domenica 4 settembre 2016

Della Regata storica, della voga alla veneta e altre cose...


Bene, anche quest’anno siamo arrivati alla Regata Storica. Dico subito che non ne vado matto, così mi tolgo il pensiero. La gara dei gondolini, che ne è il clou, non mi emoziona più di tanto, anche perché solitamente chi dal bacino di San Marco entra in testa nel canal Grande, se proprio non ha un crollo fisico o s’incasina al giro del paletto davanti alla ferrovia, poi arriva primo al traguardo della machina, davanti a Ca’ Foscari perché fare sorpassi nel Canal Grande è quasi impossibile. Dunque, dopo un po’ finisce che ti annoi perché non ci sono colpi di scena. Molto meglio le combattutissime regate di selezione tra Burano, Pellestrina, Sant’Erasmo e Malamocco che sono delle vere tonnare combattute dai gondolini tra scorrettezze e imprecazioni in mezzo a due ali di barche gremite di tifosi urlanti e parenti degli equipaggi. Quando avevo la barca le seguivo nel mese di agosto anche se era difficile trovare spazio per vedere qualcosa tra le tante imbarcazioni e comunque dovevi stare attento perché se per caso entravi anche solo con mezza prua nel percorso di gara era il modo migliore per imparare le più sanguinose imprecazioni in dialetto veneziano. 


I gondolini a tutta forza

Sicuramente è più divertente la regata delle caorline a sei remi che precede quella dei gondolini, con queste barcone pesanti e tozze che i sei energumeni a bordo fanno correre sul canale sollevando un trionfo di schiuma e di spruzzi, con i lunghi remi infilati in acqua con una tale potenza da sentirne distintamente il rumore in mezzo alle grida degli spettatori. A parte quello, francamente il corteo storico mi annoia, un po’ perché ha preso la strada della rievocazione in costume ad uso dei turisti, come le serenate in gondola, ma forse perché avendo visto (e sentito) per anni i figuranti che, con adeguata scorta di bottiglioni di vino, si vestivano e prendevano posto tra un “va in mona” e un “ta morti cani” nelle bissone ormeggiate il lungo Rio delle galeazze, a due passi da casa mia, la cosa ha perso decisamente fascino e poesia. Poi, se proprio non ho di meglio da fare, la Regata mi diverto di più a guardarla in televisione e a sentire le “monate” del telecronista di turno che dopo dieci minuti di solito ci ha già deliziato con tutti i peggiori luoghi comuni su Venezia, Ponte dei sospiri e Casanova compresi.


lo spettacolo delle caorline a sei vogatori

Se qualcuno pensasse che questa mia indifferenza per la Regata Storica è solo invidia perché non so vogare alla veneta, beh… lo deluderò, perché sì, lo so fare ed ero anche bravetto. Da ragazzo, dopo aver lasciato ancora una volta Donatella (non ricordo se era la volta che l’avevo lasciata io o se era quella che lo aveva fatto lei, visto che la nostra storia è stata lunga sì, ma giovanilmente tempestosa) mi era ovviamente rimasto diverso tempo libero e quindi, anche per dimenticare virilmente le pene d’amore con un po’ di esercizio sportivo, mi ero iscritto da giovane engagé del sestiere di Castello, alla Canottieri Francesco Querini, sulle Fondamente Nuove, quella con la maglietta a righe bianco celesti, rivale storica (anche per questioni di appartenenza sociale) della Canottieri Bucintoro, quelli di San Marco con la maglietta rosso-oro. Avevo affrontato coraggiosamente il battesimo (il primo giorno ti scaraventano vestito in laguna, come cerimonia d’iniziazione) e poi, nel giro di qualche settimana, avevo imparato a portare il sandolo, dopo aver scoperto che appoggiare e fare forza con un remo di quattro metri sugli incavi di una forcola in legno per premerlo in acqua, non è affatto facile ed è il modo migliore per finire lunghi distesi sul fondo della barca tra le risate di tutti. 


Dietro le quinte della regata

Dopo alcuni mesi però avevo abbandonato la voga, perché: A) il sandolo è meglio portarlo in due e la mia nuova ragazza, un delicato fiorellino che guai a spettinarla, non aveva alcuna voglia di mettersi alla voga a sudare e farsi i calli sulle mani, B) non possedevo un sandolo e nemmeno altre barche da voga alla veneta e in Querini non era facile trovarne di liberi, C) vogare sotto il sole in laguna, con un poppiere che ti maledice i morti se non tieni il ritmo non è gratificante, D) Mi ero comperato l’agognato barchino a motore togliendolo con abili sotterfugi mercantili ad una nobile pollastra veneziana (vicenda della quale ho già parlato abbondantemente nel mio blog). Dunque, diversi ottimi motivi.


Osservando la gara dalla bissona

Piuttosto, la Regata storica per me è legata ad un brutto ricordo. Cercavo da tempo un teleobiettivo per la mia Nikkormat ma quelli esposti nei negozi in città costavano cifre che non mi potevo permettere. Poi, sfogliando una rivista di fotografia, avevo scoperto che a Milano c’era uno store all'ingrosso che vendeva un 200 mm. di una buona sottomarca e con attacco Nikon a 250.000 lire, dunque abbordabile. Di conseguenza, mi ero sobbarcato un viaggio a Milano in treno e le spese del taxi (perché i discount sono sempre nelle periferie urbane) ed ero tornato felice a Venezia con il mio teleobiettivo. E quale occasione migliore per provarlo se non la Regata storica? Così, grazie a mia madre che per via del bridge conosceva uno stuolo di contesse e nobildonne veneziane con casa sul Canal Grande ero riuscito a farmi invitare da una signora che aveva il suo palazzetto avito quasi davanti all'arrivo e quindi, mentre tutti gli altri ospiti erano indaffarati a spingersi sui balconi o a spazzolare il buffet io mi ero affacciato ad una delle finestre del salotto ed avevo scattato con il tele alcune delle foto che corredano il post (con l'intenzione, non so quanto riuscita, di rappresentare la Regata da un punto di vista meno.. retorico e quasi guardandola dietro le quinte) finché, felice e al settimo cielo, avevo pensato di usare anche il grandangolo per cambiare inquadratura. Quindi, appoggiai il tele sul davanzale per cambiare l’obiettivo e in quel momento accadde la tragedia perché una delle signore presenti si affacciò a sua volta urtandolo e facendolo cascare in canale tra il mio grido di dolore strozzato (anche qualcos'altro che non dico) e il suo: “Ooooh! Mi dispiace, mi scusi… ma guardi che glielo ricompro, eh? Stia tranquillo... quanto costava?” ”Costava 250.000 lire”. Non ci crederete, io sono stato tranquillo, ma non ho più visto né sentito la signora.

7 commenti:

  1. Questa volta so di che cosa stai parlando, se dici caorline, gondolini ecc ecc, perché la Regata Storica l'ho vista anch'io alla tele!

    Si sono collegati, quando c'era quella delle donne e mi sono attaccata allo schermo, per sbirciare se vedevo mia figlia che, da giugno, lavora in un hotel sul Canal Grande, un piccolo hotel boutique ( li chiamano così), inserito in un Palazzo del '500 acquistato da una Società di Taiwan....( oh toh!!) e che ha aperto giusto la scorsa settimana.

    Perciò stavo lì a sbirciare se scorgevo il giardino e magari anche lei.
    Non ho visto nulla, ma dopo qualche minuto lei stessa, sulla sua pagina Facebook ha messo tre foto fatte alla Regata, da un balcone di una Suite With View Gran Canal, che era ancora vuota !!! Quindi, Legata Stolica, che anche lì si parla cinese....:-)

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  2. Fai attenzione perché il tuo eccetera, qui a Venezia, nasconde l'insidia di oltre un centinaio di tipologie di barca (sampierotta, peata, topa, topetta, sciopòn, cofano, vipera, burcio, bragosso, tartana...). Diciamo però che sei a buon punto e poi ora che hai una figlia che vive qui (mi ha incuriosito la storia del nuovo albergo di lusso e devo capire in quale palazzetto possa essere, anche se potrebbe potrebbe trattarsi della vecchia sede della tessitura Zinelli e Perizzi, subito alle spalle del Ponte di Rialto),immagino che potrai approfondire la cosa di persona. Nel caso, contattami pure che ti consiglio qualche buon posto per cenare in modo e a prezzi non turistici...

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  3. No, il Palazzo è "Palazzo Bacchini delle Palme" che poi ha preso il nome di Palazzo Venart.
    Adesso si chiama, infatti, Palazzo Venart Luxury Hotel ;-).
    E' in Calle Tron, più o meno vicino alla fermata di San Stae.

    Oh sì, se vorrai darmi qualche dritta su qualche posto economico ma buono, al momento la passerò a mia figlia, che spesso ha la visita di amici milanesi.

    Comunque, non appena sarà passata la buriana dell'apertura hotel, che la fa stare al lavoro dalle 9 del mattino alle 10.30 di sera e la fa lavorare in casa anche nel giorno di riposo....faremo un salto a trovarla, io e il marito.

    Immagino che per i primi due o tre mesi sarà un po' sotto pressione: i Cinesi ( oppss..taiwanesi, sono all'erta e stanno col fiato sul collo!! :-)

    Lei è la manager del Front Office e, d'accordo che l'hotel è piccino, ma le cose cui dover badare sono moltissime e non ha un attimo di tempo.
    Comunque per il momento è contenta del cambio. ;-)

    PS) L'ultima volta che siamo stati a Venezia risale al 2010...Alloggiavamo con amici francesi, in un alberghetto vicino alla Stazione e il proprietario ci aveva indicato una trattoria ( per veneziani, diceva lui) in Cannaregio "Osteria della Vecchia Mola" mi pare che si chiamasse.
    Era tutto sommato lontana dai percorsi turistici e ne ho un ricordo molto buono!
    La conosci?

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    1. Ciao, scusami se ti rispondo solo ora ma ho avuto diversi impegni e oggi è il primo giorno che posso dedicarmi al blog. Ora ho capito dove stia l'albergo dove lavora tua figlia, prima immaginavo che fosse quello nuovo e quattro stelle che hanno aperto due anni fa quasi di fronte alla stazione in una bella palazzina con il giardino sul Canal Grande. Se passo da San Stae ci butto l'occhio, perché sono curioso. Piuttosto, l'Antica Mola (si chiama così) proprio sulla fondamenta giù dal ponte del Ghetto Novo la conosco bene e ci sono stato diverse volte. E' un buon locale, tipicamente veneziano (con l'arredamento vecchietto e da osteria) dove, se nel frattempo non sono cambiati i proprietari storici che sono lì da almeno 30 anni, si mangia bene, con una cucina classica veneziana (risotto di pesce, seppie con il nero, bigoli in salsa...) e prezzi accettabili. Ci sono stato anche lo scorso anno con degli amici e diciamo che vale la pena di tornarci, soprattutto fuori dal periodo turistico. In questo momento però, visto che ci vado spesso e anche la scorsa settimana, il ristorante che ti posso consigliare perché è molto carino ma anche elegante, il pesce è ottimo e freschissimo, la cucina è sempre veneziana (con qualche ricercatezza) e i prezzi sono medi ma non cari per Venezia (un pasto completo dall'antipasto al dolce va sui 35 euro a testa) è: Da Severino al Giardinetto, in fondo alla centralissima Ruga Giuffa, a due passi da Santa Maria Formosa e da San Marco (ha un suo bel sito internet dove puoi farti un'idea del locale e del menù). Un altro posto in stile Antica Mola e dove, con qualche attenzione, si mangia bene e con un buon rapporto qualità/prezzo è Da Bepi 54, all'inizio della calletta che da Campo Santi Apostoli porta verso il cinema Giorgione e i Gesuiti. Magari, per un buon pranzo con amici, conviene concordare un menù veneziano con il titolare, che si chiama Loris e lo trovi quasi sempre dietro al banco. Un altro posto davvero bello, ricco di fascino e tipicamente veneziano anche nella clientela, è l'Altanella, alla Giudecca, con una bellissima terrazza in legno affacciata su un canale con vista sul bacino di San Marco. Cucina tipica della nostra tradizione popolare, pesce ottimo, buoni prezzi. L'unico problema è che la Giudecca è un po' scomoda da raggiungere e dopo una certa ora di notte occorre stare attenti agli orari dei vaporetti. Infine, recentemente mi hanno parlato bene del Nono Risorto, un locale anche lui classico e con un delizioso e romantico giardinetto proprio giù dal ponte di Campo Sant'Aponal, tra Rialto e San Polo. Dopo varie vicissitudini, è stato riaperto come ristorante e pizzeria, con tutti i limiti che la cosa comporta, però mi dicono che le pizze sono buone ma anche la cucina, che propone diversi piatti tipici è buona e i fritti sono asciutti e croccanti come si deve. D'estate il ristorante è molto affollato per via del giardino, ma in altri periodi dell'anno non credo ci sia problema a trovare posto. Poi ci sarebbero anche altri posti da suggerire, ma non vorrei fare una guida enogastronomica di Venezia in questa sede. Non so se abbiamo degli amici in comune (perché ho messo questo filtro per la privacy), ma in quel caso, se ti va, puoi chiedermi l'amicizia su Facebook come hanno già fatto alcune mie lettrici (mi trovi come Carlo Doge). Se non avessimo amici in comune, contattami e troviamo un modo (magari tolgo il filtro per il tempo necessario). Ciao, again...

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  4. Ma grazie!! Il tuo commento è ricco di spunti: informerò la figlia dei vari posti !! ;-)
    Non scusarti per il ritardo, anch'io, pur non avendo mai abbandonato il blog, in questi ormai credo 13 anni (!!!), non lo seguo quotidianamente e sei stato gentilissimo.
    Non penso di avere amici comuni su Facebook, sebbene io segua da tempo Migola, ma sempre qui, sul blog.
    Proverò a contattarti volentieri e, se non riuscirò, puoi sempre farlo tu, visto che io non ho restrizioni ( almeno credo!!! :-)

    In facebook sono Liana Jac. Mi aveva iscritto nel 2005 mia figlia Alice, che allora era a Londra e aveva trovato un mezzo più veloce per farmi vedere le foto !
    Come nome avevo scelto la sigla che mettevo sui compiti in classe degli alunni ( appunto Liana Jac, al posto di Jacopetti, mio vero cognome) e così è restato!! Spesso mi chiedono " Ma sei straniera?" Ahahah

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    1. Perfetto, oggi ho accettato con grande piacere la tua richiesta d'amicizia. Vedo che abbiamo molte cose in comune, tra le quali i nostri figli giramondo che però almeno ci scrivono dall'estero. Ne parleremo di sicuro. Tra l'altro, Migola, che ho conosciuto a mia volta attraverso questo blog (assieme ad altre persone simpaticissime, con le quali mi sento spesso) è oggi una delle mie più care amiche e se solo avessi immaginato che la seguivi a tua volta, te lo avrei detto di sicuro molto prima. Comunque, anche se in ritardo, abbiamo rimediato e dunque, cara Liana, benvenuta tra i miei amici di Facebook e nel mio piccolo mondo di veneziano esule in terraferma e smarrito tra elfe, bretoni e figlioli erranti :)

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  5. Graaazie!!!! Allora mi paleserò a Migola, che senz'altro non mi riconosce....:-)
    Sì, lei mi piace molto, da quello che leggo sul suo blog!

    Certo,coi figli siamo in linea coi tempi.
    Genitori-skype, ora Nonni-skype....ma mica ci lamentiamo! :-)

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