“In Czech Republic …”
Ormai questo incipit, da pronunciarsi con l’aria severa, è diventato il tormentone di casa nostra e mia moglie Morena ed io vi facciamo spesso ricorso per strapparci vicendevolmente un sorriso. Tutto questo grazie a Katerina (detta anche Katkùte, ovvero: Caterinetta) che è l’attuale ragazza del nostro Gianmarco. Una gran bella figliola di Brno conosciuta dal figliol prodigo lo scorso inverno durante l’Erasmus a Vilnius, in Lituania, dove lei stava finendo la sua tesi di laurea.
Mia moglie ed io, pensavamo incautamente che si trattasse della classica cotta estiva, ma in versione quaranta gradi sottozero e supportata generosamente dalla Vodka. Dunque una passione che si sarebbe dissolta appena fuori dal settore arrivi dell’aeroporto o con due aspirine e una bella dormita. Inoltre, lei era tornata in patria due mesi prima di lui e dopo pochi giorni da quando si erano messi assieme con un vero coup de foudre, quindi eravamo certi che con tutte le fanciulle "disincantate" che giravano per l’ostello universitario di Vilnius e le nottate di studio in discoteca a cui il nostro erede si sottoponeva assiduamente, avremmo avuto presto altre novità. Invece, avevamo sottovalutato il fatto che - va bene che a vent’anni quando sei innamorato fai questo ed altro - ma se uno, tra andata e ritorno, si sciroppa quaranta ore di pullman attraverso la Polonia d’inverno e le sue strade da incubo con mezzo metro di neve per recarsi a Brno a trovare la donna amata per due soli giorni, la cotta era di quelle brutte, che avrebbero avuto un seguito.
Infatti, così è stato e ora, a mesi alternati, lui si reca a Brno una quindicina di giorni a casa di lei e poi tocca a lei essere nostra ospite per lo stesso periodo. Katerina parla quattro lingue, tra le quali il lituano e il finlandese (immagino solo per masochismo) e si esprime in un eccellente inglese, dunque conversiamo senza troppa fatica. Mia moglie ed io dopo il primo reciproco impatto (diffidente) di studio con l’aliena mitteleuropea ne siamo rimasti ammirati perché la ragazza si è rivelata subito tanto carina, educatissima, rispettosa e disponibile. Sarebbe dotata anche di due stupendi occhi verdi, ma lo dico sottovoce altrimenti l’arciera elfa mi guarda di traverso e va in garage a prendere l’arco da gara con le frecce in carbonio, con le quali sostiene di potermi passare da parte a parte a cento metri di distanza e non mi va di scoprire se stia bluffando o no.
L’unico problema è che con Katerina (che per tutto il resto è adorabile) è arrivata in casa nostra una ventata (una raffica di bora) di quella mentalità militare asburgica di cui la ragazza, essendo Brno ad un tiro di schioppo da Vienna, è permeata dalla testa ai piedi. Praticamente, senza saperlo, abbiamo introdotto in famiglia un carro armato Skoda della divisione corazzata Pavel Nedved.
Il primo sintomo lo abbiamo notato quando nostro figlio dopo una settimana ci ha informati rispettosamente, come il buon soldato Schwejk, che Katerina era triste perché non era abituata ad essere ospite “sic et simpliciter” ma voleva sentirsi parte della famiglia lavorando in casa, perché da loro si usa così. Gli occhi di mia moglie hanno lampeggiato compiaciuti e la ragazza ha acquistato subito 100 punti bonus nella sua stima anche perché le ha rivelato candidamente come Gianmarco faccia lo stesso quando è ospite da lei e dunque il principino incauto è stato subito condannato a stirarsi le camicie e a lavare periodicamente i piatti, il bagno e il pavimento della cucina. Ma non solo…
Dopo averci rivelato che la signora moldava che viene a fare le pulizie una volta a settimana se la prende comoda perché basterebbe passare un dito su un mobile per vedere che non spolvera come dovrebbe e dice di fare, Katerina si è subito calata nella parte dell’ “ospite operativa” ed essendo una giovane discendente dall’impero austroungarico lo ha fatto con lo stesso rigore che ci avrebbe messo il suo Kaiser Franz Josef.
Infatti, facendole precedere ogni volta dalla frase “In Czech Republic …” per darci subito il modello di riferimento, ha iniziato una serie di azioni per correggere almeno nella nostra famiglia la mediterraneità, l’approssimazione e quel gusto dell’improvvisazione tipicamente italiano che le risultano incomprensibili, a partire dal fatto che noi si abbia oltre 500 tipi di formaggi, altrettanti di salumi, un centinaio di varietà di pasta e perfino due diversi tipi di polenta (però mangia tutto di gusto).
Per resistere all’invasione ho provato a farle presente a mia volta che “in Italian Republic…”, ma non suonava altrettanto minaccioso. Così nel giro di poche ore, dopo averlo classificato "criticità di primo livello", ci ha rimesso in ordine il frigorifero, che ora sembra vuoto da tanto ogni cosa è stata sistemata razionalmente, a tal punto che esito a prendere il latte o l'insalata per non sciupare quel meraviglioso equilibrio. Purtroppo, nel suo slancio purificatore mi ha buttato via una toma stravecchia della val di Lanzo che tenevo come una reliquia, in quanto “In Czech Republic …” non si tiene nel frigorifero roba ammuffita e puzzolente, ma la perdono per amor filiale. Poi è stata la volta della dispensa, della camera e dei cassetti di mio figlio, che ora presentano tutti i calzini perfettamente allineati per colore da una parte e le mutande dall’altra, schierate come un plotone di soldati, tanto che quando apri il cassetto della biancheria ti viene voglia di ordinare: “Riposo!”.
Subito dopo è toccato anche al bretone, che sperava ingenuamente di farla franca ignorando che “In Czech Republic …” Katerina ha un cane di nome Monty che è addestratissimo, tanto che mi ha chiesto perfino l’amicizia su Facebook. Infatti, il mio file casereccio “Educazione del cane 1.0” è stato immediatamente sovrascritto dal suo “Ausbildung der Hundes 2.0” in lingua tedesca perché gli ordini vengono meglio. Dunque, al posto dei miei “Seduto! …Andiamo! …Torna! ” ora mi tocca dire “Sitzen! Komm! Zurück!” (però funziona). Anche il “Brutto!” che usavo per sgridare è stato sostituito da ”Pfui!”, così che ormai nei dialoghi con mia moglie il cane è diventato “il Pfui” (“hai portato fuori il Pfui?”). Che mi ricorda tanto l’Adenoid Hinkel di Chaplin.
Monty, il cane di Katerina, è ormai ad un alto livello di addestramento. |
Alla fine, come temevo, la blitzkrieg è sconfinata sui fornelli e appena si è accorta inorridita che mettevo la passata di pomodoro nel goulash (ho provato a giustificarmi di tanto sacrilegio dicendole che intendevo fare uno spezzatino, ma non mi ha creduto) è iniziata anche la mia educazione alla gastronomia della “Czech Republic“ (che non è affatto male) e quindi la volta successiva è comparsa in cucina una confezione di paprika grande quanto un proiettile d’artiglieria da 150 mm, tanto per farmi capire quale fosse l’ingrediente giusto. Poi si è messa la traversina, si è impadronita di pentole e fornelli e nonostante le nostre “brambory” (patate) non fossero neppure lontane parenti di quelle della “Czech Republic “ e per una mancanza inspiegabile qui non si coltivino le loro carote bianche e un misterioso tipo di sedano (la fruttivendola la guardava smarrita) ci ha spiattellato delle vere delizie, tanto che ormai mia moglie Morena ha riscoperto il piacere dei fornelli e si diletta a preparare assieme a lei delle profumatissime polèvka (zuppe) d’aglio, knedliki (canederli) di pane con le prugne, Bramboraky (frittelle di patate e pancetta), sontuosi involtini con i cetrioli sottaceto e torte con la crema di nocciole e i semi di papavero, affrontando serenamente il rischio di metter su qualche chilo di troppo perché siamo sicuri che prima o poi salterà fuori qualche dieta rigorosa della “Czech Republic “ per rimetterci in riga.
Involtini ripieni di prosciutto, uovo sodo, cetriolo sottaceto e cipolla, salsa di pancetta affumicata. |
Ieri sera abbiamo accompagnato Katerina alla stazione degli autobus (tornerà da noi ai primi di gennaio dopo che Gianmarco avrà trascorso il capodanno da lei) e devo dire che forse sarà la malinconia delle partenze o l’effetto dell’abbraccio affettuoso e dei bacioni (con lacrimuccia) che ci ha stampato sulle guance, ma la casa ora ci sembra più vuota. Così, questa mattina, mentre facevamo colazione Morena mi ha scrutato in modo strano e prima che potessi pensare che magari mi aveva chiesto di svuotare la lavatrice e mi ero dimenticato di farlo, mi ha detto: “Visto che ti lamenti che stiamo sempre a casa, che ne dici se questa primavera andiamo a fare un giro in Czech Republic? “ facendomi cascare per la sorpresa il biscotto con la marmellata nel caffelatte (il bretone ha abbaiato contento).
Ben arrivato! Il post me lo assaporo poi quando ho tempo! buona cena! redcats
RispondiElimina@Redcats: grazie Maria Grazia, spero che il mio raccontino ti piaccia e buona cena anche a voi.
RispondiEliminaMa non è che me la presti questa meraviglia mitteleuropea? Il mio frigo avrebbe bisogno di una super sistematina!
RispondiEliminaPovera toma però!
La ragazza comunque è davvero una gran bellezza e da come la descrivi è proprio il tipo di persona che piacerebbe a me (forse non sembra, ma l'italianità non è che proprio mi faccia impazzire).
Sul cibo però passo e mi tengo il nostro!
Divertentissimo racconto Carlo, buona giornata
Ma quanto mi piacciono i post di Carlo? Tantissimooooo!!!
RispondiEliminaKate è decisamente bella, con il tuo pargolo fanno una gran bella coppia e il cucciolo nell'auto è favoloso .. un cavalier king charles .. son stupendi, sembrano peluches e sono incredibilmente tranquilli e socievoli :)
E' in gamba la Kate, nel tuo racconto si respira l'affetto che vi lega, credo proprio che quel viaggio in Czech Republic prima lo fate e meglio è .. (^_~)
@Maude Chardin: Grazie Maude. Effettivamente quella povera toma stravecchia buttata nel cassonetto dalla "Furia ceca" è stata un duro colpo anche perché mia moglie quando me ne sono lamentato ha subito commentato "Ha fatto bene! Brava Katerina...era tutto colesterolo" e questo mi ha fatto realizzare come si stia per chiudere una morsa a tenaglia tra le due divisioni corazzate, ed io sia nel mezzo della sacca. In quanto alla cucina ceca, che ancora non conoscevo, ho scoperto grazie a Katerina che è molto simile a quella che ho gustato in Austria, in Slovacchia e in Ungheria (eccellenti). Dunque,posso garantirti per esperienza diretta che è davvero notevole.Fidati che ne vale la pena...
RispondiEliminaPosso suggerire qualche ricetta, se ti fa piacere.
Ciao.
@MissAnthropy: Grazie Patty per gli apprezzamenti al pupone errante di casa e alla sua bella, che è davvero in gamba come dici tu. Devo ammettere con ammirazione che il giovanotto ha un notevole gusto nella scelta delle sue compagne,tutte piuttosto sveglie e ricche di personalità, ma anche avvenenti. L'Erasmus poi lo ha messo in contatto con mezzo mondo e quindi, dopo l'ondata di australiani e australiane (soprattutto)che hanno fatto seguito alla sua permanenza a Melbourne, ora è il turno di ragazze e ragazzi di tutta Europa,anche perché quando si sparge la voce che si può soggiornare gratuitamente in una casa di Venezia (con genitori aperti e tolleranti),mangiando pure bene e abbondantemente a pensione completa (e ricca colazione continentale)non ci pensano un attimo a fare le valige. Abitassimo a Rovigo o a Gallarate (absit iniuria), temo che non sarebbe lo stesso. Ieri per esempio, ha cenato e dormito da noi Tatia, una stupenda ragazza georgiana di Tbilisi (fa la modella e si vede) e nelle prossime settimane avremo ospite per tre giorni una lituana (Sigita)e, prima di Natale, anche un paio di serbi e forse la belga Marie-Odile, oltre ad Ollie (il mio quasi figlio adottivo) che è in arrivo dall'Australia per studiare chitarra jazz al conservatorio di Pisa (così almeno riprenderò la vecchia Fender per strimpellare qualcosa assieme, anche se lui è stratosfericamente più bravo). Come vedi, in casa mia non ci si annoia...
Il viaggio in Czech Republic lo faremo, anche perché Katerina ha una tenuta in campagna con una casa che può metterci a disposizione e quando le cose sono gratis, mia moglie si lascia convincere facilmente.
Ciao
Sarò un'intollerante, ma non la sopporteri...In Italia come gli Italiani! redcats
RispondiEliminap.s. sono reazionaria?
@redcats: ma no che non lo sei...all'inizio m'incavolavo pure io quando la vedevo sempre con gli occhi sgranati alla Mara Carfagna per qualsiasi cosa fosse fuori dal suo mondo, così come a suo tempo mi ero risentito con Ollie, il ragazzo australiano che abbiamo ospitato durante lo scambio con mio figlio e che quando era entrato in casa nostra l'aveva fatto con l'aria di un Alec Guinnes ufficiale di sua Maestà britannica con il frustino sotto il braccio e in visita alle colonie indiane.
RispondiEliminaRicordo ancora tutti i "really?" stupefatti di fronte alle nostre bizzarre (per lui) abitudini di vita e lo sguardo sgomento di quando aveva appreso che non avevamo il barbecue, a tavola bevevamo il vino e non la birra e mangiavamo la carne di cavallo, le lumache e anche le rane. Peggio degli aborigeni. Dopo due settimane Ollie era tutto rapito dai nostri cibi, mangiava pane e gorgonzola, affettava salami piacentini, sbevazzava prosecco nelle enoteche, chiedeva "Pasta, please" anche alle 5 del pomeriggio, guardava le partite con me e faceva pure il tifo per l'Inter. Quindi è solo questione di pazienza, dopo si ammorbidiscono. Credo sia come la sindrome di Stendhal agli Uffizi. Di fronte a tanta abbondanza di capolavori e di opere dell'ingegno italiano, molti si smarriscono e si sentono male.
Su Katerina ho scherzato a modo mio enfatizzandone ai fini del racconto qualche innocua spigolosità caratteriale che in realtà ce la rende molto simpatica. Ti dirò, infatti, che mi diverto un mondo a vederla alle prese con la nostra cultura sempre in bilico tra l'improvvisazione geniale e il pressappoco confusionario che per lei, così razionale, programmata e ordinata, dev'essere un salto nel buio angoscioso. In realtà Kate ci ha conquistato perché è molto dolce, piena d'attenzioni, ci riempie di regalini, aiuta in casa e si è messa d'impegno a studiare l'italiano. Infine, mette sull'attenti nostro figlio, che è diventato perfino ordinato. Che possono volere di più un padre e una madre?
Ciao
Uhh...che bel racconto!! Mi sono divertita moltissimo alle prodezze mitteleuropee, anche se, era evidente, sono state enfatizzate al fine di rendere più gustoso ( anzi gustosissimo) il post!! ;-)
RispondiEliminaPerò, anche a me piacerebbe avere in casa una quasi nuora che mi organizzasse il frigo e i cassetti e mi preparase qualche piatto particolare della sua terra...
Ma ho due figlie femmine e la vedo grigia pensare ad Alejandro che mi organizza il frigo, visto che a casa sua "es un desastre"!! ;-)))
Però poi si dovrebbe adeguare anche ai nostri cibi ( come vedo che lei ha fatto!!). Perché anche in casa il marito sostiene che "In Italia si mangia italiano"!!
Io, se avessi chi si mette ai fornelli, mangerei anche le zuppe di licheni...;)
A proposito di quelle d'aglio ( squisite!) ne ho mangiate in abbondanza durante ben 5 gite scolastiche passate a Praga. Gli studenti sostenevano che anche gli ascensori dell'hotel "sapevano" di aglio!! Ahahahah
Un saluto ;)
PS) Purtroppo non vedo le foto, tranne quella del cane Monthy.
Mi diverte molto pensare che altri amici di blog (anche Migola, che tu conosci) vivano situazioni simili alle mie e ci si possano identificare. Io come te sono curiosissimo di usi, cucina e costumi altrui e quando viaggio assaggio di tutto, anche le cavallette fritte (croccanti e gustose, migliori e più sane di certe patatine unte e bisunte dei fast food). In quanto all'uso smodato di aglio andando verso est posso solo dirti che a Belgrado dove ho abitato alcuni anni da ragazzo c'era addirittura gente che ne sgranocchiava spicchi per strada come fossero caramelle. Il racconto dei tuoi ragazzi sugli ascensori "agliopositivi" è quindi attendibile. Le foto sono saltate perché le posto dal mio Facebook e nei giorni scorsi ne ho ristretto la visibilità solo agli amici senza pensare che così sarebbero sparite dal blog. Grazie quindi per avermi segnalato il problema. Me ne scuso e le rimetto subito. Ciao
EliminaOra le vedo!! E la ragazza è proprio bella! ;-)
Elimina