martedì 16 agosto 2016

Dei designer di rubinetterie, nemici dell'umanità.

Sospetto da qualche tempo che tra i nemici occulti dell’umanità ci siano i designer e soprattutto quelli tra loro che progettano le rubinetterie da bagno. A quanto pare, costoro sono dei temibili agenti dell’UCAS (Unità per la Complicazione degli Affari Semplici) che pur di non dotare la tua doccia o il tuo lavandino di un normalissimo e intuitivo rubinetto a manopola, con scritto da qualche parte C e F o magari con uno smaltino rosso e uno blu, tanto per farti capire come ottenere l’acqua calda e quella fredda, si farebbero spellare vivi (nel caso, darei volentieri una mano). Non so se, in qualche bagno di ristorante o di autogrill, vi è mai capitato di passare per qualche minuto come un idiota le mani sotto il rubinetto nell'attesa che la fotocellula facesse partire il getto salvo scoprire poi che c’era un pedale ben nascosto sotto al lavello o, al contrario, di annegarvi il polsino della camicia e l’orologio perché mentre cercavate il fottuto pedale, c’era sì la fotocellula, ma non dove pensavate voi. 


I paesini austriaci sono piccoli e romantici, ma nascondono delle insidie

Ecco, mi riferivo a costoro, che poi sono gli stessi cervellacci che progettano anche quelle docce piene di manopole, cursori, inspiegabili pulsanti “ne schiaccio uno e si alza l’altro” ed enigmatiche scale graduate, con almeno quattro erogatori dei quali uno in formato padella da caldarroste per darti un getto dal livello “filo d’acqua di acquedotto pugliese nel mese di luglio” a quello “idrante della polizia sui manifestanti” e fino al “monsone / slavazòn triestino” e che quando, infreddolito e nudo come un verme nella doccia da almeno cinque minuti e affidandoti alle tue misere conoscenze di ingegneria idraulica, riuscirai finalmente a far partire qualcosa, questa sarà un possente getto d'acqua gelida sulle chiappe, perché il designer aveva previsto anche un erogatore al livello delle parti intime. 

Il rubinetto di design, nemico di ogni cliente di albergo.

Fino a ieri pensavo che questo sadismo idraulico fosse almeno limitato agli alberghi e ai ristoranti con pretese di eleganza, ma mi sbagliavo perché anche nella piccola e deliziosa locanda di Egg, paesino di poche anime sulle colline della Carinzia con quattro casette piene di fiori, una chiesetta e una birreria dove abbiamo trascorso le vacanze (nel paese, non nella birreria), si nascondeva l’insidia. Infatti, appena arrivati e posate le valigie, apro la porta del bagno della nostra stanza e mi appare lui, il temutissimo nemico: il rubinetto di design, alto, slanciato e dotato in cima di un piccolo joystick tipo playstation studiato apposta per farti incazzare in tedesco (ma anche due vaffa in italiano andavano benissimo). Così, dopo ore di studio, di rotazioni della levetta (c’era anche dell’altro che roteava, ma non era sul rubinetto) e di brain storming di coppia siamo riusciti a capire come chiudere il getto dell’erogatore e come passare dall'acqua bollente da ustioni a quella tiepidina, ma non ad ottenere l’acqua fredda, opzione che sembrava del tutto sconosciuta al progettista. E così, grazie al genio di qualche designer austriaco di rubinetterie, mia moglie ed io abbiamo provato il brivido di lavarci i denti per tutto il soggiorno con l’acqua calda, che è il massimo della vita…

1 commento:

  1. Ahahahah....da morire!!!
    Noi abbiamo ristrutturato casa qualche anno fa e non ci siamo sottratti dall'inserire questi erogatori snelli e privi di manopole, sia in bagno che in cucina!!!
    Risultato? Il marito ancora non gestisce quello della cucina che, secondo lui, sfida qualsiasi legge della logica��. Quello della doccia è l'incubo di qualche parente o amico che si trovi a passare da noi un paio di giorni.
    Normalmente viene girato in modo anomalo e si blocca. Chiaramente, non essendo evidenziato in alcun modo, costringe a dei veri terni al lotto per capire se uscirà acqua calda o fredda...������!!!!

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