martedì 11 ottobre 2022
Quelli che vengono interrogati in geografia a mezzanotte e venti.
venerdì 2 settembre 2022
Quelli che hanno lo smartphone che si attiva per conto suo e "fa cose"
Il mio smartphone, forse perché annoiato di stare confinato nella tasca posteriore dei pantaloni quando vado in giro con il bretone mentre lui vorrebbe vedere il mondo e farsi notare dagli altri telefonini, ogni tanto si avvia per conto suo e "fa cose".
venerdì 19 agosto 2022
Quelli che, appena arrivati nell'alberghetto di montagna stanchi e accaldati, prima di poter salire in camera ascoltano pazientemente le ciance della titolare e si morsicano la lingua per non replicare.
Quelli che hanno il vicino di ombrellone che fa i cruciverba ad alta voce.
martedì 5 luglio 2022
Di quando apprendi che tua moglie ha letto tutti i tuoi libri gialli, ma poi ne scopri anche il motivo.
Avete presente la scena cult di "Harry, ti presento Sally”, quando lei, indispettita dalle vanterie maschiliste di lui sulle sue conquiste e le relative prestazioni sessuali di grande soddisfazione per le sue partner occasionali, gli rivela che in realtà molte donne spesso fingono l’orgasmo e di fronte alla sua incredulità, mentre sono a tavola al ristorante gliene simula uno lungo e clamoroso con tutti i clienti che la guardano e la signora del tavolo vicino che dice al cameriere “Prendo quello che ha preso la signorina…” ?
Quando le mogli pur di trovare un difetto ti dicono che l'hai fotografata di schiena. |
Quella tanto aperta e liberal, che non sembra, ma come Sherlock ti osserva e sa tutto di te,,, |
lunedì 27 giugno 2022
In memoria dei cinema veneziani con le seggiole di legno cigolanti, dove si mangiavano i semi di zucca e non i tacos con la salsa messicana stravaccati nelle poltroncine in velluto.
giovedì 16 giugno 2022
Quando ti emozioni alla vista di un fiasco impagliato e ti riparte il film del tuo '68
mercoledì 16 marzo 2022
L'appartamento veneziano al Ponte Tetta (farsa teatrale in un atto per Carnevale - scena quinta e scena finale)
Scena quinta
Emanuele rientra a casa con un borsone (è stato via qualche giorno) e appena entrato dopo aver esclamato con soddisfazione “Eccoci tornati, casa dolce casa … e ora… docciaaaa” inizia a spogliarsi direttamente in salotto. Appena è in mutande e canottiera, entra in scena Claudia in accappatoio, con i capelli avvolti nell’asciugamano e il phon in mano. (urlo di spavento reciproco e i due cercano di coprirsi le nudità a vicenda)
Cla – (con la voce alterata) ma tu chi cazzo sei? che ci fai qui in casa mia?
EMA – (con la voce alterata) Sono Emanuele e abito qui… ma piuttosto tu chi cazzo sei e che ci fai in casa nostra?
Cla – Quale casa vostra? Io sono Claudia e abito qui
EMA– ( sorpreso, mentre si riveste) Come… come abiti qui? da quando?
Cla – ( tranquillizzata si siede sul letto ad asciugarsi i capelli) Da questa mattina. Non ti ha detto niente il disgraziato che abita qui?
EMA – Mi aveva raccontato che aveva trovato un nuovo inquilino per dividere le spese, ma mi aveva anche detto che si chiamava Claudio.
Cla (ride di gusto) – Bella questa! A me, per convincermi, aveva detto che avrei trovato come inquilina una ragazza di nome Emanuela. Però ora che ti vedo come ragazza non sembri un granché, non hai nemmeno le gambe depilate...
EMA – Tipico di quel magliaro. Ma perché lo chiami disgraziato? Termine che peraltro condivido, anche se di mio lo definirei in altro modo… ma non vorrei darti l'impressione di essere un ragazzo volgare...
Cla – Perché per telefono mi aveva dato appuntamento per oggi qui alle dieci per darmi le chiavi e mostrarmi la casa, ma non si è fatto vedere e lo sto ancora aspettando…se lo vuoi insultare fai pure, non sono un'educanda.
EMA. – Sì, dopo lo faccio, ma scusa... chi ti ha aperto allora?
Cla – Ho avuto fortuna che ho trovato sul pianerottolo una signora che stava entrando e che mi ha aperto la porta…
EMA – (spaventato perché capisce che era la madre) Oh mio dio!… e che ti ha detto?
Cla – Nulla, ha detto solo che visto che c’ero io sarebbe tornata un’altra volta… anzi, no… mi ha chiesto anche se ero lì per Roberto e le ho detto di sì. Ma chi era e perché aveva le chiavi?
EMA. – (imbarazzatissimo) Ah… no…beh… era la signora delle pulizie, viene una volta a settimana.
Cla – (sospettosa) La vostra signora delle pulizie ha la borsetta di Gucci e il foulard di Hermès?
EMA. – Beh…sai… le diamo diecimila lire all’ora e comunque saranno quelle copie tarocche che si comprano dagli ambulanti.
Cla – A me sembravano originali, comunque sia… forse sarebbe stato meglio che fosse entrata anche lei perché qui dentro ho trovato un casino immondo. Sembrava fossero passati i ladri: una pila di piatti e pentole sporche nel lavello, il cartone del latte lasciato fuori e andato a male, la spazzatura ancora da portare via che puzzava e non ti dico il lavandino del bagno cosa era… ho impiegato più di un’ ora a mettere a posto. Ma chi ci abita qui? Una coppia di aborigeni?
EMA – No. l’aborigeno è uno solo, perché qui di solito la casa la tengo in ordine io, ma questa settimana sono stato a casa dai miei e l’ho lasciato da solo perché doveva preparare un esame.
Cla – (prende con aria ironica un libro spalancato
sul tavolo) sarebbe l’esame di “porca troia” ?
EMA – (sconcertato) no… è storia della filosofia economica. E’ un esame complementare facile che ha scoperto che poteva fare anche lui. Infatti, quel libro è mio…
Cla – Ah si? Beh…allora dovrai ricomprarlo. Questo è tutto pieno di scritte in pennarello rosso con variazioni sul tema del porca puttana e del porca troia. (glielo mostra)
EMA – (sconcertato) francamente non capisco…
(in quel momento suona il telefono, Emanuele risponde e dall’altra parte del telefono c’è Roberto)
EMA. – Ah! Proprio te… ma che combini? …. Si certo che Claudio è arrivato, ma è una Claudia… perché mi dici “chi se ne frega il problema è un altro”? Ti sembra una cosa normale? Ma dove sei?perché sei così agitato? Oh cazzo!... Sei a casa tua a Verona? Come sarebbe a dire che non torni più? Tuo padre non ti paga più l’appartamento e ti prende a lavorare in studio con lui?… (sorpreso) ma che succede?… Come incinta? Chi è incinta? La Patty? Sì, va bene… ora la devo chiamare Putty… ma incinta quanto? Ah! Completa… (pausa) allora l’hai proprio impiombata! Bel colpo… eh!… ora l’ho capito che è un bel casino… come sarebbe che è colpa di mia madre? Cioè dici che quando vi ha sorpresi a letto, per lo spavento ti è partito il colpo e l’hai ingravidata? E vabbè, però anche tu potevi usare il preservativo, no? Se ti fidi dell’Ogino Knaus te le vai a cercare… pronto? ….Prontoooo? (Roberto chiude la telefonata bruscamente)
EMA. – (guarda verso Claudia) ha riattaccato…che si sia offeso per la faccenda dell’ Ogino Knaus?
Cla– (ridacchia) vedi tu… comunque, guarda che una o è tutta incinta o non lo è. Non è che lo si è un pochino…
EMA. si, scusa… è che non me lo aspettavo…. Comunque mi pare che tu abbia compreso la situazione, quindi se vuoi andartene non c’è nessun problema. Ti posso ridare anche la caparra…
Cla– No, senti… ho impiegato due mesi a cercare un appartamento per studenti qui a Venezia e il tuo amico Roberto, quando ci siamo sentiti lunedì scorso per prendere accordi ha voluto che gli bonificassi tre mensilità di quota d’affitto anticipate come caparra. Un po' da strozzino, lo so, ma alla fine ho accettato perché ero stanca di cercare. La casa una volta pulita sembra graziosa e poi è comoda per tante cose. Comunque, per rimanere qui, visto che la situazione si prospetta abbastanza promiscua finché non troveremo qualche altro coinquilino, devo sapere alcune cose da te…
EMA. – Dimmi…
Cla– Ti lavi i piedi, alzi la tavoletta, tiri l'acqua dopo che sei andato in bagno e pulisci la vasca da bagno, il lavello e i pavimenti?
EMA – la risposta è sì su tutto… so anche cucinare e mi rifaccio il letto, faccio anche il bidet e mi rifaccio il letto.
Cla– (maliziosa) bene, ma non è finito… ti fai le pippe in bagno?
EMA – Ma per amor di Dio! Certo che no…
Cla – Ottimo…quindi i Playboy che ho buttato erano
di quell’altro. Un’ ultima cosa fondamentale: devi giurare che non ci proverai
per alcun motivo con me. Visto che le circostanze ci costringono a farlo,
dovremo abitare assieme come un fratello e una sorella. Lo giuri su quello che
hai di più sacro al mondo, che possa esplodere all’istante se ci provi con me?
Cla – Molto bene… e ora fila a cucinare che ho fame. Ma niente scatoletta di tonno... voglio avere garanzie anche sul lato della cucina.
EMA – Non c'è molto in dispensa, ma va bene una pastasciuttina aglio, olio e peperoncino?
Cla– Sì, abbonda pure con l'aglio, tanto non ci dobbiamo baciare e comunque è una garanzia reciproca in più...
(la scena torna al buio)
Scena sesta
Passano diverse settimane. Si sente aprire la porta
ed entra la madre di Emanuele. Si ferma a guardare sorpresa l’appartamento.
Madre di Emanuele – Ma guarda che bravi! Questa volta è tutto talmente lustro e in ordine che sembra quasi ci sia passata una donna. (Passa il dito su un mobile) Non c’è un filo di polvere. Incredibile! (guarda anche sul tavolo) Perbacco! Ci sono anche i centrini… qui mi sa che è opera di quella ragazza di Roberto che avevo incontrato sul pianerottolo. Dev’essere proprio a modino quella lì: carina, tiene in ordine la casa, magari cucina anche bene... (sospira) Volesse il cielo che anche mio figlio ne trovasse una così! Beh.. qui sembra tutto a posto. Vediamo se almeno in camera da letto ho da fare qualcosa.
Appena entra nella camera da letto si sentono gli strilli di terrore di Emanuele e di Claudia.
I tre escono dalla stanza tutti assieme. Emanuele in mutande e Claudia avvolta nel lenzuolo
EMA – Mamma! Non è come sembra, ti posso spiegare…
Madre di Emanuele – ma cosa vuoi spiegare? Si capiva benissimo quel che stavate facendo… Cosa credi, che non lo sappia? Tutti nudi poi… Che vergogna!
EMA – Ma tu che cazzo ci fai qui?
Madre di Emanuele – tu piuttosto cosa ci facevi a letto con quella sciacquetta lì? Io ti pago l’appartamento per studiare, non per portarti le ragazze a casa! Mandala via che ora io e te ci dobbiamo parlare.
EMA – Mamma…a parte che non è una sciacquetta ma una ragazza per bene e di ottima famiglia, lei è Claudia, la mia compagna di stanza, non la posso far uscire. E’ anche casa sua
Madre di Emanuele: – Come? Ma non abitavi con questo Roberto? E non doveva venire a stare con voi un terzo ragazzo?
EMA – Sì ma Roberto è dovuto tornare a casa e Claudia ha preso il suo posto
Madre di Emanuele – Mi avevi detto che il nuovo inquilino si chiamava Claudio, non Claudia
EMA – Avrai capito male.
Madre di Emanuele (si rivolge minacciosa a Claudia) Signorina, resti lì dov’è e si rivesta che poi ce n’è anche per lei, ora devo parlare privatamente a mio figlio, dopo arrivo. (prende Emanuele per un braccio e lo trascina lontano).
Madre di Emanuele: – Emanuele, guardami negli occhi. Chi è questa ragazza? State assieme o è solo una storiella passeggera? Guarda che se quella gatta morta lì ti distrae dalla laurea e con quello che ci costa mantenerti questo appartamento, la mangio viva…
EMA – Ma no! E’ una cosa seria, credimi. Claudia ed io ci siamo innamorati e non voglio perderla…
Madre di Emanuele (bisbigliando all’orecchio del figlio) Ma, dimmi bene una cosa… davvero la ragazza è di ottima famiglia?
EMA – Certo… Claudia è la figlia del professor Gracco, il primario cardiologo che aveva operato il papà, ricordi? E’ quello che possiede quel due alberi a vela da 20 metri in darsena a Lignano che lo guardi sempre sospirando…
Madre di Emanuele – Ah! Quindi la Enchantress… è la figlia di lui? Cioè…volevo dire: questa Claudia è sua figlia? Ma che combinazione… (pausa di riflessione sul da farsi). Comunque, sei fortunato perché la tua mamma è una donna di mondo ed molto più moderna di quanto la credi. Quindi se vi volete bene seriamente e i suoi genitori sono d’accordo, puoi continuare a rimanere qui con lei. Basta che studiate e non mi date preoccupazioni… Ma a proposito del professor Gracco, lo sai che l’ho incrociato in campo Santa Maria Formosa dieci minuti fa?
EMA – Chi? Suo padre? Oh cazzo… ma allora sta venendo qui!
(si sente suonare il campanello)
Padre di Claudia entra in casa: – E’ permesso? Scusate ma era aperto e… (vede sua figlia avvolta nel lenzuolo e barcolla sorpreso) Claudia, piccolina mia… ma che succede qui? Cosa fai lì tutta nuda e chi sono questi signori?
Cla (serafica) – Ciao Papino! Lui è Emanuele il mio compagno di stanza e la signora è sua madre.
Padre di Claudia (con tono alterato): Come sarebbe che quel tizio in mutande è il tuo compagno di stanza? Ma non mi avevi detto che abitavi con una certa Emanuela?
Cla.– Avrai capito male…
Madre di Emanuele (sorridendo) : Caro professor Gracco, ma che piacere rivederla! Sono la signora Graziottin. Lei tre anni fa ha operato mio marito di by– pass coronarico, si ricorda?
Padre di Claudia – (le stringe la mano con un cenno di baciamano) Ma certo, signora, mi ricordo benissimo di suo marito, ma soprattutto di lei. Mi scuserà però se prima ho bisogno di capire da mia figlia che sta succedendo. Le dispiace se le parlo in privato? ( si apparta con la figlia per non farsi sentire)
Madre di Emanuele – Ma certo professore, faccia pure… io l’ho appena fatto con il mio Emanuele.
Padre di Claudia :– Claudia, ma chi è questo ragazzo. Voi mica dirmi che ci stai assieme?
Cla – Oh si, papà… è un ragazzo dolcissimo, lo amo alla follia. Ti prego, non mi rovinare tutto…
Padre di Claudia: Ma se non so neanche chi è…
Cla – Vuoi sapere della sua famiglia, vero? Sono i Graziottin, quelli che producono vino e hanno vigneti e campagne vicino a Ceggia e a Torre di Mosto. Sono pieni di soldi. Hanno anche la barca ormeggiata vicino alla nostra.
Padre di Claudia : (interessato) Ah! Che barca è? Quanti metri? Vela o motore? Perché se sono dei camionisti del mare…
Cla– E’ a vela papà…stai tranquillo. E’ la “Co rivo, rivo…” sai quell’Alpa da regata di nove metri?
Padre di Claudia.– Ah! quella… è abbastanza carina direi, anche se ho notato che per entrare in darsena arrivano con le vele giù da almeno mezzo miglio e manovrano con il motore diesel ausiliario, che fa tanto gente abituata al trattore. Però per essere di campagna ammetto che in mare aperto la portano abbastanza bene. Quest’estate l’ho vista in regata con lo spinnaker su e teneva il vento come si deve. Chi la porta? Suo padre?
Cla – No… Emanuele. E’ bravissimo al timone, sai? Potremmo farlo uscire con noi qualche volta, così finalmente hai chi ti dà una mano con le manovre.
Padre di Claudia : beh…adesso non correre. Comunque, sei fortunata perché tuo padre è un uomo di mondo ed molto più moderno di quanto lo credi. Quindi se vi volete bene seriamente e i suoi genitori sono d’accordo, puoi continuare a rimanere qui con lui. Basta che studiate e non mi date preoccupazioni…Però vorrei conoscere meglio Emanuele e i suoi genitori (si rivolge alla mamma di Emanuele) Signora Graziottin, visto che tra i nostri ragazzi a quanto pare è scoppiata una bella simpatia e che il suo Emanuele è un bravo velista, che ne dice se domenica ci troviamo tutti sulla mia barca e andiamo a mangiare il pesce in Istria? Così ci conosciamo meglio.
Madre di Emanuele: . Oh! Sarebbe bellissimo. Grazie professore, verremo di sicuro.
Padre di Claudia : Bene ci conto! Io ora devo tornare verso Oderzo. Visto che sono sulla strada, cara signora, se lei ha piacere di un passaggio fino a Motta, ci possiamo mettere d’accordo per domenica prossima in macchina… quando vuole uscire sono pronto
Madre di Emanuele: Perché no? La corriera è così lunga. Beh… allora noi andiamo. Ragazzi, mi raccomando, vi lasciamo soli, ma fate i bravi e studiate, eh?
Emanuele e Claudia (all’unisono): sì, faremo i bravi bambini…non temete. Ciao ciao.
Appena i genitori escono Emanuele si rivolge a Claudia
EMA – A proposito di bambini… sono un po’ preoccupato.
Cla – Perché amore? E’ andata benissimo con i nostri genitori, non ti pare?
EMA (titubante per l’imbarazzo)– Sì, ma non è per quello… il fatto è che quando mia madre ci ha sorpresi ero quasi sul punto di non ritorno e per lo spavento… beh, insomma….non vorrei aver combinato un guaio.
Cla (sorridendo amorevolmente)– Stai tranquillo amore… so calcolare bene le mie cose e non sono nei giorni fertili, altrimenti ti avrei chiesto di mettere il preservativo. Stai tranquillo che non mi hai messa incinta.
La scena si rabbuia e quando si riaccende si vede Claudia con il vecchio grembiule di Roberto che sta apparecchiando la tavola e si sente lo strillo di un neonato che piange
Cla – Emanuele, amoreee…. Vai a cambiare Matteo che dev’essere pieno.
EMA – Si, va bene, ma devo ancora finire di vestirmi e tra poco gli ospiti sono qui
(entra in scena dopo qualche tempo mentre Claudia finisce di apparecchiare la tavola per quattro)
EMA – Ecco fatto! Si era smerdato sino al collo… ma
è normale che a cinque mesi caghi così
Cla – (con aria di compatimento) Povero amore quanto hai sofferto! Comunque, lo sai che sono curiosa di conoscere finalmente questo Roberto? Sono contenta che tu lo abbia fatto venire a cena per vedere il bambino. In fondo un pochino è anche merito suo se ci siamo incontrati, no?
EMA – Più o meno…io invece sono curioso di conoscere questo suo nuovo grande amore che gli ha fatto mettere la testa a posto dopo quella storia tragicomica con la Patrizia.
Cla – Già! Ma come è stato che poi ha scoperto che era incinta di un altro? Non me l’hai mica detto…
EMA – Oh! Glielo ha confessato lei. Oltre che con lui e Fabianino stava con uno studente di architettura, un tizio di Treviso anche piuttosto danaroso, che da quello che so poi se l’è pure sposata. Quando è successo il fatto lei in realtà era quasi al terzo mese di gravidanza. Si cominciava quasi a vedere la pancia. Magari a Roberto qualche sospetto gli sarebbe venuto, no?
Cla – E il povero Fabianino?
EMA – Più visto…sarà entrato in seminario.
Cla– E di questa nuova fiamma di Roberto non sai proprio nulla?
EMA – No, ma già me la vedo…sarà di sicuro la solita bellona da materasso di quelle che piacciono a lui. Scommettiamo sulla donna da Carosello tutta tette, culo e niente cervello?
Cla– La vedremo, poi ti dico che ne penso. Piuttosto, a che ora gli hai detto di venire?
EMA. - sulle otto e mezza…(guarda l’orologio) quindi dovrebbero essere…(suona il campanello ed Emanuele fa l’aria di quello piacevolmente stupito) Ah! Però! E’ proprio vero che è cambiato…è puntualissimo.
(si sente bussare alla porta, e poi la voce di Roberto) possiamo entrare?
EMA – Avanti… è aperto.
Entrano Roberto e Fabianino abbracciati come
fidanzatini e con un pacchettino di paste in mano
Rob:- Ragazzi... abbiamo portato le frittole….
Emanuele e Claudia (sbalorditi), all’unisono “Oh cazzo!…Noooo!.”
(si spengono le luci mentre si sente Roberto che dice “ Te l’avevo detto, Fabianino, che preferivano i galani…)
FINE
L'appartamento veneziano al Ponte Tetta (farsa teatrale in un atto per Carnevale - scene terza e quarta)
(segue...)
Scena terza
La luce si riaccende sulla stanza ormai vuota perché i quattro ragazzi sono andati in pizzeria e dopo un rumore di chiavi entrano due signore.
La signora Giustinian – Ecco qui l’appartamento di suo figlio Emanuele… come vede, è arredato di tutto punto e c’è tutto quel che serve….(fa una smorfia di disappunto) anche se ora noto un certo disordine, ma d’altronde a quell’età sono ragazzi esuberanti, si sa…
La mamma di Emanuele, la signora Agnese: – Già! Vedo che non hanno nemmeno sparecchiato… Comunque, sono venuta qui apposta da Motta di Livenza per mettere un po’ d’ordine e pulire, così i ragazzi quando ritornano da lezione troveranno la casa a posto. Che se non ci pensiamo noi mamme… Grazie cara signora, lei è stata gentilissima…
Giustinian – Ma si figuri… sono mamma anch’io e la capisco benissimo. Questi nostri figli sono sempre un po’ bambini e bisogna tenerli sotto controllo proprio quando iniziano a sentirsi grandi. Ecco qui ci sono le chiavi, così ne ha una copia anche lei per ogni evenienza e io sono anche più tranquilla. Buonasera. (se ne esce)
La mamma di Emanuele. rimasta sola si rimbocca le maniche e intona uno slogan da corteo studentesco: “ E’ ora.. E’ora… la mamma che lavora.” . Si avvicina al tavolo e guarda la teglia con il pollo.
Mamma di Emanuele. – Oh! Ma guarda che bravi! Hanno
fatto il pollo ripieno… questo però
dev’essere opera di quell’altro ragazzo, perché il mio Emanuele queste cose non
sa nemmeno da che parte iniziarle…
Intinge il dito nel sugo e assaggia…
Mamma di Emanuele. –… forse un po’ forte di sapore, ma è proprio buono. Devo fargli i complimenti a questo Roberto e farmi dare la ricetta. Strano che lo abbiano lasciato sul tavolo. Comunque, sarà meglio metterlo in frigo, che magari per cena se lo riscaldano.
Le luci di scena si abbassano e la madre esce (dopo un rumore di aspirapolvere ), poi quando si riaccendono ricompaiono Emanuele e Roberto.
EMA – (sbalordito) Oh mio dio! Il pollo era ancora vivo…
Rob – Ma che cazzo dici? Se lo abbiamo cotto e squartato…
EMA – Sarà, però se n’è andato via da solo e ha pure sparecchiato la tavola.
Rob – Hai ragione…E ha fatto anche dell’altro… sulla fotografia incorniciata che ho messo sulla credenza ha lasciato un bigliettino con su scritto: “carina, chi è?”
EMA – Oh Cazzo! La conosco: è la calligrafia di mia madre! Ti ho detto che quella donna sarebbe riuscita ad entrare…è peggio degli incursori di marina. Allarme rosso! Abbiamo un’invasione! Ispezioniamo tutti i locali…
Rob – Stai calmo! (si guarda in giro) Magari si è limitata solo a… oh cazzo! Non si è affatto limitata…(corre di colpo in camera sua e si sentono imprecazioni e tonfi poi rientra con l’aria furibonda) Lo sai che ha fatto tua madre? Mi ha buttato tutti i Playboy originali americani in spazzatura e mi ha messo sul comodino un foglietto con scritto “Studiare! Niente donnine…”. Poi mi ha fatto sparire dall’armadietto del bagno tutte le confezioni di preservativi e ha lasciato al loro posto la scritta “Sesto comandamento: non fornicare” e nell’armadietto dei liquori al posto delle bottiglie ho trovato questa: (mostra una classica bandiera pirata con le tibie e i teschi incrociati),.
EMA – Scusa,
sono senza parole…
probabilmente pensava che fosse
tutta roba mia.
Ti ricompero tutto…
Rob – Ma no… figurati… mi secca solo che sia entrata a curiosare in casa. Le hai dato tu la chiave?
EMA – Ovviamente no. L’avrà chiesta alla padrona di casa, che sarà stata ben felice di dargliela. Visto che è sempre lì a controllarci non le sarà sembrato vero che qualcuna lo facesse per lei
Rob– Quindi è inutile cambiare la serratura perché tanto la Giustinian le ridarebbe subito la nuova chiave.
EMA – Temo di sì. Comunque le parlerò e spero di convincerla a smetterla. Piuttosto… ma chi è la ragazza che hai messo nella cornice?
Rob– E che ne so? L’ho trovata su una rivista. La uso per non insospettire Fabianino che così pensa che la mia donna sia un’ altra, che non è la sua.
EMA – Ah! Non mi avevi detto che la Patrizia stava ancora con Fabianino. Avevo capito che ora stesse solo con te…ecco perché non dovevo dire che tu e lei… ma da quant’è che quei due stanno assieme?
Rob – circa un anno…ma è solo per via della famiglia della Putty. Lui è figlio di un sottosegretario democristiano molto influente e i genitori di lei, che hanno una piccola impresa edile sperano nel matrimonio della figlia con un buon partito.
EMA – Ma lui non se ne accorge che lei viene a letto con te?
Rob– Figurati… a quello potrebbe passare vicino un leone e nemmeno se ne accorgerebbe.
EMA – Ma tu non sei geloso di avere la tua
donna in condominio?
Rob – No perché ci sta assieme per modo di dire…
Patrizia gli ha detto che vuole fargli il dono di arrivare vergine al
matrimonio e lui che è un tipino religioso e remissivo, magari diventa cieco,
ma aspetta buono e tranquillo…e intanto io gliel'addestro per bene, sono praticamente il personal trainer della sua ragazza in quel campo e quando sarà il suo momento lui potrà solo ringraziarmi.
EMA – Quindi come ricompensa avrà un gran bel regalo di nozze (ridacchia)… hai ragione a chiamarla Putty.
Rob – (severo) Sì, ma ti ricordo che solo io posso chiamarla così, tu non ti permettere. Comunque, mettiti il cuore in pace, che questa settimana Patrizia è venuta con Fabianino perché mi ha detto che stava finendo le mestruazioni, ma venerdì viene di nuovo a pranzo qui da sola, quindi dopo il caffè tu trovi una scusa e te ne vai. Chiaro?
EMA – (sull’attenti come un soldato) Sissignore! Forte e chiaro.
Rob - Bene e ricordati del segnale: se vedi il vaso di gerani sulla finestra del bagno, puoi salire, altrimenti te ne resti a spasso e vai a giocare a flipper al bar in campo, magari avendo fatto scorta di monete, visto come giochi .
EMA – (annuisce) – Sarà fatto…
Rob – Bravo! così ti voglio: uso obbedir tacendo e tacendo... andar fuori dai marroni.
Scena quarta
I tre ragazzi sono a tavola e stanno sorbendo il caffè. Mentre Patrizia è distratta, Roberto fa segno con le mani ad Emanuele di togliere il disturbo. Emanuele si gira a guardare verso la finestra con aria sconsolata. In quel momento si ode un forte tuono e il suono della pioggia battente…
EMA. – Beh… quasi, quasi, visto che abbiamo finito il pranzo, ora andrei a fare due passi… ho bisogno di un po’ di aria fresca per digerire.
Patrizia (sconcertata) – ma… Emanuele… ti bagnerai tutto, sta diluviando.
EMA. (si alza ) ma no….non preoccuparti, ho l’impermeabile. E poi mi piace il clima di tempesta. Il vento in faccia mi tonifica. E’ fortificante. Anzi, prendo anche la macchina fotografica, che se ho fortuna scatto delle foto di Piazza san Marco con la grandine. Sarebbero così insolite…
Rob – Ottima idea, magari hai una botta di culo e c’è anche l’acqua alta…a dopo allora, buona passeggiata e buon safari fotografico…
Emanuele prende l’ombrello, la macchina ed esce di casa. Roberto e Patrizia, si abbracciano e si dirigono verso il letto (che è fuori scena, come fosse in un’altra stanza) Ricompare Roberto già in mutande e canottiera che dopo aver tolto il vaso di gerani dal balcone del bagno lo posa sul pavimento
La scena si fa buia e si illumina nuovamente poco dopo con la mamma di Emanuele che entra furtiva con l’ombrello gocciolante. La Mamma di E. guarda i piatti ancora sul tavolo.
Mamma di E. – Ecco! Lo sapevo! Tanto per cambiare hanno pranzato e se ne sono andati a lezione senza sparecchiare. Meno male che ci sono le mamme a pensarci (inizia ad impilare piatti e forchette, poi lo sguardo le cade sul vaso di gerani sul pavimento. Posa di nuovo tutto sul tavolo e congiunge le mani in preghiera) Madre santissima! Che devo vedere… ma guarda tu, quella povera pianta quanto è secca e poi perché la tengono sul pavimento? Roba da matti…comunque, gliela rimetto sul balcone del bagno che almeno prende un po’ di pioggia. (esegue, poi rientra in salotto rimboccandosi le maniche) Su! Dai! Forza e coraggio… iniziamo a pulire questo covo di sfaticati… anzi iniziamo dalla loro camera che sono sicura che non si sono nemmeno rifatti il letto….
Entra decisa nella camera da letto e si sentono gli strilli di terrore di Roberto e Patrizia, poi la madre di Emanuele fugge fuori di casa imbarazzatissima “ Ragazzi scusate…non volevo… …è stato uno sbaglio… scusatemi tantissimo” appena esce di casa compaiono sulla soglia della camera Roberto e Patrizia (visibilmente scossa)
Pat – Ma chi era quella pazza? Cosa voleva?
Rob – Era la madre di Emanuele, ecco chi era.. e voleva solo curiosare, la maledetta impicciona.
Pat– Oh mio dio! Quindi ora mio
padre lo saprà…
Rob – Ma no! Non sa nemmeno come ti chiami. Come farebbe a dirlo a tuo padre? E poi la figuraccia la farebbe lei che s’introduce nelle case altrui come una ladra
Pat– Sì, forse, ma mio padre spaccherebbe lo stesso le ossa a me, se lo sapesse e la mamma di Emanuele potrebbe farselo dire dal figlio. E, comunque, io qui non ci vengo più…
Rob (sorpreso) – Ma come non ci vieni più, amore? E’ il nostro nido delle coccole…lo vuoi abbandonare?
Pat– (piagnucolando) Non me ne importa niente! Non posso fare l’amore con il terrore che sul più bello arrivi di nuovo quella matta. Mi sono vergognata come una ladra che mi abbia vista a letto con te (si soffia il naso).
Rob– Ma no! Era buio, cosa vuoi che abbia visto… e poi (con il tono da seduttore).. micina mia…ma davvero non vuoi più fare l’amore con il tuo Roby?
P – (asciugandosi una lacrimuccia) Sì che lo voglio, ma allora prendi una stanza da un’affittacamere o in una pensione. Mi sta bene anche un letto sfasciato, con i pidocchi e che cigola, ma qui mai più.
Rob. – Dai micettina… su… vedrò di farmi ridare le chiavi o cambio la serratura, così il problema il tuo Roby te lo risolve subito. Va meglio così? (lei annuisce) Dai…vieni qui e dammi un bacetto come prima, che tanto per oggi quella non torna più
Patrizia lo abbraccia lo bacia e i due rientrano in stanza . Proprio in quell’istante si apre la porta ed entrano Emanuele e Fabianino
EMA – Robertoooo … sono qui con Fabianino, è venuto a riprendere la sua dispensa…
Rob (dalla stanza) – oh caz… ehm…. sì … va bene… ce l’ho in camera da letto, mi sto vestendo… offrigli una birra che arrivo.
EMA. – Non abbiamo birra in casa…
Rob – Vabbè, offrigli del vino….
EMA – Lo hai finito…
Rob – Ma che caz... allora andate giù e vi raggiungo al bar in calle…
EMA – Fabianino dice che non ha voglia di nulla.
Rob – E ti pareva? Comunque non importa, portalo lo stesso al bar che io ho voglia di uno spritz
EMA – Va bene. Ma fai presto che Fabianino deve tornare a Conegliano
(I due escono chiudendo la porta e subito dopo si riaffacciano alla stanza Roberto e Patrizia)
Pat (agitatissima) – Ci mancava anche Fabianino adesso…Io qui non ci torno più…neanche morta mi ci rivedi.
Rob – Si vabbè, ne riparliamo dopo, micettina, ora scappa che la via è libera.
Pat – Sono sicura che non li incontro per le scale?
Rob – Ma sì certo, sono al bar, basta che fai il ponte delle tette invece di passare per la calle…. Vai tranquilla…
(si sente aprire la serratura della porta. Patrizia corre a nascondersi sotto il tavolo. Rientrano in casa Emanuele e Fabianino)
EMA. – Il bar in calle era chiuso per turno
Rob .(impreca sottovoce) – Allora portalo in campo San Giovanni e Paolo, ci sono tre locali lì, almeno uno stracazzo fottuto di bar su tre sarà anche aperto, no?
Fabianino: – Scusa Roby se dico la mia… ma io vorrei solo riavere la mia dispensa, non ho voglia di prendere qualcosa al bar. Perché devo andare per forza al bar?
Rob – (Lo spinge verso l’uscita con l’aria severa) Non ti ci mettere anche tu, oggi, che non è giornata! Emanuele ed io abbiamo voglia di uno spritz. E’ vero Emanuele che anche tu ne hai voglia? Dai, usciamo che sono pronto….al ritorno ti do la dispensa.
Passando a fianco di Emanuele gli bisbiglia
“Stronzo! Guarda i segnali la prossima volta”
Emanuele allarga le braccia perplesso “ Ma se c’era
il vaso sul balcone…”.
Appena tutti sono usciti, Patrizia esce da sotto il
tavolo e dopo aver fatto il gesto dell’ombrello all’appartamento come a dire
che non ci verrà mai più, se ne va anche lei.
(segue...)