fare qualcosa.

Appena entra nella camera da letto si sentono gli strilli di terrore di Emanuele e di Claudia. 

I tre escono dalla stanza tutti assieme. Emanuele in mutande e Claudia avvolta nel lenzuolo

EMA – Mamma! Non è come sembra, ti posso spiegare…

Madre di Emanuele – ma cosa vuoi spiegare? Si capiva benissimo quel che stavate facendo… Cosa credi, che non lo sappia? Tutti nudi poi… Che vergogna! 

EMA –  Ma tu che cazzo ci fai qui?

Madre di Emanuele – tu piuttosto cosa ci facevi a letto con quella sciacquetta lì? Io ti pago l’appartamento per studiare, non per portarti le ragazze a casa! Mandala via che ora io e te ci dobbiamo parlare.

EMA – Mamma…a parte che non è una sciacquetta ma una ragazza per bene e di ottima famiglia, lei è Claudia, la mia compagna di stanza, non la posso far uscire. E’ anche casa sua 

Madre di Emanuele:  – Come? Ma non abitavi con questo Roberto? E non doveva venire a stare con voi un terzo ragazzo?

EMA – Sì ma Roberto è dovuto tornare a casa e Claudia ha preso il suo posto

Madre di Emanuele – Mi avevi detto che il nuovo inquilino si chiamava Claudio, non Claudia

EMA –  Avrai capito male.

Madre di Emanuele (si rivolge minacciosa a Claudia) Signorina, resti lì dov’è  e si rivesta che poi ce n’è anche per lei, ora devo parlare privatamente a mio figlio, dopo arrivo. (prende Emanuele per un braccio e lo trascina lontano).

Madre di Emanuele: – Emanuele, guardami negli occhi. Chi è questa ragazza? State assieme o è solo una storiella passeggera? Guarda che se quella gatta morta lì ti distrae dalla laurea e con quello che ci costa mantenerti questo appartamento, la mangio viva…

EMA –    Ma no!   E’ una cosa seria, credimi. Claudia ed io ci siamo innamorati e non voglio perderla…

Madre di Emanuele  (bisbigliando all’orecchio del figlio)  Ma, dimmi bene una cosa… davvero la ragazza è di ottima famiglia?

EMA –  Certo… Claudia è la figlia del professor Gracco, il primario cardiologo che aveva operato il papà, ricordi? E’ quello che possiede quel due alberi a vela da 20 metri in darsena a Lignano che lo guardi sempre sospirando… 

Madre di Emanuele – Ah! Quindi la Enchantress… è la figlia di lui? Cioè…volevo dire: questa Claudia è sua figlia? Ma che combinazione… (pausa di riflessione sul da farsi). Comunque, sei fortunato perché la tua mamma è una donna di mondo ed molto più moderna di quanto la credi. Quindi se vi volete bene seriamente e i suoi genitori sono d’accordo, puoi continuare a rimanere qui con lei. Basta che studiate e non mi date preoccupazioni… Ma a proposito del professor Gracco, lo sai che l’ho incrociato in campo Santa Maria Formosa dieci minuti fa? 

EMA – Chi? Suo padre? Oh cazzo… ma allora sta venendo qui!

(si sente suonare il campanello) 

Padre di Claudia entra in casa: – E’ permesso? Scusate ma era aperto e… (vede sua figlia avvolta nel lenzuolo e barcolla sorpreso) Claudia, piccolina mia… ma che succede qui? Cosa fai lì tutta nuda e chi sono questi signori?

Cla  (serafica) –  Ciao Papino! Lui è Emanuele il mio compagno di stanza e la signora è sua madre. 

Padre di Claudia (con tono alterato): Come sarebbe che quel tizio in mutande è il tuo compagno di stanza? Ma non mi avevi detto che abitavi con una certa Emanuela?

Cla.–  Avrai capito male…

Madre di Emanuele (sorridendo) : Caro professor Gracco, ma che piacere rivederla! Sono la signora Graziottin. Lei tre anni fa ha operato mio marito di by– pass coronarico, si ricorda?

Padre di Claudia – (le stringe la mano con un cenno di baciamano) Ma certo,  signora, mi ricordo benissimo di suo marito, ma soprattutto di lei. Mi scuserà però se prima ho bisogno di capire da mia figlia che sta succedendo. Le dispiace se le parlo in privato? ( si apparta con la figlia per non farsi sentire)

Madre di Emanuele –   Ma certo professore, faccia pure… io l’ho appena fatto con il mio Emanuele.

Padre di Claudia : Claudia, ma chi è questo ragazzo. Voi mica dirmi che ci stai assieme?

Cla – Oh si, papà… è un ragazzo dolcissimo, lo amo alla follia. Ti prego, non mi rovinare tutto…

Padre di Claudia: Ma se non so neanche chi è…

Cla – Vuoi sapere della sua famiglia, vero? Sono i Graziottin, quelli che producono vino e hanno vigneti e campagne vicino a Ceggia e a Torre di Mosto. Sono pieni di soldi. Hanno anche la barca ormeggiata vicino alla nostra.

Padre di Claudia : (interessato) Ah! Che barca è? Quanti metri? Vela o motore? Perché se sono dei camionisti del mare…

Cla–  E’ a vela papà…stai tranquillo.  E’ la  “Co rivo, rivo…” sai quell’Alpa da regata di nove metri?

Padre di Claudia. Ah! quella… è abbastanza carina direi, anche se ho notato che per entrare in darsena arrivano con le vele giù da almeno mezzo miglio e manovrano con il motore diesel ausiliario, che fa tanto gente abituata al trattore. Però per essere di campagna ammetto che in mare aperto la portano abbastanza bene. Quest’estate l’ho vista in regata con lo spinnaker su e teneva il vento come si deve. Chi la porta? Suo padre? 

Cla –   No… Emanuele. E’ bravissimo al timone, sai? Potremmo farlo uscire con noi qualche volta, così finalmente hai chi ti dà una mano con le manovre. 

Padre di Claudia : beh…adesso non correre. Comunque, sei fortunata perché tuo padre è un uomo di mondo ed molto più moderno di quanto lo credi. Quindi se vi volete bene seriamente e i suoi genitori sono d’accordo, puoi continuare a rimanere qui con lui. Basta che studiate e non mi date preoccupazioni…Però vorrei conoscere meglio Emanuele e i suoi genitori (si rivolge alla mamma di Emanuele) Signora Graziottin, visto che tra i nostri ragazzi a quanto pare è scoppiata una bella simpatia e che il suo Emanuele è un bravo velista, che ne dice se domenica ci troviamo tutti sulla mia barca e andiamo a mangiare il pesce in Istria? Così ci conosciamo meglio.

Madre di Emanuele: . Oh! Sarebbe bellissimo. Grazie professore, verremo di sicuro.

Padre di Claudia : Bene ci conto! Io ora devo tornare verso Oderzo. Visto che sono sulla strada, cara signora, se lei ha piacere di un passaggio fino a Motta, ci possiamo mettere d’accordo per domenica prossima in macchina… quando vuole uscire sono pronto

Madre di Emanuele: Perché no? La corriera è così lunga. Beh… allora noi andiamo. Ragazzi, mi raccomando, vi lasciamo soli, ma fate i bravi e studiate, eh?

Emanuele e Claudia (all’unisono): sì, faremo i bravi bambini…non temete. Ciao ciao.

Appena i genitori escono Emanuele si rivolge a Claudia

EMA –  A proposito di bambini… sono un po’ preoccupato.

Cla – Perché amore? E’ andata benissimo con i nostri genitori, non ti pare?

EMA (titubante per l’imbarazzo)– Sì, ma non è per quello… il fatto è che quando mia madre ci ha sorpresi ero quasi sul punto di non ritorno e per lo spavento… beh, insomma….non vorrei aver combinato un guaio. 

Cla  (sorridendo amorevolmente)–  Stai tranquillo amore… so calcolare bene le mie cose e non sono nei giorni fertili, altrimenti ti avrei chiesto di mettere il preservativo. Stai tranquillo che non mi hai messa incinta.

La scena si rabbuia e quando si riaccende  si vede Claudia con il vecchio grembiule di Roberto che sta apparecchiando la tavola e si sente lo strillo di un neonato che piange

Cla – Emanuele, amoreee…. Vai a cambiare Matteo che dev’essere pieno.

EMA – Si, va bene, ma devo ancora finire di vestirmi e tra poco gli ospiti sono qui

(entra in scena dopo qualche tempo mentre Claudia finisce di apparecchiare la tavola per quattro)

EMA – Ecco fatto! Si era smerdato sino al collo… ma è normale che a cinque mesi caghi così tanto? 

Cla – (con aria di compatimento) Povero amore quanto hai sofferto! Comunque, lo sai che sono curiosa di conoscere finalmente questo Roberto? Sono contenta che tu lo abbia fatto venire a cena per vedere il bambino. In fondo un pochino è anche merito suo se ci siamo incontrati, no?

EMA – Più o meno…io invece sono curioso di conoscere questo suo nuovo grande amore che gli ha fatto mettere la testa a posto dopo quella storia tragicomica con la Patrizia.

Cla – Già! Ma come è stato che poi ha scoperto che era incinta di un altro? Non me l’hai mica detto…

EMA – Oh! Glielo ha confessato lei. Oltre che con lui e Fabianino stava con uno studente di architettura, un tizio di Treviso anche piuttosto danaroso, che da quello che so poi se l’è pure sposata. Quando è successo il fatto lei in realtà era quasi al terzo mese di gravidanza. Si cominciava quasi a vedere la pancia. Magari a Roberto qualche sospetto gli sarebbe venuto, no?

Cla – E il povero Fabianino?

EMA – Più visto…sarà entrato in seminario.

Cla– E di questa nuova fiamma di Roberto non sai proprio nulla?

EMA – No, ma già me la vedo…sarà di sicuro la solita bellona da materasso di quelle che piacciono a lui. Scommettiamo sulla donna da Carosello tutta tette, culo e niente cervello?

Cla– La vedremo, poi ti dico che ne penso. Piuttosto, a che ora gli hai detto di venire?

EMA. - sulle otto e mezza…(guarda l’orologio) quindi  dovrebbero essere…(suona il campanello ed Emanuele fa l’aria di quello piacevolmente stupito) Ah! Però! E’ proprio vero che è cambiato…è puntualissimo.

(si sente bussare alla porta, e poi la voce di Roberto) possiamo entrare? 

EMA – Avanti… è aperto.

Entrano Roberto e Fabianino abbracciati come fidanzatini e con un pacchettino di paste in mano

Rob:- Ragazzi... abbiamo portato le frittole….

Emanuele e Claudia (sbalorditi), all’unisono “Oh cazzo!…Noooo!.”

(si  spengono le  luci mentre si  sente Roberto che  dice   Te  l’avevo detto,  Fabianino, che preferivano i galani…)

 

FINE

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