lunedì 27 giugno 2022

In memoria dei cinema veneziani con le seggiole di legno cigolanti, dove si mangiavano i semi di zucca e non i tacos con la salsa messicana stravaccati nelle poltroncine in velluto.


Dopo due anni di covid con tutte le limitazioni amnnesse, mia moglie è andata in crisi di astinenza e ieri sera a cena vedendo il trailer di un prossimo film che sembrava molto interessante, mi ha chiesto: perché non andiamo a vedercelo al cinema, che è tanto che non ci andiamo?. Naturalmente le ho detto di sì, tanto è programmato dal 10 luglio “nei migliori cinema” e farà a tempo a dimenticarselo e comunque tra qualche mese ce lo vedremo su Netflix o Prime con tutti i confort in salotto, anche stravaccati sul divano con la coppetta di gelato o i cioccolatini a portata di mano.

Oh, non fraintendetemi…io adoro il cinema perché sono di una generazione che si è formata culturalmente e si è nutrita di cinema e di cineforum con il “seguirà dibattito” e alla Mostra del Cinema, disponendo grazie ad un nostro amico di famiglia, dei biglietti per assistere alle proiezioni pomeridiane per i giornalisti in Saletta Volpi, non mi perdevo nemmeno i film cecoslovacchi in bianco e nero, con i sottotitoli in tedesco. E comunque mi sono visto tutto il ciclo di Eisenstein, corazzata Potemkin compresa, il Nosferatu di Murnau, Ordet di Carl Theodor Dreyer e il Napoleone di Abel Gance e naturalmente, per rimanere più sul cinema allegro e vivace, anche Deserto rosso di Antonioni e il Dillinger è morto di Ferreri. Ho visto perfino, ma quella era un prova di amore chiesta da una laureanda in ispano americano, mi sono visto quattro volte di fila “Cria Cuervos” di Carlos Saura in lingua originale, perché lei, precisa e puntigliosa di carattere, voleva approfondire bene l’accento castigliano. Ovviamente, poi ci siamo lasciati.

Allora, chiederete voi (lo chiedete, vero? Che ci devo scrivere ancora mezza pagina…) perché sei così recalcitrante all’idea di andare al cinema? Beh.. per il semplicissimo motivo che l’idea di cinema che ho in mente io non esiste più e nel cinematografi di oggi non mi ci ritrovo.

Nei cinema di una volta avevi le seggioline in legno ribaltabili e cigolanti, se c’era il Cinemascope era roba fina, l’audio era quello che era, se la pellicola s'interrompeva tutta la sala chiamava a gran voce il "gobboooo..." perché rimediasse, d’estate avevi caldo, d’inverno stavi seduto con il cappotto e il massimo disturbo possibile erano quelli con le caramelle Charms da scartare. Nei cinema di terza categoria frequentati dal lumpenproletariat di Castello alto, di Cannaregio e Dorsoduro, il disturbo era incarnato da quelli che mangiavano e sputazzavano i semi di zucca, i lupini o le stracaganasse (le castagne secche) oltre agli onnipresenti bagigi (le arachidi) che poi quando cercavi posto al buio tra le file dei sedili, con tutte quelle bucce sul pavimento ti sembrava di camminare su un tappeto di corteccia umidiccia.

I film, però, li si guardava in religioso silenzio e se proprio uno dava fastidio o parlottava lo si zittiva con un paio di discreti “shhhh!” come a teatro se eri al Rossini o al San Marco o uno "scolta vecio, ma ti vol seràr quea boca da cloro?" se ti trovavi al Giorgione o all’Olimpia, oppure, dal Progresso, al Moderno e fino al Garibaldi, veniva la maschera con la pila ad ammonire con garbo (varda che te buto fora in cae a peàe in cuo....). Andare al cinema costava poco, soprattutto nelle sale di seconda e terza visione per gli studenti, tipo l'Accademia e se un film ti piaceva, te lo guardavi anche due o tre volte di fila, che nessuno ti mandava via. Fine della giostra.

Oggi hai cinema multisala con aria condizionata e moquette a volontà, le poltroncine ergonomiche, il surround dolby che se sparano una cannonata ti abbassi istintivamente e l’Hd con gli schermi panoramici che vedi anche se l’attrice ha le doppie punte. Il biglietto del cinema per due persone costa come andare in pizzeria e, tra una cosa e l'altra, i trenta euro a botta se ne vanno via. Peccato però che ora hai anche vicini di sedia che tirano su la Fanta con la cannuccia fino a succhiare il cartoncino del bicchiere, l’odore untuoso dei pop corn con la ravanata di mano nel secchiellone inclusa e ultimamente anche quello dei tacos croccanti da intingere nella salsina messicana, quindi tutto un sottofondo di ruminamenti vari, da aggiungere a schiamazzi, lazzi e frizzi assortiti e senza freno di bande di ragazzotti in preda alle tempeste ormonali adolescenziali, per non dire dei ciarlieri che avendo già visto il film da qualche parte informano la ragazza o la moglie che “Adesso verrà fuori che il poliziotto è il padre della ragazza, ma poi alla fine lui muore per difenderla, ma lei si salva, vedrai…” . 

Ma, soprattutto, nei cinema di oggi esiste l’ onnipresente ansioso/ansiosa che deve consultare compulsivamente lo smartphone ogni dieci minuti e che ogni volta che accende il suo padellone illumina la sala e tu ti domandi cosa sia mai successo di così importante e perché costui/costei paghi un biglietto per consultare il telefono, cosa che potrebbe fare comodamente a casa sua e senza rompere i coglioni a te che il film te lo vorresti vedere in pace e concentrato, senza flash di luce azzurrina a distrarti in continuazione, tanto che una volta, imbufalito dalla cretinetti della fila accanto che accendeva in continuazione lo smartphone per chattare con non so chi, ho acceso il mio come se avessi ricevuto una chiamata e porgendoglielo le ho detto “Scusi… è per lei.”. 

 Dunque, anche se in tanti campi della vita sono tutt'altro che un conservatore, mi sa che nel cambio della tipologia di cinema alla fine ci abbiamo perso…

2 commenti:

  1. A Modena ci salviamo ancora. Abbiamo due sale d'essai (la Sala Truffaut e il 7B) che sono frequentate perlopiù da teste canute che non mangiano, spengono i cellulari e stanno religiosamente zitti. Bisogna evitare la Multisala Victoria piena di giovani maleducati e ai Cinema Multisala Raffaello e Astra bisogna scegliere film non di cassetta. La gioia di andare al cinema è ancora possibile. Sky in casa è riservato ai giorni feriali.

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    1. Ehilà! Che piacere risentirti a commentare su questa mia pagina...le sale d'essai di una volta (oggi quasi introvabili perché ormai hanno spazio solo i film ipercommerciali per pubblici in cerca di emozioni forti e di bocca buona) erano il mio habitat. A Modena siete fortunati ad averne due... (mi sono segnato i nomi, che non si sa mai, sono una testa canuta anch'io...)

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