martedì 25 luglio 2017

Di quelli che si tuffano nei canali e della proposta di trasformare Venezia nella più grande piscina pubblica del mondo.


Quando questa mattina ho letto l’intervista di Oliviero Toscani sulla Nuova Venezia a proposito dei tuffi e delle nuotate nei canali sul momento mi sono indignato, perché di solito quando gli artisti fanno delle provocazioni a volte queste contengono delle scintille di genialità e altre volte sono unicamente delle grandi stronzate dette solo per uscire dal dimenticatoio e riavere un momento di notorietà e questa aveva tutta l’aria di esserlo. Infatti, l’Oliviero, visto che a quanto pare il turista medio brama tuffarsi nei suoi canali ed è difficile impedirglielo, a questo punto proponeva di trasformare Venezia nella più grande piscina pubblica del mondo, che sarebbe come dire “siccome non si riesce ad evitare che ci siano quelli che passano con il rosso, allora aboliamo i semafori”. Ovviamente, visto che a Venezia le logiche “spenna turisti” sono ormai la prassi, la sua proposta prevedeva accortamente di far pagare un biglietto per l’accesso alla città trasformata in piscina, in modo da ripartire poi gli incassi tra gli operatori turistici e il Comune i cui bilanci ne avrebbero tratto grande giovamento. 

Naturalmente, l’ammontare delle tariffe per la balneazione turistica avrebbe dovuto essere affrontato in una fase successiva, magari con un apposito gruppo di studio o un comitato di tutti gli operatori di settore. Perché devo ritenere che, come accade per le spiagge al Lido, dove un conto è prendere la capanna all’Excelsior o al Des Bains e un conto è farlo agli Alberoni o in Zona A, il prezzo del biglietto debba variare a seconda del pregio turistico della zona. Una nuotata in un rio secondario della Celestia o davanti alle Casermette dell’Arsenale non può avere lo stesso costo di un tuffo dal Ponte di Rialto o dal pontile davanti alla basilica della Salute. Così come immagino e spero che il costo di due sdraio e un ombrellone in Piazza San Marco, non solo perché vi suona l’orchestrina del Florian e vi sono i portici delle Procuratie per pranzare all’ombra, sia diverso da quello di campo Sant’Alvise o dell’Angelo Raffaele, destinati ad un’utenza più “popolare” e giornaliera.


Campo Angelo Raffaele Beach, come potrebbe essere...

Purtroppo la rivoluzionaria proposta di Oliviero Toscani non affronta alcuni problemini “minori”, tipo che fare del traffico dei vaporetti e delle centinaia di barche da trasporto che percorrono i canali da destinare alla balneazione e che dunque, una volta trasformata Venezia nella più grande piscina mondiale, non potrebbero di certo passare tra le famigliole di bagnanti e i loro canotti di gomma e, come conseguenza di tutto questo, anche come riqualificare al ruolo di bagnino (con appositi corsi del FSE?) i vigili addetti al controllo del traffico acqueo che finirebbero in esubero. Ma non solo, perché c’è anche da capire come convincere le pantegane a trasferirsi in terraferma sul Marzenego (incentivi all’esodo? agevolazioni fiscali sull’acquisto della prima tana?). Soprattutto, però, la proposta non sembra affrontare il problema di come rifare ex novo la rete fognaria della città che fin dal medioevo scarica i suoi liquami in acqua confidando nella forza pulitrice della marea oltre alla necessità di ripulire e ripavimentare il fondo dei canali con delle belle piastrelle in maiolica azzurra, che farebbe tanto piscina olimpionica. Questo perché altrimenti la USL troverebbe di sicuro da ridire sulla balneazione e difficilmente i nostri canali otterrebbero la certificazione d’eccellenza della Bandiera Blu. 

Come dicevo, fino a questo punto mi sono indignato per la proposta di Oliviero Toscani, ma poi proseguendo nella lettura mi è diventato subito chiaro quale ne fosse stata la fonte d’ispirazione. Infatti il nostro, alla stregua di un personaggio burlone di Signore e Signori (non a caso ambientato nella marca trevigiana) che ha fatto qualche giro di troppo tra un bianchetto e l’altro ti fa subito capire che in realtà sta perculando il giornalista che lo intervista quando propone anche di riempire i canali di prosecco in modo che la gente vi possa nuotare e bere in allegria. Che francamente, a parte il problema di quelli che fanno pipì in acqua, la proposta per un veneziano ha un suo fascino indubbio, anche se però m’induce a porre un quesito all’anziano e geniale spiritosone: “scusa Oliviero, ma intendi prosecco fermo o con le bollicine? Perché in tal caso potremmo fare di Venezia anche la più grande Jacuzzi del mondo”. Pensiamoci, fratellli veneziani, pensiamoci…

4 commenti:

  1. beati voi che avete tutta quell'acqua........

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    1. Di questi tempi di siccità e di acqua razionata ti capisco, però la nostra è acqua di mare, talvolta ne abbiamo anche troppa perché ci entra nei negozi e nelle case e comunque, se anche fossse acqua dolce, credimi, sarebbe meglio non berla :)

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  2. Dicevamo...una utopia brillante, una provocazione divertente. Tanto non si potrà mai tornare alle acque pulite. Sarebbe stata una grandiosa idea impedire qualsiasi mezzo a motore a Venezia !!! ma dal principio...!

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  3. beh.. si, magari sarebbe stato bello rivedere il bacino San Marco pieno di gondole e di velieri, come nel settecento. Però, credimi, a noi veneziani non piacerebbe vivere con le ambulanze e i pompieri che vanno a remi e senza i vaporetti.

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