giovedì 18 agosto 2016

Ritorno a Venzone


Io a Venzone c’ero stato prima di quel maledetto 6 maggio del 1976. Con i miei primi stipendi (e un pacco di cambiali) avevo comperato una scassatissima automobile e per provare la felicità di poter finalmente esplorare a mio piacere il mondo attorno a me ero andato alcune volte proprio a gironzolare tra quei paesini del Friuli, ricchi di storia e di fascino. 


Il quattrocentesco palazzo gotico del comune

Con la mia ragazza di allora avevamo trascorso diversi giorni felici tra piccole locande ospitali, trattorie dove si mangiava bene e si beveva meglio, paesini con le case dai muri in pietra immersi in una natura aspra e cupa come le montagne che li circondavano ma con l’azzurro gelido del Tagliamento che scorreva sinuoso tra i sassi del suo greto e poi castelli, pievi, abbazie e altri straordinari monumenti giunti direttamente dal medioevo, in paesini dai nomi strani, dove nemmeno te li aspettavi. Insomma, un piccolo paradiso a due ore da casa in cui era bello tornare. E infatti c’eravamo tornati diverse volte…


la piazza del Municipio, il centro di Venzone


Poi, quella sera, dalle viscere di quel monte Verzegnis da cui oggi scendono dolcemente i parapendio si scatenò il colpo di maglio che rase al suolo mezzo Friuli, con migliaia di morti. Furono giorni tesi e disperati, trascorsi ad ascoltare increduli le cronache di quella tragedia a pochi passi da casa nostra, con quei radiogiornali che sembravano bollettini di guerra e ogni sera ci recitavano: “Bordano, Osoppo, Gemona, Trasaghis, Buia, Venzone…” che era tutta la litania dei nomi dei paesi ridotti a macerie, peggio dei bombardamenti della guerra. 


La chiesa di San Giovanni con il rosone vuoto che guarda ancora il cielo

Furono però anche i giorni di quel galantuomo di Zamberletti e dell’orgoglio di un popolo che non voleva arrendersi e che già dal giorno dopo, finito il conteggio dei morti, si era rimboccato le maniche per ricominciare la propria vita con una determinazione mai vista prima (e dopo) in simili tragedie. Ricordo che con una quarantina di altri ragazzi veneziani c’eravamo organizzati per andare su come volontari a dare una mano a sgomberare le macerie, ma c’era stato risposto gentilmente che apprezzavano molto il gesto, però era meglio se fossimo rimasti a casa, che si arrangiavano da soli.


Nel duomo trecentesco di Sant'Andrea le ferite del terremoto si vedono ancora

Da allora a Venzone non ci sono più tornato, perché non ne ho avuto l’occasione, ma anche perché un po’ me ne mancava il coraggio. Che invece ho ritrovato qualche giorno fa di ritorno dall'Austria, quando con mia grande sorpresa ed emozione l’ho rivista in tutto il suo splendore, ricostruita fedelmente e con cura maniacale, pezzo su pezzo e con i frammenti degli affreschi del Duomo, anche quelli più piccoli, ricollocati al loro posto, come in un grande puzzle.


La piazza e sullo sfondo Palazzo Radiussi con la sua bella trifora veneziana

Certo, se osservi bene, le ferite del terremoto si notano ancora, perché le case e il duomo, anche se restaurate a meraviglia, hanno conservato ben visibili le linee di frattura, come fossero delle cicatrici indelebili e ti si stringe il cuore a vederle così come è un pugno nello stomaco vedere all'ingresso del paese il rosone vuoto della chiesa di San Giovanni che guarda il cielo, perché è rimasta in piedi solo la facciata. Però Venzone, orgogliosamente cinta dalle sue mura, è di nuovo bellissima e la celebro volentieri con queste mie foto.

2 commenti:

  1. Bravi i friulani, non si capisce perchè altrove non sia la stessa cosa (o si capisce bene)

    RispondiElimina
  2. Anch'io ricordo benissimo le trasmissioni radio e la fierezza con cui i friulani di diedero immediatamente da fare!!!
    Per me erano luoghi pressoché sconosciuti ma, come per la tragedia del Vajont, impossibile dimenticarsene.

    Immagino per voi che, tutto sommato, eravate relativamente vicini...
    Bello, comunque, vedere come le cittadine sono tornate splendide.
    Sì, come dice redcats, la differenza con altre situazioni analoghe è stridente!!!

    RispondiElimina