Cronaca della notte trascorsa in un interno di casa borghese tra due coniugi di lungo corso di ritorno da un breve soggiorno in Germania per godere al prezzo di saldo della bassa stagione di un sole primaverile del tutto inconsueto, con noi in piumino d'oca e i Deutschen a passeggio in maglioncino (raffreddore gentilmente offerto dalla mia signora che quando viaggiamo non si fa mancare nulla). Comunque, dopo qualche giorno di pioggia, anche qui è sbocciato il sole come a mille chilometri più a nord, ma in compenso ieri tirava vento di bora e oggi fa un freddo cane, di quelli che ti metteresti il maglione sopra la felpa anche per stare in casa. Dunque, appena superato lo shock termico dell'elfa che, al solito, appena è sotto la trapunta infila i suoi piedini ghiacciati tra le mie gambe per scaldarseli, mi concedo almeno dei sogni in controtendenza.
02.50 – Mi trovo in spiaggia a Jesolo (Malibu non me la posso permettere nemmeno nei sogni) e stravaccato sulla sedia a sdraio assaporo un long drink al gin e maracuja guarnito con una fetta di lime e un bellissimo ombrellino giallo, quando finalmente Gwyneth Paltrow, la vicina di ombrellone che sta leggendo un mio libro giallo, si accorge di me e mi sorride allegra incurante del fatto che Cameron Diaz stia languidamente sdraiata sul lettino al mio fianco intenta a risolvere i cruciverba della Settimana Enigmistica. Le sorrido a mia volta e lei mi dice qualcosa, ma il rumore improvviso di un elicottero copre le sue parole. Poi mi accorgo che è il frastuono di un tritaghiaccio in azione e il mio sguardo infastidito scorre verso il barista cinese del vicino chiosco che ha il sorrisetto inquietante di Jackie Chan e che sta preparando delle granite.
02.51 – Il rumore del tritaghiaccio sembra trasformarsi in quello di qualcuno che scava nella ghiaia con tanta intensità da farmi perdere concentrazione e indurre la Paltrow e la Diaz ad andare assieme a prendere una granita al caffè al baretto della spiaggia.
02.52 – Il rumore della ghiaia rimescolata ormai ha invaso i miei pensieri e si è arricchito con il cigolio di un cassetto di fine ottocento. Provo ad aprire gli occhi ancora appiccicati di sonno e nella penombra scorgo una figura in camicia da notte felpata intenta a frugare con una piccola pila nel comò tra collane aggrovigliate, bracciali, gioielli e bigiotteria varia. Farfuglio qualcosa tipo: “Chi sei? Sei un ladro?” (questa è un’ottima domanda, le cronache nere pullulano di ladri in camicia da notte felpata che rispondono affermativamente).
02.53 – La figura risponde “Scusa…” poi spegne la pila e accende brutalmente la luce. Riconosco l'elfa all'interno della camicia da notte. E' una felpata rosso lacca punteggiata da tante pecorelle bianche e da una nera. La pecora nera mi conferma che non può che essere lei...
02.54 – Dopo aver nascosto la testa sotto il cuscino ed espresso un giudizio sferzante sulla moralità della mia consorte di cui pagherò le conseguenze in seguito, cerco a tentoni la sveglia dell’Oregon Scientific sul comodino per cercare di capire che ora sia, ma la faccio cadere ed esplode come suo solito sul pavimento scagliando le pile nel raggio di diversi metri e comunque sempre sotto qualsiasi mobile da dove le potrò tirare fuori solo con la scopa. Immagino che le bombe a grappolo funzionino così.
02.55 – Ho recuperato abbastanza lucidità da iniziare un dialogo serrato con l'elfa.
“Si può sapere che stai cercando a quest’ora di notte?”
Lei, senza smettere di rovistare nel cassetto, con il tono infastidito di chi ti sta dicendo una cosa ovvia e solo perché tu non ci arrivi, mi svela l'arcano.
“Gli orecchini…tu dormi e non te ne preoccupare”
"Ah... va bene... " Sul momento la cosa appare del tutto ovvia e mi viene perfino da chiederle scusa per averle posto una domanda così ingenua. Subito dopo cerco disciplinatamente di sprofondare nel sonno come ordinato. Tuttavia, man mano che inizio a riprendere coscienza di me, avverto l'anomalia della faccenda.
“Quali orecchini e, soprattutto, perché?”
“Quelli in oro bianco a mezzaluna con gli smeraldini, hai presente?”
“No. Possiedi un numero di orecchini tale che mi servirebbe il database del CERN di Ginevra. Comunque, perché li cerchi alle tre di mattina?”
“Non mi ricordo se li ho portati in albergo e non vorrei averli dimenticati in camera. Non riesco a prendere sonno se non mi tolgo il pensiero”.
“Logica ineccepibile. Se non sai di averli portati non puoi neppure sapere se li hai persi. Mi ritiro dalla discussione, ma sbrigati che vorrei riprendere a dormire.”
03.05 – La mia disturbatrice notturna dopo un’incursione al piano di sotto ritorna in camera tutta felice. “Che scema che sono, li avevo lasciati sulla mensola del bagno”. Avrei dovuto pensarci. Mia moglie, proprio come mio figlio e la sveglia dell’Oregon Scientific, tende infatti ad esplodere appena varcata la soglia di casa. Le chiavi della macchina di qua, la borsa di là, la giacca sul divano, le scarpe in lavanderia e gli occhiali e le sigarette chissà dove. Ovvio che gli orecchini fossero sulla mensola del bagno di sotto… comunque, finalmente, bacetto, si spegne di nuovo la luce e si torna a dormire.
03.15 - Si riaccende la luce e l'elfa scende di scatto dal letto.
"Oh mio Dio!"
"Che c'è ancora? Non ti ricordi se hai perso la collana?"
"Macché! Ho dimenticato di mettere il telefonino sotto carica..."
La rivelazione mi getta nell'ansia più profonda perché la frase "mettere il telefonino sotto carica" pronunciata dall'elfa implica da sempre come pena accessoria una tremenda rottura di palle.
"Ti prego, dimmi che sai dov'è il caricabatterie..."
"Ma sì che lo so! Dovrebbe essere ancora nella tasca della valigia"
"E' il dovrebbe che mi preoccupa..."
Infatti, dopo una ricerca affannosa lo si scopre ancora attaccato ad una presa della cucina al piano terra.
Ci rimettiamo a letto e dopo il "Buonanotte amore..." (augurio improbabile visto che tra poco sarà l'alba...) le giro le spalle e cerco di tornare alla spiaggia del sogno.
03.30 – Arriva una piccola grattatina sulla schiena proprio mentre Gwyneth Paltrow spazientita ha preso su la sua roba e sta uscendo dalla spiaggia e Cameron Diaz è ancora seduta al tavolo del bar a scherzare con Jackie Chan davanti ad una granita enorme.
“Dormi?“
“Con te è molto improbabile. Cosa c‘è questa volta?”
“Sono io che ho le vampate di calore o fa molto caldo?”
“La seconda che hai detto. Se metti i termosifoni al massimo è ovvio che poi fa caldo… perché non scosti la trapunta dalla tua parte e mi lasci riposare?”
“Ti spiace se abbasso il riscaldamento?”
“No, fallo pure, ma poi non ti lamentare che hai freddo appena si abbassa la temperatura…”
“Non mi lamenterò, non sono mica come te che fai una tragedia di tutto…”
(scende da basso dove c'è la caldaia, esegue, ritorna e si ristende al mio fianco).
03.32 - Mentre sprofondo nel sonno mi pare di sentire una che dice: "Eccola, la maledetta..." ma mi impongo di non farci caso.
03.35 – Nuova grattatina. Anzi, questa volta è proprio una gomitata nelle costole.
“Mi ha punto…”
"Ma chi? Chi ti ha punto?"
"Una zanzara. Mi ha punto sul lobo dell'orecchio"
"Ma che dici? Non ci sono zanzare a novembre, sono tutte morte per fine contratto..."
"Questa non l'hanno avvisata. A parte il prurito, la sento benissimo che mi ronza attorno alla faccia..."
Le chiedo un istante di silenzio ed effettivamente, forse per la suggestione, ma alla fine la sento ronzare anch'io.
“Si, è una zanzara. Probabilmente il caldo estivo e subtropicale a cui ci costringi sparando al massimo il riscaldamento ai primi freddi deve averla ingannata, oppure è una Highlander e allora siamo nei guai. Comunque, mettiti l’Autan…”
“No perché poi resta l’odore sulle lenzuola… piuttosto, se la trovo, metto la piastrina “
“Con noi dentro la camera a respirare il Baygon? Ma fammi il piacere..."
"Non c’è un altro modo per tenerla lontana?”
“Potrei provare con la moral suasion ma dubito di riuscire a convincerla. Mi passi una tua pantofola? ”
“Scherzi? Non voglio che le schiacci sul muro che poi rimane il segno…”
“Veramente volevo massacrare te a colpi di ciabatta, mica la zanzara…”
Segue immediatamente un breve scambio di villanie e recriminazioni reciproche, tra le quali, non so perché, il fatto che lei mi chiede da tre mesi di dipingere la porta del garage e io me ne frego come al solito. Il bretone in tutto questo si affaccia alla porta con l'aria seccata di chi chiede un po' di silenzio per dormire, ma viene scacciato bruscamente in corridoio, che non è il momento.
Ore 04.00 – Si riaccende all'improvviso la luce e cosi Cameron Diaz fugge definitivamente con Jackie Chan e le sue granite. Mi giro verso la mia compagna che ora è appoggiata allo schienale del letto con un libro in mano (e neppure uno dei miei…).
“Si può sapere che fai, ora?”
Mi guarda seccata con l'aria di chi te la farà pagare. “Che vuoi che faccia? Per colpa tua che mi hai innervosita non riesco più a prendere sonno, quindi leggo… e grazie per la notte in bianco!”.
Formidabile. Da tanto non mi divertivo così.
RispondiEliminaAl bretone va poi tutta la mia simpatia:)
Buona serata,
Lara
Grazie Lara per essere passata a leggere le mie cose e per i complimenti. Sono contento che ti sia divertita e spero di averti ancora tra le mie lettrici. Naturalmente ricambio tutta la simpatia anche a nome dell'elfa e del nostro quattro zampe di peluche. :)
EliminaMolto carina, con certi passaggi del dialogo che sono simpaticissimi!(Le zanzare morte per fine contratto è una frase esilarante...)Certo, immagino la scocciatura di vedere un'elfa in camicia felpata aggirarsi nel cuore della notte come un'anima in pena, ma la vitalità che trasmette una creatura come lei non ha prezzo! :-)
RispondiEliminaCara Linda, è proprio quello il problema...l'eccesso strabordante di vitalità dell'elfa contrapposto al mio inappagato desiderio di ritmi di vita quieti e meditativi. Ti confesso che non a caso pensavo d'intitolare questo mio blog come uno dei libri di Jerome K. Jerome: "Pensieri oziosi di un ozioso" . Poi ho rinunciato perché se l'elfa lo avesse letto sarebbe stata un'autodenuncia catastrofica. Ciao
Eliminaah ah ! mi hai fatto ridere di gusto !!! poi quella pecora nera,che forza !!
RispondiEliminaCarissima, se conoscessi di persona la mia (adorabile secondo i bioritmi)elfa Morena, capiresti al volo come la pecora nera le si adatti benissimo...
EliminaCiao
Ciao Carlo, molto divertente il tuo racconto. Il bretone nel suo lettino mi mette una gran tenerezza. Comunque l'Elfa ha ragione, di zanzare ce ne sono ancora eccome, altro che fine contratto!
RispondiEliminaCara Maude, mi fa piacere averti strappato un sorriso. Il povero bretone è incappato in una disavventura che ora lo costringe davvero nel lettino per almeno tre settimane e ora ha lo sguardo piuttosto seccato, per nulla tenero. In quanto alle zanzare novembrine, ne ho vista una passare davanti allo schermo del computer proprio ora...
EliminaCiao
Quel che si dice "essere molto donna"!^_^
RispondiEliminaI vostri "teatrini" meriterebbero di essere tradotti in sceneggiatura, fareste un successone!
E il bretone è un tenerone bellissimo. :-)
Grazie Ellevibi. Proprio come dici tu, una parte dei miei teatrini coniugali è stata inserita nel copione della commedia e la gente ci ridacchia parecchio, forse perché molte coppie si identificano. In quanto al bretone è talmente tenerone che un Bull terrier ha voluto assaggiarlo per benino... ma ne parlerò nel prossimo post.
EliminaCiao
Sei un bravissimo narratore di storie, anche le più semplici che riguardano la quotidianità arrivano ad assumere dimensioni da grande classico della letteratura.
RispondiEliminaPer dire il vero ho pensato a Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, mentre lei sbatte le gambe, ricordi?
Succede alle coppie intelligenti di notte, tanto per non dover dire:-che barba , che noia, che barba..
Ma che vbei complimenti, cara Ale. Mi sento perfino imbarazzato. Effettivamente, a ben pensarci, qualche affinità con Sandra e Raimondo c'è e non solo per il mio modo di raccontare i nostri piccoli e innocenti battibecchi coniugali. Raimondo Vianello era veneziano e figlio di un Ammiraglio e io sono veneziano e figlio di un Capitano di Vascello. Dunque più o meno ci siamo, anche con la statura. Mia madre, invece, che era una pittrice e aveva un eccellente sense of humour, a detta di molti sembrava la sorella gemella di Sandra Mondaini (ho alcune sue foto dove la somiglianza è impressionante), che era a sua volta figlia di un pittore. Curioso, vero? Però una cosa non coincide: l'irrequieto che dice eternamente "che barba, che noia, che barba..." sono io, mica l'elfa :). Ciao
EliminaNon voglio ripetere i complimenti, ma è proprio troppo divertente!
RispondiEliminap.s. camere separate, perchè no?
Grazie MG. Camere separate? L'ultima volta che l'ho proposto all'elfa c'è ancora il segno della freccia sullo stipite della porta. Dice che mi ha mancato di proposito, ma se lo ripropongo... :)
EliminaHo letto con piacere. Buona fortuna per il futuro!
RispondiEliminaGrazie, ricambio gli auguri con altrettanto piacere.
EliminaCiao