Ieri sera, all'ora di cena e appena terminate le prove della commedia (che, non vorrei dire, ma, ora che ci sono anche le musiche, sta venendo proprio bene), mentre uscivo dal cancello del teatro ho sentito due colpetti di clacson e ho notato subito una macchina ferma sull'altro lato della strada che mi faceva i fari. Essendo parcheggiata contromano e davanti ad un passo carraio, ho capito subito che al volante c'era l'elfa che con mia grande sorpresa era venuta a prendermi pur essendo esausta dal giro per ipermercati e centri commerciali cinesi del "tutto per 1 Euro" onde acquistare ciò che servirà a nostro figlio per arredare al minimo sindacale il suo appartamentino di Casorate Primo. Questo perché malgrado quel che garantiva la signora dell'agenzia immobiliare che lo descriveva ammobiliato di tutto punto e "chiavi in mano", con un rapido giro di telefonate abbiamo appurato che a parte (forse) quattro posate e due bicchieri scheggiati, nell'appartamento non c'è altro perché l'attuale inquilino alla fine si porterà via tutto, tranne la polvere. Quindi, io dovrò forzatamente restare a casa con il cane perché il mio posto in macchina verrà occupato da due materassi di quelli zippati sotto vuoto, da lenzuola, trapunte e pentole fregate alla nonna, piatti del servizio scompagnato, scope, catini e ferro da stiro completo di mollettone.
Ma non è stato questo a preoccuparmi, quanto piuttosto l'inattesa gentilezza di Morena che di solito quando le chiedo se può passare a prendermi a Villa Franchin dove proviamo, risponde: "Dovresti avere il 2 che passa tra quattro minuti per la fermata di Viale Garibaldi. Se allunghi il passo invece di perdere tempo a telefonare lo prendi tranquillamente. Ci vediamo a casa, ciao...". Dunque, ho immaginato subito che l'elfa volesse qualcosa in cambio del passaggio e, infatti, questo qualcosa si chiamava "Eclipse". In pratica, la sua proposta non negoziabile era: kebabbata con birretta al volo e poi vecchio cinema di Marghera dove proiettavano l'episodio della saga di Twilight che si era persa mesi prima a causa delle mie solite paturnie (tanto per farmi sentire in colpa).
In realtà, era successo perché qualcuno in famiglia, appena ascoltate a tavola le nostre intenzioni, mi aveva messo con tatto sull'avviso bisbigliandomi all'orecchio una recensione sintetica ma molto credibile “Papà, non abboccare… guarda che il film che vuole portarti a vedere è una cagata pazzesca” e così anche se qualcuna di maggior peso politico di fronte alle mie titubanze immediate me lo aveva spacciato per un nuovo Signore degli anelli, la scoperta che il mercoledì in cui si sarebbe dovuto andare al cinema (perché costa di meno e l’elfa è molto attenta a queste cose) coincideva proprio con la partita dell’Inter in Champions mi aveva fornito la scusa che attendevo per declinare l’invito.
Nella circostanza, non avendo a disposizione altra scusa che la partita della Juventus (sarei stato poco credibile) mi sono trovato miseramente a corto di scuse e così, dopo essermi ingozzato al suono del “dai, sbrigati che facciamo tardi…” di un kebab piccantissimo perché al giovanotto che lo aveva preparato doveva essere sfuggita di mano la boccetta dell’harissa (oppure voleva vendere più birra), mi sono ritrovato in un cinema di terza visione al fianco di una moglie in pieno regresso adolescenziale e senza nemmeno i popcorn, a scoprire le svenevolezze di Bella, Jacob ed Edward della saga di Twilight.
Due ore di una noia mortale trascorse ad osservare una storiella per quattordicenni incentrata su una ragazzotta abbastanza scipita (stavo per dire: esangue) combattuta dal dilemma se farsi morsicare (non è una metafora) dal licantropo proletario o dal dandy con i brillantini sulle guance, il tutto tra dialoghi inutili e languori sentimentali del genere: "sto con lui ma amo anche te e viceversa". Fortunatamente, ogni tanto mi strappava un sorriso la comicità involontaria del padre di lei che, forse obnubilato dal sidro di mele o sperando nelle nozze con il giovanotto benestante, appariva del tutto incapace di capire che razza di gente frequentasse la figlia. Alla fine dell’interminabile primo tempo, giunto al previsto "Ti piace?" di Morena il mio commento è stato: "Se quel citrullo incipriato non si decide a morderla, la morsico io, basta che la finiamo...".
Alla fine, probabilmente per via del cane, ho finito per parteggiare per il lupacchiotto truzzo e borgataro con il Dodge scassato (qua la zampa, compagno...), in quanto l'altro, un fighetto surgelato e griffato che viaggiava in BMW nero metallizzato, mi stava decisamente sulle scatole. L'unica speranza rimasta dopo la prima ora di proiezione era che la vampira Victoria riuscisse a far fuori Bella, che così almeno si tornava a casa gratificati e sollevati dal fatto che la saga era finita e non se ne parlava più. Invece, questa, pur essendo una rossa rimarchevole e sembrando in molte sequenze una vampirona piuttosto bellicosa e cazzuta, del tipo: "Appena ho finito di correre a vuoto per i boschi vedrai come ti morsico", al momento dello scontro atteso con ansia ha lasciato molto a desiderare, soccombendo in pochi attimi, come una pollastra dilettante.
I Volturi poi, annunciati per tutto il film come creature potentissime e agghiaccianti, sembravano usciti senza un ricciolo fuori posto dalle pagine di Vogue e stavano a Christopher Lee o al Nosferatu di Murnau come la Ferilli sta alla Zeta Jones (non c'è partita). Così, dopo essermi chiesto quante volte avessi rischiato inconsapevolmente la pelle visitando Volterra e superato il disappunto per la serata buttata via, mi è rimasto almeno il piacere di informare gli altri sventurati che dovessero imbattersi in tale film e nel quarto episodio della saga intitolato “Breaking Dawn” che per fortuna oggi esiste l'antidoto contro i vampiri fighetti (niente collane d'aglio o paletti di frassino, roba superata...). E' già disponibile da tempo in streaming, infatti, la giusta e meritata parodia del genere intitolata “Mordimi” che sarà pure volgarotta, ma quando ci vuole, ci vuole. Non posso linkarla per ovvi motivi, ma si trova facilmente su piratestreaming o siti analoghi. Buona visione e buon antidoto.